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CIVETTA, L’OCCHIO DELLA DEA

Scritto da MadameBlatt

La Civetta (Athene Noctua) è un animale rapace notturno.
Il nome scientifico deriva da Atena, Dea greca della saggezza, la quale aveva come simbolo la Civetta, animale che i Greci associavano alla chiarezza della sapienza.
La Dea diede poi anche il nome alla capitale greca, luogo dove le Civette erano talmente diffuse che, ancor oggi, per indicare un’azione stupida ed inutile, di dice “Portare civette ad Atene”.
Atena veniva rappresentata con una Civetta appollaiata su una spalla.
Ancora oggi, è raffigurata in molti portafortuna.

Atena

La Civetta vive in tutto l’Emisfero nord, in Europa, Asia ed Africa settentrionale.
In Italia è un uccello molto comune ed è diffuso in quasi tutta la penisola, tranne che sulle Alpi.
I suoi habitat preferiti sono le vicinanze degli abitati civili, dove c’è presenza umana, in zona collinare.
Evita le zone oltre i 1000 m di altitudine, poiché la neve limita fortemente le sue fonti alimentari.

La sua alimentazione varia, dai cuccioli di lepre agli insetti.
La Civetta è confusa spesso con il gufo, per cui il simbolismo è lo stesso.
La Civetta è simbolo della saggezza, della sapienza ancestrale ma che, a causa delle sue abitudini notturne, ha assunto nella cultura popolare accezioni negative, legate all’oscurità e al diavolo.
Infatti, come molti altri animali notturni, è considerata dalla tradizione popolare un animale che porta sfortuna, e molti si augurano che non si metta a cantare sopra il proprio tetto.

Civetta delle nevi-Ph. minka2507 on Pixabay

E’ sempre stata considerata un simbolo di negatività e di malasorte: gli Egizi credevano, che il verso della Civetta profetizzasse la morte e rappresentava la notte e l’oscurità.
Gli Aztechi l’associavano al Dio dell’oltretomba, per i Romani simboleggiava la morte.
Lilith, demone femminile, che nel mito ebraico era considerata l’originaria sposa di Adamo e che, assieme ad altri due demoni, sedusse gli angeli caduti ,Azazel e Shemhazai, era rappresentata come una Civetta.
In Cina, era associata al Dio del tuono; in Giappone, era considerata portatrice di fame e di malattie.
In altre culture, però, si attribuiva alla Civetta un significato differente, dipendente da quando compariva: se era di giorno, indicava morte e disgrazie in arrivo, ma se appariva di notte, era a tutti gli effetti un presagio di buona fortuna.
Dettagliatamente, si credeva che indicasse morte quando il suo canto faceva “cuc-cuc” ed una nascita, quando faceva “ciu-ciu”.

Civetta degli Urali-Ph. Erik_Karits on Pixabay

Il suo stridire viene associato anche ai lamenti delle anime dei morti.
Infatti, nei tempi antichi, quando si vegliavano i morti nei cimiteri, durante la notte, le Civette nidificavano, nei cimiteri.
Le torce accese attiravano le Civette, che così cantavano e venivano udite da coloro che vegliavano il defunto; nacque la credenza che “il canto della Civetta annuncia il morto”.

Anche Giovanni Pascoli, nella poesia “L’assiuolo” indica il suo verso, come simbolo di solitudine e morte.
Alcuni sostengono, che porti disgrazia solo alla casa verso la quale volge lo sguardo, e fortuna agli occupanti di quella sulla quale è posata.
Quando la Civetta batte contro il vetro della finestra, è segno che presto una disgrazia colpirà quella casa.
In alcuni luoghi, era usanza inchiodare questo rapace alla porta della stalla o della casa, per tenere lontano il malocchio.
Nell’esoterismo, è un uccello sacro e magico e la sua figura, rappresentata da una Dea-Civetta, è presente nell’arte del periodo “La Tène” (Età del Ferro, VI-I secolo a.C.).

Ph. Alicia_Chan on Pixabay


Ha molti nomi tra cui “Bodach oidche” (fantasma della notte) o “Cailleach bhan” (vecchia donna bianca).

La Civetta, essendo un simbolo legato al passaggio della morte, viene anche chiamata “Occhio della Dea”.
È anche il simbolo della saggezza e delle conoscenze antiche.
Durante il Medioevo, la Civetta fu associata alla stregoneria: si credeva, che le streghe si servissero di questi uccelli (considerati loro demoni, come il gatto) per realizzare malvagi sortilegi.
Le streghe pare avessero la capacità di trasformarsi in Civette, per girare indisturbate la notte in cerca di erbe velenose, per spiare le persone, per cacciare animali (soprattutto topi, rospi e pipistrelli), che sarebbero serviti loro per realizzare diabolici filtri.
Le streghe utilizzavano alcune parti del corpo di questi uccelli (cuore, zampe, occhi, ossa, piume), per realizzare potenti talismani ed amuleti.
In magia nera, si imbalsama tutto l’uccello.
Secondo una tradizione indiana, il fischio della Civetta simboleggiava la chiamata dal mondo degli Inferi, mentre il Gufo rappresentava la morte in agguato.

by ArtTower on Pixabay

Ma cosa significa la Civetta nei sogni?
Una Civetta: significa che dovresti essere consapevole di ciò che sta accadendo intorno a te. Prendi in prestito il potere della Civetta, per vedere le cose a un livello superiore.
Più Civette: puoi aspettarti un consiglio utile da altre persone e dovresti accettarlo.
Civetta che vola: non è un buon segno. Significa problemi nella tua famiglia nel prossimo periodo. I problemi potrebbero essere un conflitto tra i membri della famiglia.

Civetta nera: di solito è un segno di risveglio e consapevolezza spirituale.
Civetta morta: è il peggior presagio di transizione. Simboleggia la morte del sognatore o di qualcuno molto vicino a lui. Rappresenta il passaggio da una vita all’altra.
Barbagianni: simboleggia una buona situazione finanziaria nel prossimo futuro.
Allocco: suggerisce che dovresti concentrarti maggiormente su te stesso e sulle tue esigenze di cambiamento.
Civetta delle nevi o bianca: ha un significato sereno. Rappresenta la felicità e la pace in breve tempo.

Nei tatuaggi, la Civetta simboleggia la solitudine, l’amore per il mistero, per l’oscurità e per la magia, le transizioni, le esperienze, la fortuna e i misteri della vita e della morte.
Ma è anche emblema di saggezza ed erudizione.

Civetta maculata-Ph. sarangib on Pixabay

Una curiosità:
Nella cultura moderna, si usa il termine Civetta, parlando di una donna vanitosa, leggera, che ama farsi corteggiare, attraendo ammiratori con atti e vezzi per lo più leziosi e poco naturali. Questa usanza è data dal fatto che questo rapace, quando veniva usato dai cacciatori come richiamo per ingannare i piccoli passeriformi, li attraeva con un particolare modo di battere le ali, con inchini, ammiccamenti e altri atteggiamenti simili, molto attraenti per le potenziali prede.

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“La speranza è il tappeto magico che ci trasporta dal momento presente nel regno delle infinite possibilità” (H. J. Brown)

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