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SAMHAIN, IL CAPODANNO CELTICO

Scritto da MadameBlatt

I Celti distinguevano due cicli di festività, solare e lunare, ed a ciascuno di essi corrispondevano specifiche festività.
Il Ciclo Solare era associato alla Croce a bracci ortogonali e simmetrici, il Ciclo Lunare era invece associato alla Croce di Sant’Andrea.
Le 4 feste solari, erano: Yule, solstizio d’inverno, Oestara, equinozio di primavera, Lithà, solstizio, Mabon, equinozio d’autunno.
Le 4 feste lunari: Beltaine, festa di primavera del primo maggio, Imbolc, 1 febbraio, Lughnasad, festa d’estate il primo agosto, Samhain, festa dei morti celebrata l’1 di novembre, che dai Celti era considerato il primo giorno dell’anno.
Oggi parliamo di Samhain.
Mentre milioni di persone, nella notte del 31 ottobre festeggiano Halloween, pochi sono a conoscenza delle sue antiche radici celtiche nel festival di Samhain (Samain).
Nell’Irlanda celtica circa 2.000 anni fa, Samhain era la divisione dell’anno tra la metà più chiara (estate) e la metà più scura (inverno).
A Samhain la divisione tra questo mondo e “l’altromondo” era molto sottile, consentendo agli spiriti di passare.
I defunti della famiglia erano  invitati in casa, mentre gli spiriti nocivi venivano allontanati.
Le persone indossavano costumi e maschere per camuffarsi da spiriti nocivi.

I falò ed il cibo avevano un ruolo importante nei festeggiamenti.
Gli ossi del bestiame macellato erano gettate in un fuoco comune, creando grandi falò.
Il cibo veniva preparato per i vivi e per i morti, e quello per i defunti, che naturalmente non erano in grado di mangiare, era ritualmente condiviso con i meno abbienti.

Daniel Maclise

Il Cristianesimo incorporò l’onorare i morti nel calendario cristiano con “Tutti i Santi”, il 1 ° novembre, seguito dal “Giorno dei Morti” il 2 novembre.
L’uso di costumi e maschere per allontanare gli spiriti nocivi sopravvisse come usanza di Halloween.
Gli Irlandesi emigrarono in America in gran numero, durante il XIX secolo, specialmente nel periodo della carestia in Irlanda del 1840.
Essi portarono le loro tradizioni di Halloween in America, dove oggi è una delle principali festività dell’anno.
Nel tempo, altre tradizioni si sono fuse in Halloween, ad esempio la tradizione americana del raccolto di zucche da intagliare.
Nella valle del Boyne (valle fluviale culla della civiltà irlandese, dove si trovano alcuni dei più imponenti monumenti preistorici d’Europa), furono associate due colline a Samhain nell’Irlanda celtica, Tlachtga e Tara. Tlachtga è la location del Great Fire Festival, che inizia alla vigilia di Samhain (Halloween).
Anche Tara era associata a Samhain, tuttavia sotto questo aspetto era secondaria a Tlachtga.

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Tornando alle origini di Samhain, essa è in realtà una festa molto bella, che ci collega a coloro che amiamo e che sono morti (come approccio positivo per affrontare il dolore), e celebra il raccolto e la fine dell’estate.
Il nome letteralmente significa “Fine dell’estate”.
Era una festa agricola e un momento di “inventario” prima dell’inverno.
Samhain era anche un periodo di “intensità soprannaturale”, in cui si diceva che la forza dell’oscurità e del decadimento si trovassero all’esterno, fuoriuscendo dai sidh, gli antichi tumuli di campagna.
Durante questo periodo, l’obiettivo era eliminare il vecchio ed abbracciare il nuovo.
Era un momento per riflettere sul passare del tempo e sul nostro viaggio nella vita.
Era il momento di perdonare ed andare avanti.
Ed era un momento per visitare e onorare i propri cari (sia vivi che morti).
La tradizione celtica pagana sosteneva, che Samhain era il periodo dell’anno in cui il sipario tra questo mondo e l’Altromondo era più sottile.

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Era il momento ideale per gli spiriti di coloro che erano trapassati, per essere di nuovo con i vivi.
Gli antichi Celti credevano che il 31 ottobre gli spiriti buoni dei morti potessero tornare sulla terra, spesso sotto forma di un gatto nero, per ricongiungersi ai propri cari.

Durante questo periodo dell’anno, i fuochi del focolare nelle case delle famiglie venivano lasciati bruciare, mentre avveniva il raccolto.
Dopo che il raccolto era completato, i celebranti si univano ai sacerdoti druidi, per accendere un fuoco comunitario, usando una ruota che avrebbe causato attrito e scintille.
La ruota era considerata una rappresentazione del sole ed intorno ad essa si pregava.
Il bestiame è stato sacrificato ed i partecipanti, dopo la festa, riaccendevano i fuochi nelle loro case con il sacro falò per proteggerle, oltre a tenerle al caldo durante i mesi invernali.
Antichi testi presentano Samhain come una celebrazione obbligatoria della durata di tre giorni e tre notti, in cui la comunità era tenuta a mostrarsi ai re o capi tribù locali.

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Si credeva che la mancata partecipazione avesse come conseguenza la punizione degli dei, di solito malattia o morte.
C’era anche un aspetto militare a Samhain in Irlanda: chiunque commettesse un crimine o usasse le proprie armi durante la celebrazione, era condannato a morte.
Alcuni documenti antichi menzionano sei giorni di consumo eccessivo di alcol, tipicamente idromele o birra, insieme a banchetti golosi.
Per i pagani, la morte non era una cosa da temere.
La vecchiaia era apprezzata per la sua saggezza e la morte era accettata come parte della vita, in quanto necessaria per una rinascita.
Quindi le persone care morte venivano ricordate ed il loro spirito spesso era invitato ad unirsi ai vivi nella festa celebrativa, conosciuta come la Festa dei Morti.
Poiché i Celti credevano che la barriera tra i mondi fosse violabile durante Samhain, preparavano offerte, che venivano lasciate fuori dai villaggi e dai campi per le fate, o Sidh.

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Ci si aspettava che  i propri antenati defunti potessero varcare la soglia durante questo periodo, e quindi i Celti si vestivano da animali e mostri, in modo che le fate non fossero tentate di rapirli.
Alcuni mostri specifici erano associati alla mitologia che circonda Samhain, inclusa una creatura mutaforma chiamata Pukah, che riceveva offerte di raccolto dal campo.
C’era Lady Gwyn, una donna senza testa vestita di bianco, che inseguiva i vagabondi notturni ed era accompagnata da un maiale nero.
A volte apparivano i Dullahan (persona scura), uomini senza testa, che cavalcavano cavalli dagli occhi di fiamma, e il loro aspetto era un presagio di morte per chiunque li incontrasse.
Un gruppo di cacciatori noto come Faery Host poteva anche palesarsi per rapire le persone.
Simili a loro erano gli Sluagh, che venivano da ovest, per entrare nelle case e rubare anime.
Una leggenda irlandese riferisce, che tutte le persone morte l’anno precedente tornassero sulla terra in cerca di nuovi corpi da possedere per l’anno venturo.
Così nei villaggi si spegnava ogni focolare per evitare che gli spiriti maligni soggiornassero nel villaggio: il rito consisteva appunto nello spegnere il Fuoco Sacro sull’altare e riaccendere il Nuovo Fuoco il mattino seguente.
Questo simbolizzava l’arrivo del Nuovo Anno.
Quando il mattino giungeva, i Druidi portavano le ceneri ardenti del fuoco presso ogni famiglia che provvedeva a riaccendere il focolare domestico.

Ci sono antiche usanze di Samhain, che si tramandano.
Ancora oggi esiste la tradizione della “cena muta”, in cui il cibo viene consumato dai celebranti, ma solo dopo aver invitato gli antenati defunti ad unirsi, dando alle famiglie la possibilità di interagire con gli spiriti, fino a quando non se ne vanno dopo la cena.

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I bambini giocano per intrattenere i morti, mentre gli adulti aggiornano i defunti sulle notizie dell’anno passato.
Quella notte, le porte e le finestre devono essere lasciate aperte, perché i morti possano entrare e mangiare le torte, che sono state lasciate per loro.
L’idea che le anime tornino a casa in un certo giorno dell’anno, si ripete in molte culture in tutto il mondo.
Día de Muertos, o il Giorno dei Morti, è una festa simile in Messico, che celebra e onora i membri della famiglia che sono morti.
Allo stesso modo, questa cade tra il 31 ottobre e il 1 novembre di ogni anno.
Nel XII secolo, nei giorni sacri obbligatori in tutta Europa coinvolgevano banditori vestiti di nero, che suonavano campane lamentose ed invitavano i Cristiani a ricordare le povere anime dei morti.
Speciali “torte dell’anima” sarebbero state preparate e condivise.
Questa usanza era condivisa in Inghilterra, Germania, Belgio, Austria ed Italia, e si pensa che sia il precursore iniziale del “dolcetto o scherzetto”.
Probabilmente, il travestimento usato andando di porta in porta sotto mentite spoglie, in cambio di cibo, deriva dalle antiche usanze di fare “scherzi”, per confondere gli spiriti maligni.
Gli scherzi di Samhain risalgono al 1736 in Scozia e in Irlanda, e questo portò Samhain a essere soprannominata “Notte di malizia”.
Anche nel sud Italia, ancora oggi, è usanza lasciare la tavola apparecchiata per i defunti, nella notte dell’ultimo giorno di ottobre.
E’ un modo per rinnovare il loro amore verso chi non c’è più.

Ed ora, 5 idee per rituali dedicati a Samhain:

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-Onora i defunti: A Samhain il sipario tra il nostro mondo e l’Altromondo è sottile. Onora i defunti, che verranno da te mentre il passaggio è sottile, mettendo un piatto in più per la cena, in un modo che richiami il suo spirito.

-Accendi una candela: Durante Samhain, iniziamo ad avventurarci nella metà buia dell’anno, quando il tempo si raffredda. Accendi una candela, per aggiungere calore magico al tuo focolare ed alla tua casa.

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-Pasto Magico Samhain: Samhain è l’ultima festa del raccolto, prima dell’arrivo delle gelate invernali. Onora la magia di questo raccolto con un pasto, che includa prodotti tradizionali come le zucche.

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-Rilascia la vecchia energia: questa transizione stagionale offre un’opportunità perfetta, per rilasciare energia o atteggiamenti che non ti servono più. Prenditi un momento per visualizzarli e poi lasciarli andare.

-Respira l’aria autunnale: con l’avvicinarsi di Samhain, il clima diventa sempre più fresco. Trascorri del tempo all’aperto immergendoti nella stagione. Prendi consapevolezza notando le foglie che cambiano, gli alberi che potrebbero essere già spogli e la freschezza nell’aria mentre le stagioni passano.

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“La speranza è il tappeto magico che ci trasporta dal momento presente nel regno delle infinite possibilità” (H. J. Brown)

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