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CIGNO, IL SIMBOLO DELL’AMORE FEDELE

Scritto da MadameBlatt

“Per quanto allunghi il collo, l’anatra non diventerà mai Cigno”

-proverbio cinese-

I Cigni sono i più grandi membri esistenti della famiglia degli uccelli acquatici della famiglia degli Anatidi, parenti stretti di oche ed anatre.
Essi hanno grandi dimensioni, i lunghi colli e un portamento elegante, che li rendono facilmente riconoscibili ovunque.
La loro apertura alare può arrivare a 2,50 mt, a seconda della specie, e addirittura a 3 metri nel Cigno trombettiere (l’unico ad avere il becco superiore nero).
Quando nascono hanno generalmente un piumaggio grigio, che poi si trasforma in bianco o nero.

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Solitamente i Cigni formano coppie monogame per tutta la vita.
Anticamente il Cigno bianco, i Cigni esotici nero e collo nero, quello selvatico e il minore erano allevati a scopi alimentari.
Attualmente sono specie protette.
L’eleganza e il portamento hanno reso il Cigno simbolo di amore sincero, innocenza e purezza.
Ammirato per la sua forza e il suo coraggio, che lo portano a difendere la prole anche contro avversari più grandi e potenti di lui, è un uccello monogamo e fedele per tutta la vita alla compagna scelta.
Il suo collo ha la forma del serpente sacro, simbolo di saggezza, e sibila come un serpente, quando è minacciato.

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Il Cigno è anche un simbolo benefico e sacro, possessore di poteri magici legati alla musica, uniti ai poteri terapeutici del sole e dell’ acqua.
In Irlanda, i Bardi (antichi poeti o cantori di imprese epiche delle tradizioni celtiche) portavano dei mantelli fatti con piume di Cigno, per la relazione che questo uccello aveva con la musica e il canto.
A livello simbolico il Cigno incarna la luce interiore dello spirito umano. Il suo volo è paragonato al ritorno dello spirito verso la propria sorgente e il Cigno rappresenta la parte dell’uomo che tende al bene, al meglio di sé, alla perfezione, alla spiritualità.

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Nel Medioevo il Cigno rappresentava il cavaliere per eccellenza con il biancore immacolato delle sue piume, il suo gusto per le acque limpide, il suo coraggio e la sua forza.
Durante l’Ottocento la figura della fanciulla-Cigno si veste di nuovi significati, come per la donna-foca dei Mari del Nord è un mutaforma che diventa docile moglie dell’uomo che nasconde il suo manto piumato.
Su di esso esistono molte favole e leggende, eccone alcune
“C’era una volta un re, che si chiamava Lir e aveva una figlia, Fionnuala, e tre maschi, Aodh, Fiachra, e Con.
I bambini erano tristi, perché la loro madre era morta quindi Lir, sapendoli bisognosi di una madre, decise di risposarsi.

The Children of Lir

La sua nuova moglie si chiamava Aoife, era molto bella e sembrava molto gentile.
Aoife, invece, era gelosa dei quattro bambini, perché il loro padre li amava molto, quindi chiamò un Druido per aiutarla a lanciare un terribile incantesimo.
Vicino al castello c’era un bellissimo lago, in cui i bambini andavano spesso a giocare.
Un giorno, Aoife li aspettò sulla riva del lago e, mentre giocavano, lei gli puntò la bacchetta contro e li trasformò in bellissimi Cigni.
Poi disse: ” Sarete cigni per novecento anni, trecento li passerete su questo lago, trecento nel mare di Moyle e trecento sull’isola di Glora. Solo il suono della campana di una chiesa potrà rompere l’incantesimo”.
Quando il re vide che suoi figli non tornavano, andò a cercarli al lago e trovò i quattro cigni, che gli raccontarono dell’incantesimo.

The Children of Lir-Dublino

Lir corse al castello e pregò Aoife di ritrasformarli in bambini, ma ella si rifiutò.
Il re la cacciò dal regno e promise una ricompensa, a chi avesse rotto l’incantesimo.
Purtroppo, nessuno seppe farlo, così il re passò tutta la vita vicino al lago, finché un giorno morì.
Dopo trecento anni, i Cigni andarono verso il burrascoso mare di Moyle, dove la vita era difficile ed essi si cibavano di pochi piccoli pesci.
Lentamente trascorsero gli anni e, quando venne il tempo di partire per l’isola di Glora, essi erano vecchi e stanchi.
Un giorno sentirono quel suono che avevano aspettato per novecento anni: una campana stava suonando nel campanile di una piccola chiesa.
Davanti alla chiesa, c’era un uomo che si chiamava Caomhòg, il quale ascoltò la loro storia, entrò dentro, prese dell’acqua santa e la versò sui Cigni, che si trasformarono in tre uomini e una donna vecchissimi.
Fionnuala abbracciò i suoi fratelli e tutti insieme morirono. Caomhòg li seppellì in una sola tomba.
Quella notte, l’uomo sognò che i quattro Cigni volavano sopra le nuvole e ritrovavano il loro padre e la loro madre.”
Indubbiamente, è celebre la fiaba “Il lago dei Cigni”:
“C’era una volta, in un luogo incantato, una bella Principessa.
Un giorno, mentre giocava con altre giovani donzelle, ella venne colpita dall’incantesimo di un malefico mago che, indispettito dalla bellezza della fanciulla, decise di trasformarla in un Cigno.


Il Cigno, che si distingueva dagli altri per la sua bellezza unica, passava ormai da anni le sue giornate nuotando in un lago originato dalle lacrime di dolore della Regina.
Ma un giorno, l’immortale vita del meraviglioso Cigno venne sconvolta dall’arrivo di un giovane Principe che, durante una battuta di caccia, si allontanò dal suo gruppo, imbattendosi nella visione della splendente creatura che era quel Cigno.
Il Principe si fermò a guardare quella creatura stupenda e, nonostante fosse in battuta di caccia, decise di non ucciderla.
Quando calò il Sole, il Cigno si avvicinò alla riva del lago e, battendo le ali ripetutamente, si trasformò nella bellissima Principessa, dirigendosi verso il Principe, con indosso una coroncina che la distingueva dagli altri Cigni.

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Il giovane Principe fu colpito nel vedere la trasformazione del Cigno in fanciulla ma questa, dopo essersi avvicinata a lui, gli raccontò la storia dell’incantesimo subito dal Mago, dicendogli che l’unico modo per liberarsi da quel maleficio, era ricevere una vera e sincera dichiarazione d’amore da un Principe.
Cosa che, senza esitazione, il Principe fece immediatamente.
La Principessa lo ringraziò e si congedò, chiedendogli di tornare al Lago il giorno seguente.
Ritornato al castello, il Principe si ricordò che il giorno seguente sarebbe diventato maggiorenne e che, dopo un lussuoso ballo, avrebbe dovuto scegliere la Principessa, con cui vivere per tutta la vita.
Quindi decise che avrebbe rifiutato tutte le Principesse che si sarebbero presentate, in quanto il suo cuore apparteneva ormai alla Principessa Cigno.
Arrivò il Ballo ed il Principe danzò con tutte le fanciulle destinate al trono, pensando però alla Principessa, che il giorno precedente lo aveva stregato sulla riva del Lago.
La Regina chiese al Principe quale fosse la fanciulla da Lui scelta ma egli annunciò alla madre che si rifiutava di scegliere una di quelle principesse, in quanto il suo amore era interamente destinato alla Principessa Cigno.

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Fu allora che il Mago cattivo si presentò al ballo, portando con sè una fanciulla che sembrava la Principessa.
Il Principe, pensando si trattasse di un sortilegio inflitto dal mago alla Principessa, ballò con lei ed alla fine annunciò a tutta la sala il loro imminente matrimonio.
In quel preciso istante un meraviglioso Cigno Bianco si catapultò nella sala da ballo e il Principe capì di essere stato ingannato dal Mago.
Disperato, si scusò con la sua amata per l’ingenuità, che lo aveva spinto a prendere in sposa un essere così immondo ma ella, perse ormai tutte le speranze di spezzare l’incantesimo, chiese al Principe di uccidere il malefico mago, come suo ultimo desiderio.
Questi impugnò l’arco e sferrò un colpo mortale al malefico stregone, che si schiantò a terra.
A quel punto la Principessa, dopo aver dato l’addio al suo bel Principe, andò verso il Lago e si immerse nelle sue gelide acque per l’ultima volta.
Il Principe, distrutto dal dolore per aver perso per sempre la sua adorata Principessa, si gettò dalla cima di un dirupo dritto nelle acque burrascose del lago, raggiungendo così la sua amata.”

Leda e il Cigno-Michelangelo Buonarroti

Nella mitologia romana, il simbolo del Cigno è collegato alla bellezza di Afrodite e ad Apollo, il Dio della poesia, della profezia e della musica.
C’è una favola greca, che ci racconta dell’ultima canzone ultraterrena dei Cigni mentre muoiono, che li lega alla poesia oltre che alla morte.
Esopo, Il Cigno e l’oca: “Un uomo benestante allevava contemporaneamente un’oca e un Cigno, non però alle stesse condizioni: il Cigno per il canto, l’altro invece per la mensa. E quando bisognava che l’oca subisse il destino per cui era allevata, era notte e la situazione non permise di riconoscere l’uno dall’altra. E il Cigno, portato via invece dell’oca, cantò una melodia preludio di morte; e con il canto rivelò la (propria) natura ed evitò la morte con la melodia.” (Il racconto dimostra che spesso la musica produce un rinvio della morte.

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I Cigni non si tuffano mai sott’acqua.
È per questo che i marinai credevano, che il significato simbolico del Cigno fosse un segno “contro il naufragio”.
Nei racconti giapponesi popolari di Ainu, il Cigno era un uccello angelico, che viveva in paradiso. Quando gli Ainu combatterono tra loro, uccidendo tutti i ragazzi tranne uno, il Cigno discese dal cielo, si trasformò in una donna e allevò il ragazzo fino alla virilità.
In seguito lo sposò, per preservare la razza Ainu.
In India, era il Cigno che deponeva l’Uovo Cosmico sulle acque, da cui nacque Brahma.
Il Cigno era il veicolo della moglie di Brahma, Saraswati, la Dea della saggezza, dell’educazione e della musica.
Nella tradizione indù, i Cigni rappresentano l’unione perfetta e lo spirito di Brahma.

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La costellazione del Cigno, raffigura un Cigno che naviga lungo la Via Lattea.
Nella tradizione celtica, il Cigno è associato alle divinità delle acque curative e del Sole.
Sono esseri mutaforma, possono cioè assumere sembianze umane e padroneggiano gli elementi dell’acqua, della terra e dell’aria.
Possono sempre essere riconosciuti dalla catena d’oro o d’argento, che pende dal loro collo.
Tra i Druidi, il Cigno rappresenta l’anima ed è associato al Festival di Samhain, aiutandoci a viaggiare nell’Altromondo.
Il simbolismo del Cigno bianco è legato alla luce, alla grazia, alla bellezza, all’amore e alla purezza, mentre il Cigno nero si trova nel simbolismo occulto.
Il Cigno è un emblema della bellezza e della morbidezza femminile.
Spiritualmente, il Cigno annuncia lo sviluppo delle nostre capacità intuitive e di stati alterati di consapevolezza.
In altre parole, questo Spirito Animale insiste affinché impariamo nuovi modi di pensare, respirare e seguire il flusso della vita.
Questo simbolismo significa, che una nuova crescita spirituale è sul nostro orizzonte.

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Il Cigno ti chiede di accettare la tua capacità di sapere cosa ti aspetta.
Pertanto, dovresti seguire le intuizioni e prestare attenzione al tuo istinto, senza dimenticare di onorare il tuo lato intuitivo femminile.
In alternativa, il simbolismo del Cigno ti ricorda la tua grazia e bellezza interiori, e questo equilibrio è qualcosa che devi lasciare che gli altri vedano.
Esso ti aiuta a vedere la bellezza interiore di te stesso e degli altri, nonostante le apparenze esteriori.
E questa capacità ti rende come una “calamita”, che attira altre persone verso di te.

Se hai il Cigno come Totem animale, allora hai la capacità di guardare al futuro e accettare la guarigione e la trasformazione, che sono una presenza costante nelle nostre vite.
Significa che sei benedetto dagli Esseri celesti.
Preferisci le relazioni monogame e, spesso gli individui con il potere del Cigno trovano il loro vero amore in tenera età, rimanendo insieme per gli anni a venire.
Hai la capacità di bilanciare lavoro, famiglia e divertimento, oltre a riconoscere l’importanza della solitudine personale, necessaria per ricaricarti.

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In mezzo alla folla, ti senti a tuo agio e riesci a mantenere la tua individualità.
L’incontro con un Cigno è considerato un presagio, che presto incontrerai la tua anima gemella e che sarai in una relazione amorevole, fiduciosa e leale.
Infatti, il potere animale del Cigno ti insegna come attrarre il tuo partner fisico e il tuo compagno.
Chiedi l’aiuto del Cigno, quando stai attraversando una fase di turbolenza e cambiamento: esso ti guiderà attraverso la trasformazione.
Visto che il significato del Cigno bianco è femminile, quello del Cigno nero è maschile: sono yin e yang e insieme rappresentano l’equilibrio.
Ma il Cigno nero, usato nel mondo occulto, non è necessariamente malvagio o negativo, ma può essere la metafora di un “evento raro”, o del fatto che “il mondo può cambiare in un batter d’occhio”.

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Gli Europei non conoscevano l’esistenza dei Cigni neri quindi, quando una rara specie di Cigni neri fu improvvisamente scoperta in Australia, la stessa parola Cigno nero divenne simbolo di eventi inaspettati, che avrebbero avuto una grande entità e impatto sul mondo.
Il Cigno è padrone degli elementi Terra, Aria e Acqua ed è un’ottima guida ai poteri terapeutici di questi elementi.
Molti guaritori usano una piuma di Cigno nelle cerimonie di sbavatura (rituale dei nativi americani, come bruciare erbe) e guarigione.
Una piuma di Cigno legata a uno strumento, come un’arpa, sarebbe un potente complemento alla musicoterapia.
Nei sogni, il Cigno rappresenta un innato desiderio di scappare o volare via da una situazione attuale, che stai affrontando.
Sognare una coppia di Cigni, indica una relazione forte e amorevole.
Significa anche fedeltà e lealtà.
Un Cigno potrebbe anche dirti che la trasformazione è in arrivo: proprio come il brutto anatroccolo diventa un grazioso Cigno, lo farai anche tu!

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