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DATTILOMANZIA, LA MAGIA IN UN ANELLO

Scritto da MadameBlatt

La Dattilomanzia è un’antica forma di radiestesia ideata secondo alcuni da un indovino frigio di nome Dattilo, secondo altri deriva dal greco “dáchtylo” = “dita”, che utilizza un anello sospeso.
Questa forma di divinazione è stata utilizzata fin dai tempi antichi e, secondo Ammianus Marcellanus, storico vissuto dal 320 al 390 d.C., è stata usata per predire il successore di Flavius Valens, l’Imperatore romano orientale morto nel 378 d.C ., prevedendo l’ascensione al trono di Roma orientale di Teodosio.
Infatti, durante le predizione, l’anello si fermò sulle lettere T-H-E-O-D, indicando chiaramente Teodosio.
Nella mitologia greca esistevano i Dactyls, bambini invisibili, cinque ragazze e cinque ragazzi, nati a Delphi dalle dita della dea del cielo Rhea.
Essi erano entità o oracoli, utilizzati per la comunicazione tra i mortali e gli dèi.

Dattili

I Dactyls erano destinati a proteggere Zeus dal padre Kronos.
La leggenda narra che i Dactyls erano armati di uno scudo e di una spada e spesso lanciavano incantesimi, buoni o malefici, a nome di coloro che li avevano convocati.
La Dattilomanzia, quindi, era presente già ai tempi dell’antica Grecia.
Consisteva in un anello d’oro appeso ad un filo sottilissimo di seta, che era sospeso su una tavola rotonda di cera, sulla quale erano dipinte 24 lettere dell’alfabeto.
L’anello legato ad un dito, oscillando, andava su qualche lettera e si fermava.
Pertanto, unendo le lettere, si otteneva la risposta alla domanda posta.

Il vaticinio andava fatto utilizzando la mano sinistra.

Dattili

Prima di procedere si consacrava l’anello.
Il divinatore era vestito di sola tela bianca, con la testa rasata ed in mano aveva un ramo di verbena, i cui steli inoltre circondavano tutta la zona del vaticinio a protezione contro gli spiriti maligni, e recitava alcune preghiere per propiziare il dio invocato.
Gli spiritisti dell’epoca valutavano gli spostamenti dell’anello sulle lettere e componevano i messaggi provenienti dall’aldilà o dalle divinità pagane.
Successivamente, la Dattilomanzia fu modificata ed in molti cominciarono ad utilizzare il “pendolino”.

Una forma più complessa di Dattilomanzia è stata praticata in Europa durante il Medioevo, sempre con l’anello sospeso sopra una tavola circolare, ma contrassegnata dai simboli dello Zodiaco.

Ph. Alina Vilchenko on Pexels

Erano 78 dischi metallici fusi tra loro, incisi con una lettera dell’alfabeto (tre dischi per lettera) che venivano poi posizionati sul tavolo.
Le lettere che l’anello indicava e su cui si fermava erano quindi interpretate, per formare la risposta alla domanda divinata.

Con questo metodo, il metallo di cui l’anello era forgiato, era determinato dal giorno della settimana.

Lunedì – Argento, per rappresentare la luna, con una cristallo di quarzo nel quale erano intagliate due mezze lune.
Martedì – Ferro, per rappresentare Marte, recante un rubino con intagliato un serpente che morde l’elsa di una spada.
Mercoledì – Stagno /Piombo, per rappresentare Mercurio, con una corniola incisa con un caduceo.
Giovedì – Stagno, per rappresentare Giove, recante un topazio con incisa un’aquila ed una stella a cinque punte.
Venerdì – Rame, per rappresentare Venere, con uno smeraldo intagliato con un simbolo di unione sessuale.
Sabato – Piombo, per rappresentare Saturno, con un’onice circondata da un serpente.
Domenica – Oro, per rappresentare il Sole, con peridoto intagliato con l’immagine di un serpente con la testa di leone.

Nel Medioevo, all’interno dell’anello si incidevano i nomi di tre uomini saggi, Gaspare, Melchiorre e Baldassarre, molto popolari e rinomati per la loro saggezza e lungimiranza.
Più tardi, l’abitudine è stata applicata agli anelli di nozze, con le parole come “Amore e Obbedienza” incisi all’interno, per predire una felice e stabile vita coniugale.
Un altro metodo, utilizzato da Nostradamus, consisteva nel divinare per mezzo di anelli fusi tra loro in modo particolare e resi fatati, mettendoli in relazione con una particolare disposizione degli astri, così da muoverli quindi sopra un tripode, pronunciando un formulario di parole magiche.

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Divinazione con Dattilomanzia
Prendere un anello d’oro e legarlo ad un filo di seta.
Prendere poi un foglio di carta e disegnare tanti quadratini, in cui ci si scriveranno le lettere dell’alfabeto ed i numeri da 0 a 9.
Disporre questi quadratini di carta a cerchio.
Sospendere l’anello, tenendolo dall’estremità del filo, al centro delle lettere e chiamare lo spirito e/o fargli qualche domanda: a seconda delle oscillazioni verso le lettere, verrà fuori un messaggio.

Per messaggi più rapidi con risposte sì/no, si può sospendere direttamente l’anello dentro un bicchiere di vetro senza toccarne il fondo.
Se le oscillazioni gli faranno fare un colpo solo la risposta sarà “sì”, se usciranno due colpi sarà “no”.

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In questo caso, prima di fare la domanda è sempre meglio dire ad alta voce le istruzioni anche allo spirito, in modo che si instauri un linguaggio comune, ad esempio dicendo “batti un colpo sul vetro per un sì e due colpi per il no”.
L’ultimo metodo di divinazione dattilomantica consiste nel far cadere l’anello in una ciotola d’acqua, dopo aver scritto il fondo interno della ciotola con un modello speciale con simboli.
La posizione dell’anello sui simboli o sulle lettere sarà poi interpretata dal veggente come risposta a una domanda formulata.

 

 

Ph. thetruthpreneur on Pixabay

CURIOSITA
Ancora oggi, esiste la simpatica tradizione di conoscere il sesso del nascituro, grazie ad un anello.
In tanti dicono che sia un metodo infallibile.
Consiste nell’appendere un anello liscio (per esempio una fede) ad una catena d’oro, in modo tale da farlo pendere a circa una ventina di centimetri dalla pancia della mamma: a seconda di come si muove l’anello, si capirà se il piccolo è maschio o femmina.
Secondo la tradizione, se l’anello si muove da un lato all’altro, si è in attesa di un maschietto; se invece il movimento è circolare, si tratta di una bambina.

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“La speranza è il tappeto magico che ci trasporta dal momento presente nel regno delle infinite possibilità” (H. J. Brown)

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