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ALTEA, IL SIMBOLO DELLA BENEFICENZA

Scritto da MadameBlatt

L’Altea (Althaea officinalis) appartiene alla stessa famiglia della Malva, ed è originaria dell’Europa, del Nord Africa e dell’Asia occidentale.
Cresce sulle rive dei fiumi e nelle saline, prediligendo terreni umidi e sabbiosi.
Gli steli crescono fino a 1–2 m di altezza, è provvista di foglie inferiori, più o meno rotonde, con cinque lobi e un corto picciolo, e foglie superiori triangolari, con tre lobi.

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Il colore è verde-biancastro, per la presenza di numerosi peli morbidi e talvolta arricciati a ventaglio.
I fiori hanno un colore delicato, variabile dal rosa malva al rosso porpora.
Il nome deriva dal greco “althaín”, che significa “io curo”, in riferimento alle proprietà medicinali della pianta.
Gli Antichi facevano, infatti, largo uso della pianta.

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Il poeta romano Orazio si riferisce alla propria dieta nelle sue Odi, descrivendola come molto semplice: “Quanto a me, le olive, insalata belga e liscia malvarosa forniscono sostentamento”.
Si narra che il marshmallow dolciario abbia ricevuto il suo nome, a causa della somiglianza con i grandi fiori di questa pianta.
In realtà, è perché il “marshmallow” originale è stato fatto dalla pianta stessa.
Infatti, il primo uso medicinale di questa pianta da parte degli antichi Egizi, dei Romani e, nel più recente passato dai Francesi, portò alla creazione di una “confezione medicinale”.

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In origine, questa miscela era una pasta emolliente a base di radice di Althea officinalis ed era destinata al trattamento di mal di gola, tosse e raucedine.
Successivamente, i pasticceri francesi si misero a mescolare meringa e acqua di rose: nacque così la “pâte de guimauve” (o guimauve).
Alla fine, la guimauve si evolse nel prodotto a base di zucchero, che è oggi il marshmallow, tranne che senza i benefici per la salute conferiti dalla pianta di Altea.
La proprietà emulsionante della radice viene anche utilizzata per pulire i tappeti persiani in Medio Oriente, in quanto è considerato il metodo migliore per preservare la vivacità dei coloranti vegetali utilizzati, per colorare la lana del tappeto.

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I fiori e le foglie giovani possono essere mangiati e vengono spesso aggiunti alle insalate o vengono bolliti e fritti, o in minestre rinfrescanti.
Le radici, dal sapore simile alla pastinaca, e il fusto secernono anche mucillagini, che vengono utilizzate per ammorbidire la pelle e vengono utilizzate nei trattamenti cosmetici.
In medicina popolare, anticamente l’Altea veniva usata come emolliente, per frizionare le gengive sensibili in fase di dentizione.
La pianta è conosciuta anche con il nome Bismalva, Malvavischio, Malvaccione e Malvarosa.
Probabilmente, grazie alle riconosciute proprietà curative dell’Altea, nel linguaggio dei fiori, le è stato attribuito il significato di “beneficenza”.

Altea è anche il nome di un personaggio mitologico.
Ella era la figlia del re Testio ed Euritemide, ed era sorella di Leda, Ipermnestra, Euippo e Ificlo.
Era anche la moglie di Eneo, re di Calidone, e madre di Meleagro, Tireo, Toxo, Climeno, Agelao, Perifa, Deianira, Melanippe, Eurimede e Gorge.
Altea è celebrata nella storia antica a causa del destino di suo figlio Meleagro, in quanto furono uno la causa della morte dell’altro.
Quando nacque Meleagro, le Moire (le Dee del destino) predissero che sarebbe vissuto solo fino a quando un ciocco, che bruciava nel focolare di famiglia, fosse stato consumato dal fuoco.

Altea

Meleagro ed il cinghiale

In pratica, Eneo e Marte dormirono entrambi una notte con Altea, figlia di Testio.
Quando Meleagro nacque da loro, improvvisamente nel palazzo apparvero le Moire, Cloto, Lachesi e Atropo, le quali cantarono così il suo destino: Cloto disse che sarebbe stato nobile, Lachesi che sarebbe stato coraggioso, ma Atropo, guardando un ciocco che bruciava nel focolare, disse: “Vivrà solo finché questo ciocco non sarà consumato”.
Quando Altea udì questo, balzò dal letto, spense il ciocco fatale e lo seppellì in mezzo al palazzo, in modo che non venisse distrutto dal fuoco.
Meleagro crebbe fino a diventare un principe rispettato.
Una primavera, Eneo sacrificò le primizie delle stagioni a tutti gli Dei, omettendo per errore Artemide.

Meleagro ed Atalanta

Altea ed il ciocco

Infuriata, Artemide inviò un cinghiale di dimensioni e forza innaturali, per rovinare la terra di Calydon.
Meleagro era uno dei guerrieri che cacciavano il cinghiale, insieme alla famosa cacciatrice Atalanta e ai fratelli di Altea.
Egli uccise il cinghiale, ma diede la pelle ad Atalanta, sia perché si era innamorato di lei, sia perché lei aveva sferrato il primo colpo sull’animale.

Altea

Quando i fratelli di Altea, pensando al disonore che una donna avesse ottenuto il premio invece che gli uomini, le tolsero la pelle del cinghiale, sostenendo che apparteneva a loro per diritto di nascita, Meleagro si arrabbiò e uccise entrambi i suoi zii.
Quando Altea seppe cosa era successo, recuperò il ciocco che aveva nascosto alla nascita del figlio e lo rimise sul fuoco, uccidendo così Meleagro.
Alcuni dicono che lei e la moglie di Meleagro, Cleopatra, successivamente si siano impiccate, altri invece che al Altea si sia uccisa con un pugnale, per il rimorso.

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