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MIRTO, L’ACQUA DEGLI ANGELI

Scritto da MadameBlatt

“Ascolta. Piove
dalle nuvole sparse.
Piove su le tamerici
salmastre ed arse,
piove su i pini
scagliosi ed irti,
piove su i mirti
divini…
…E il pino
ha un suono, e il mirto
altro suono, e il ginepro
altro ancóra, stromenti
diversi
sotto innumerevoli dita…”
-Gabriele D’Annunzio-

Il Mirto (Myrtus communis), dal latino “essenza profumata”, è un arbusto tipico della macchia mediterranea, molto longevo, addirittura può essere secolare.
E’ una pianta mellifera, dalla quale si può ottenere un buon miele monoflorale, prodotto solo in Sardegna e Corsica, luoghi in cui è molto diffusa questa pianta.
Il Mirto contiene un olio essenziale, il mirtolo, oltre a tannini e resine, ed ha proprietà aromatiche ed officinali, oltre che balsamiche, antinfiammatorie, astringenti ed antisettiche.
Questa pianta ha bellissimi e fragranti fiori bianchi, bacche rotonde violacee e foglie profumate simili all’eucalipto, che possono essere utilizzate per trattare la congestione.

È anche ricca di acido salicilico, un composto utilizzato nell’aspirina per trattare il dolore.
Le bacche e le foglie di Mirto sono usate come spezie nella cucina mediterranea e come sostituto del pepe.
I suoi rametti nella salamoia delle olive salentine, donano un aroma indescrivibile.

Con le bacche si produce il famoso “liquore al Mirto”, di cui vi scrivo in calce la mia ricetta.
Il Mirto è usato in cucina per aromatizzare le carni, ma anche per conciare il cuoio fine (foglie, radici e corteccia contengono tannini), per profumare la biancheria (si mettono alcuni rametti nell’armadio, alla stregua dei sacchetti di lavanda).

Forse non tutti sanno che il nome della Mortadella probabilmente deriva dal termine Myrtarium, ovvero all’antico utilizzo delle bacche di Mirto per aromatizzare questo insaccato, al posto del pepe.
Infatti nella lingua sarda, Mortadella si dice Murtadella, da “murta” (Mirto in sardo).
Il legno di Mirto è inoltre un ottimo combustibile e, per la sua durezza e compattezza, viene anche impiegato per lavori di tornitura (es per manici di attrezzi, ombrelli, bastoni).
Il suo impiego fitocosmetico risale al Medioevo: con la locuzione di “Acqua degli angeli”, s’indicava l’acqua distillata di fiori di Mirto, che si usava anche come inchiostro.
Si racconta che il Mirto crescesse spontaneo in Grecia, nell’Italia meridionale e in tutte le isole esposte al vento ed al sole.

Noto ai Greci, che ne derivarono molte leggende, il Mirto era utilizzato anche dai Romani per curare l’ulcera e malattie dell’apparato respiratorio.
Fra i Greci il “Myrtos” rappresentava simbolicamente l’erotismo e la lussuria, coraggio e potenza, mentre fra i Romani il senso mutò notevolmente, tanto che finì per indicare una forma d’amore, che alcuni definiscono più raffinata, l’amore spirituale.
Myrtus sembra derivare da un antico termine greco “myrsinos”, collegato ad una tragica leggenda basata sulla morte di Myrsine, la giovane uccisa involontariamente da un coetaneo, durante una gara di atletica e che era stata tramutata in fiore da Athena. Da ciò, l’abitudine di cingere il capo dei vincitori dei giochi elei con una corona di Mirto.

Corona d’oro di Mirto-Museo Archeologico di Salonicco

Il Mirto è l’albero sacro di Adone (dio greco della bellezza e del desiderio). Sua madre Myrrha era stata trasformata in un albero di Mirto, prima di dare alla luce Adone.
Nell’antichità romana, il Mirto era pianta sacra a Venere, in quanto si riteneva che la dea, appena nata dalla spuma del mare, si fosse rifugiata in un boschetto di Mirti.
Il Mirto è stato da sempre il simbolo della fecondità, tanto che Plinio lo aveva soprannominato Myrtus coniugalis, in quanto si usava nei banchetti di nozze come augurio di una vita serena e ricca di affetti.
Nei Canti Cretesi, rappresenta da sempre una pianta afrodisiaca, tanto che si esorta chi vuole essere amato a raccoglierne un ramo.

Nel misticismo ebraico, si pensava che gli alberi di Mirto portassero il profumo (essenza) del Giardino dell’Eden.
Il Mirto è associato all’albero cabalistico della vita e alle Sefirot (nella Cabala, i 10 strumenti di Dio attraverso cui l’Infinito si rivela continuamente) chiamate Tiphereth, situate al centro o nel cuore dell’albero. Qui la compassione bilancia il giudizio, creando armonia tra espansione e restrizione, amore e conflitto, dare e ricevere.

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Il Mirto è una delle quattro specie sacre (mirto, salice, dattero e cedro) utilizzate nella celebrazione ebraica di Sukkot. Queste quattro piante vengono offerte cerimoniosamente ogni giorno per sette giorni, per commemorare il raccolto autunnale come un momento di rinnovamento e armonia.

A causa delle sue proprietà armonizzanti, il Mirto era una parte tradizionale dei bouquet da sposa o dato come regalo,  simbolo di unione.
Esso è anche considerato una pianta di buon augurio e di buona fortuna.
Infatti, anticamente quando si doveva partire per fondare una nuova colonia, ci si cingeva il capo con una corona di Mirto, come augurio appunto di buona sorte.

Il Mirto però ha anche un significato funebre.
Infatti nell’antica Grecia si raccontava che Dioniso, quando scese nell’Ade per liberare la madre Semele, lasciò in cambio una pianta di Mirto. Da allora, esso ha rappresentato l’oltretomba e i defunti.

Le sue fronde divennero, a partire dal 500 a.C., simbolo di vittoria; infatti durante un’ovazione, decretata dal Senato romano (concessa in genere, quando la guerra era di minore importanza, o quando il conflitto si era concluso con poco  sangue, o era accordata ad un generale vittorioso in una campagna nel corso di una guerra non ancora conclusa), il vincitore saliva al Campidoglio con una corona di Mirto e sacrificava una pecora (ovis in latino, da cui ovazione).
Secondo un’altra leggenda, Adamo, al momento della cacciata dal Paradiso terrestre, portò con sé solo un ramoscello di Mirto.

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Il Mirto simboleggia l’amore e la poesia erotica, per cui si usava cingere di corone di Mirto il capo dei poeti, soprattutto se autori di versi amorosi.
In Inghilterra, nei bouquet delle spose si unisce ai fiori tradizionali un rametto di Mirto, per augurare protezione reciproca ed amore completo.
In passato, il Mirto era considerato dotato di un qualcosa di magico: si narra che chiunque lo toccasse, poteva essere folgorato da una nuova e duratura passione.
Durante le feste, si offrivano ramoscelli di Mirto alle donne maritate, perché si cingessero polsi, caviglie e capo, al fine di trarne desiderio e fantasia nei rapporti amorosi.
Il Mirto è un ingrediente base per tutti i sacchetti talismanici d’amore ed i rituali d’attrazione.
Inoltre, grazie alla sua componente ‘marziale’, costituisce un’ottima protezione occulta.

Simbolo di purezza, grazia e amore, si dice che il suo profumo ricordi il Paradiso e sia gradito agli angeli.
Le foglie essiccate, bruciando, diffondono un aroma che ricorda quello delle latifoglie.
Le fumigazioni con Mirto conferiscono giovinezza, favoriscono l’amore e servono alla purificazione degli ambienti chiusi.
Infatti, il suo fumo crea un’atmosfera pura e lucente, particolarmente indicata durante la meditazione e la preghiera.
Si dice che guarisca le ferite dell’anima e porti al perdono.

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Con la sua radice si confezionano bamboline da incantesimo molto potenti (usatissime nel Medioevo), per fatture di magia bianca, ma anche di magia nera.
Il Mirto è una pianta d’amore e d’unione, che lavora specialmente nella stregoneria classica, in favore delle donne.
Il suo potere è soprattutto finalizzato alle relazioni romantiche e matrimoniali: placa i conflitti e smussa gli ostacoli, favorendo le riappacificazioni.
Il Mirto favorisce la fertilità, ma permette anche alle spose di non rimanere incinte nei primi mesi di matrimonio, a seconda della fase lunare in cui si utilizza.
Esso si adopera intatto o come infuso o fumigazione e si dice che sia più favorevole alle donne ed ai fanciulli vergini.

Con le foglie si preparano polveri e profumi magici afrodisiaci, allo scopo di eccitare gli uomini e favorire la fertilità.
Il Mirto è propizio se si desidera il matrimonio, la pace o l’ amore vero ed il benessere.
E’ un arbusto sempreverde, che ci incoraggia a rallentare e connetterci con i cicli armoniosi di vita, morte e rinascita, per aiutarci a trasformare la tristezza e il dolore in amore e speranza.
L’Olio Essenziale di Mirto è considerato l’Olio della “Purezza”, perchè rimuove i sensi di colpa.
Sognare il Mirto annuncia un nuovo tempo per l’amore, nuovi inizi ed espansione dopo un periodo di dispiacere o di conclusione.

Ph. furkanvari on Pexels

Ciò potrebbe manifestarsi sotto forma di una nuova relazione, partenariato, matrimonio, fidanzamento, laurea o nascita di un figlio.
Questo è un momento di festa, che porta equilibrio e armonia nei momenti difficili della nostra vita.
Ci  ricorda di non giudicare, o di non mantenere convinzioni limitanti su altre persone o eventi, per non rimanere intrappolati in situazioni compromettenti o scomode.

Così facendo, permettiamo all’armonia degli opposti di fluire naturalmente tra tutti noi.
È così che incoraggiamo l’amore a crescere!

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FILTRO D’AMORE ETERNO
In una notte di luna crescente, cogliere delle bacche, dei fiori o rami di Mirto, a seconda della stagione, e lasciare macerare in una tazza con succo di limone, vino e zucchero di canna.
Esporre ai raggi della luna e, il giorno successivo, offrire la pozione alla persona amata.

 

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IL MIO LIQUORE AL MIRTO
• 1 kg bacche di Mirto
• 1 lt acqua
• 1 lt alcool 90°
• 300 gr zucchero
Lavare le bacche di Mirto e asciugarle bene. Metterle a macerare con l’alcool per 40 giorni, dentro un barattolo ermetico, in un luogo buio e fresco, agitare ogni due giorni.
Dopo i 40 giorni, preparare lo sciroppo con 1/3 dell’acqua, sciogliere bene lo zucchero, a fiamma bassa e lasciare raffreddare.
Passare l’infuso di Mirto con le bacche dentro un recipiente capiente (deve starci anche lo sciroppo) usando una garza o strofinaccio pulito a trame larghe. Coprire il recipiente.
Prendere le bacche e schiacciarle, bollire le restanti bacche con l’acqua avanzata per pochi minuti.
Lasciare raffreddare.
Filtrare di nuovo il liquido ottenuto dalla bollitura delle bacche, unirlo allo sciroppo e versarlo nell’infuso.
Versare il tutto nelle bottiglie a chiusura ermetica.

Lasciare riposare in frigo per 10 giorni, agitare a giorni alterni.

E buona degustazione…

Pianeta: Venere
Giorno della settimana: venerdì, sabato

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“La speranza è il tappeto magico che ci trasporta dal momento presente nel regno delle infinite possibilità” (H. J. Brown)

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