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ARABA FENICE

Scritto da MadameBlatt

 

«Un uccello mitologico, che non muore mai, la fenice vola lontano, avanti a noi, osservando con occhi acuti il paesaggio circostante e lo spazio distante. Rappresenta la nostra capacità visiva, di raccogliere informazioni sensorie sull’ambiente che ci circonda e sugli eventi che si dipanano al suo interno. La fenice, con la sua bellezza assoluta, crea un’incredibile esaltazione unita al sogno dell’immortalità.»
(The Feng Shui Handbook, feng shui Master Lam Kam Chuen)

L’Araba Fenice è un uccello mitologico simbolo dei cicli di “morte e rinascita”, con cui la natura e l’uomo si evolvono per continuare la loro esistenza.

Araba perchè Erodoto, il primo a citarla, asserì che questo animale arrivava dall’Egitto, oppure perchè si pensava che vivesse in un’oasi del deserto d’Arabia.

Fenice, dal greco Phòinix (purpureo), perché nei miti antichi spesso la quest’animale veniva rappresentato come un uccello infuocato.

L‘Araba Fenice, uccello sacro dell’ Antico Egitto, dall’aspetto di aquila reale con le ali oro e porpora, viveva in un luogo nascosto ed introvabile. Si nutriva di perle di incenso e di rugiada e, all’alba, cantava una melodia così meravigliosa, che tutti gli Dei si fermavano per ascoltarla.

Dopo aver vissuto 500 anni la Fenice, sentendo sopraggiungere la morte, costruiva un nido sulla cima di una palma e lasciava che i raggi del sole l’incendiassero, facendosi consumare dalle sue stesse fiamme. Dalle sue ceneri, emergeva un uovo che, grazie ai raggi del sole, in tre giorni si schiudeva in una splendida Araba Fenice, più pura e più magica della precedente.

Era chiamata Bennu dagli antichi Egizi e, in un primo momento, fu raffigurata simile ad un passero o un airone cenerino e rinascente dalle acque, non dal fuoco.

Si diceva che esistesse un solo esemplare di Fenice per volta. Da qui l’appellativo “semper eadem” (sempre la medesima).

Nella mitologia greca, aveva l’aspetto di aquila reale, con le ali oro e porpora.

Era sempre un maschio e viveva vicino una sorgente d’acqua fresca, in una piccola oasi nel deserto d’Arabia, in un luogo nascosto ed introvabile.

Ogni mattina, all’alba, faceva il bagno e cantava una canzone così meravigliosa, che il Dio Elios arrestava il suo carro per ascoltarla.

Il motto della Fenice era: Post fata resurgo (dopo la morte torno ad alzarmi).

Il simbolo della Fenice si trova in molte culture solo con nomi e descrizioni diverse: Milcham (Ebraismo), Yel (nativi americani), Feng (mitologia cinese), Garuda (induisti e buddisti), Ho-oo o Karura (Giappone).

Il significato più interessante del mito della Fenice, è che la fine di un ciclo non comporta la distruzione di tutto ciò che si è costruito, bensì permette di ripartire da quel punto, per proseguire il cammino ad un livello superiore, con rinnovata energia vitale, rappresentando molto bene anche l’evoluzione dell’umanità.

Ogni essere umano solitamente ha un’evoluzione personale, che comporta sempre molte morti e rinascite, proprio come quelle della Fenice.

E quindi è necessario imparare a mettersi in discussione, lasciando andare vecchi concetti ed abitudini, soprattutto le convinzioni più limitanti e cristallizzate.

Nei tatuaggi, l’Araba Fenice è simbolo della capacità di non arrendersi mai e di trarre linfa dalle sconfitte, rigenerandosi più forti di prima. Quindi rinascita, forza e resistenza al tempo.

In questo tragico periodo storico che stiamo vivendo, ci è capitato di cadere e sentirci persino sconfitti.

Ma, con speranza e coraggio, dobbiamo riemergere dalle macerie della nostra vita e risorgere dalle nostre ceneri, proprio come un’Araba Fenice.

Questo post auspica il preludio verso un nuovo periodo di ricchezza e fertilità; evento che noi tutti ci auguriamo, per il futuro nostro e dei nostri figli.

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“La speranza è il tappeto magico che ci trasporta dal momento presente nel regno delle infinite possibilità” (H. J. Brown)

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