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MAMMA

Scritto da MadameBlatt

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La Festa della Mamma è una ricorrenza civile in onore della maternità, della figura materna e dell’influenza sociale delle madri, che viene osservata in forme diverse in tutto il Mondo.
Le celebrazioni delle madri e della maternità possono essere fatte risalire agli antichi Greci e Romani, che tenevano feste in onore delle Dee madri Rea e Cibele, anche se alcuni storici dichiarano che la festa della mamma risalga ad una celebrazione paleocristiana, nota come “domenica della madre”.
Durante il Medioevo, le persone tornavano a casa o alla chiesa “madre” una volta all’anno, durante la metà della Quaresima.

Giovanni Segantini- L’Angelo della vita

Gli storici teorizzano, che sia stato il ritorno alla chiesa “madre”, ciò che ha portato alla tradizione dei bambini che, un giorno in particolare, festeggino la madre e la famiglia.
Nell’Inghilterra del XVI secolo, questa celebrazione divenne la “domenica delle madri”.
I bambini, principalmente figlie che erano andate a lavorare come domestiche, avrebbero avuto il giorno libero la quarta domenica di Quaresima, per tornare dalle loro madri e dalla parrocchia di origine.
Il figlio o la figlia maggiore avrebbe portato una “torta materna”, che sarebbe stata tagliata e condivisa da tutta la famiglia.

Le riunioni di famiglia erano all’ordine del giorno, con figli e figlie che assumevano tutti i doveri domestici e preparavano una cena speciale in onore della madre.
A volte durante il giorno, la madre partecipava a speciali servizi in chiesa con la sua famiglia.
La domenica delle madri era anche conosciuta come “domenica del ristoro”; le regole del digiuno furono eliminate per quel giorno.
La torta tradizionale, chiamata “torta Simnel”, era una torta di frutta con due strati di pasta di mandorle, guarnita con 11 palline di glassa di marzapane, che rappresentavano gli 11 discepoli (Giuda non è incluso), oltre a delle violette zuccherate.

Ann Reeves Jarvis

L’incarnazione americana della Festa della Mamma è stata creata da Anna Jarvis, nel 1908, ed è diventata una festa ufficiale degli Stati Uniti nel 1914.
Anna Jarvis in seguito denunciò la commercializzazione della festa e trascorse l’ultima parte della sua vita, cercando di rimuoverla dal calendario.
Negli anni prima della guerra civile, Ann Reeves Jarvis, madre di Anna Jarvis, della Virginia Occidentale, contribuì ad avviare i “Club di lavoro per la Festa della Mamma”, per insegnare alle donne locali come prendersi cura dei propri figli in modo adeguato.
Questi Club, in seguito, divennero una forza unificante in una regione del Paese ancora divisa, durante la Guerra civile.
Nel 1868, Ann Reeves Jarvis organizzò la “Giornata dell’amicizia delle madri”, in cui le madri si riunivano con ex soldati dell’Unione e Confederati, per promuovere la riconciliazione.

Anna Jarvis

Dopo la morte di sua madre nel 1905, Anna Jarvis quindi concepì la Festa della Mamma, come un modo per onorare i sacrifici che le madri facevano per i loro figli.
Un altro contributo nella creazione della Festa della Mamma venne dall’abolizionista e suffragetta Julia Ward Howe.
Nel 1870, Howe scrisse la “Proclamazione della Festa della Mamma”, un invito all’azione che chiedeva alle madri di unirsi, per promuovere la pace nel Mondo. Nel 1873, Julia Howe creò una campagna per una “Giornata della pace della mamma”, che si celebrava ogni 2 giugno.

Julia Ward Howe

Un’altra pioniera della Festa della Mamma è Juliet Calhoun Blakely, un’attivista del “Movimento della Temperanza”, all’epoca del Proibizionismo negli Stati Uniti.
Due giorni prima del suo 59° compleanno, tre ragazzi, figli di sostenitori del Movimento (che proclamava la sobrietà), furono ritrovati ubriachi, costretti da persone contro la “Temperanza”.
Uno di questi era il figlio del pastore della locale Chiesta episcopale metodista di Albion, il quale lasciò improvvisamente il pulpito, per soccorrere il giovane.
Juliet Blakely, quindi, salì sul pulpito e prese il posto del pastore, chiamando altre madri per unirsi a lei, per terminare la funzione religiosa.
I suoi due figli, venditori ambulanti e quindi sempre in giro per il Paese, commossi dal gesto materno, giurarono di tornare ogni anno dalla madre, per celebrare il suo compleanno e, soprattutto, per rendere omaggio al gesto che aveva avuto.
Da quel momento, la Chiesa episcopale di Albion, decise di festeggiare questa ricorrenza ogni seconda domenica di Maggio.

Juliet Calhoun Blakely

 

A volte, la Festa della Mamma è stata anche una data, per il lancio di cause politiche o femministe.
Nel 1968 Coretta Scott King, moglie di Martin Luther King Jr., usò infatti questa celebrazione, per ospitare una marcia a sostegno di donne e bambini svantaggiati.
Negli anni ’70, gruppi di donne usavano questa festa anche come un momento, per sottolineare la necessità di parità di diritti e di accesso all’assistenza all’infanzia.

Coretta Scott King

La Festa della Mamma è arrivata in Italia soltanto nel 1933, durante il Fascismo, quando il 24 dicembre era celebrata la “Giornata della madre e del fanciullo”.
Da quel momento, ogni vigilia di Natale, le mamme venivano festeggiate per motivi propagandistici: le mamme erano l’espressione della politica natalista del Regime fascista e, in tale occasione, venivano premiate quelle più prolifiche.
Soltanto nel Dopoguerra, anche in Italia la Festa della Mamma ha assunto questo carattere meno propagandistico.
Nella seconda metà degli anni ’50, iniziarono a diffondersi due Feste della Mamma: una organizzata dal parroco di una frazione di Assisi per motivi religiosi, per celebrare la maternità nel suo valore cristiano e inter religioso; l’altra in Liguria, per motivi commerciali, promossa dai fiorai.
Entrambe erano festeggiate a maggio, mese dedicato alla Madonna per i primi, e periodo ricco di fiori per i secondi.

Dal 1959 la festa prese piede e si è celebrata per vari anni l’8 maggio, per poi passare alla seconda domenica di maggio.

Nel Mondo si festeggia:
Israele: un giorno tra il 30 gennaio e il 1 marzo
Norvegia: seconda domenica di febbraio
Afghanistan, Albania, Azerbaigian, Bosnia Erzegovina, Bulgaria, Kirghizistan, Laos, Macedonia, Moldova, Montenegro, Romania, Serbia, Ucraina, Vietnam: 8 marzo
Bahrein, Egitto, Iran, Iraq, Giordania, Libano, Libia, Oman, Arabia Saudita, Sudan, Siria, Emirati Arabi, Cisgiordania, Yemen: 21 marzo
Georgia: 3 marzo
Panama: 8 dicembre
Indonesia: 22 dicembre
Irlanda, Niger, Regno Unito: quarta domenica di Quaresima
Armenia: 7 aprile
Nepal: 24 aprile
Algeria, Rep. Dominicana, Francia, Haiti, Mauritius, Marocco, Svezia, Tunisia: ultima domenica di maggio
Russia: ultima domenica di novembre
Malawi: secondo lunedì di ottobre


Bielorussia: 14 ottobre
Argentina: terza domenica di ottobre
Tailandia: 12 agosto
Costa Rica: 15 agosto
Paraguay: 15 maggio
Mongolia: 1 giugno
Lussemburgo: seconda domenica di giugno
Kenya: ultima domenica di giugno
Anguilla, Aruba, Australia, Bahamas, Bangladesh, Barbados, Belgio, Belize, Bermuda, Brasile, Brunei, Birmania, Canada, Cile, Cina, Colombia, Croazia, Cuba, Cipro, Rep. Ceca, Danimarca, Ecuador, Estonia, Etiopia, Fiji, Finlandia, Germania, Ghana, Grecia, Grenada, Honduras, Hong Kong, Islanda, India, Italia, Giamaica, Giappone, Lettonia, Liechtenstein, Macao, Malesia, Malta, Olanda, Nuova Zelanda, Pakistan, Papua Nuova Guinea, Perù, Filippine, Porto Rico, Saint Kitts e Nevis, Santa Lucia, Saint Martin, Saint Vincent e Grenadine, Samoa, Singapore, Slovacchia, Sud Africa, Svizzera, Taiwan, Tanzania, Trinidad e Tobago, Uganda, Stati Uniti, Uruguay, Venezuela, Zambia, Zimbabwe: seconda domenica di maggio
Bolivia: 27 maggio
Spagna, Mozambico, Ungheria: prima domenica di maggio
Corea del sud: 8 maggio

Vediamo qualche tradizione nel Mondo.

Anche se le date e le celebrazioni variano, la Festa della Mamma consiste tradizionalmente nel regalare fiori, biglietti e altri doni.
Sebbene le sue versioni siano celebrate in tutto il Mondo, le tradizioni variano a seconda del Paese.
In Thailandia, ad esempio, la Festa della Mamma viene sempre celebrata ad agosto, giorno del compleanno dell’attuale regina, Sirikit.
Un’altra celebrazione, alternativa della Festa della Mamma si può trovare in Etiopia, dove le famiglie si riuniscono ogni autunno, per cantare canzoni e consumare una grande festa come parte di Antrosht, una celebrazione di più giorni, in onore della maternità.
Le figlie tradizionalmente portano verdure e formaggio, men
tre i figli forniscono la carne.

Durga Puja-Ph. Zinga on Pixabay


Insieme preparano un pasticcio di carne e raccontano storie di eroi di famiglia.
In India, ogni ottobre gli Indù onorano Durga, la Dea delle madri, durante il Festival di 10 giorni noto come “Durga Puja”.
Si pensa che la celebrazione risalga al XVI secolo ed è considerata sia una cerimonia religiosa, che un momento di riunioni familiari.
Una storia racconta di Durga che torna a casa dei suoi genitori, per mostrare i propri figli.
Le famiglie trascorrono settimane a preparare cibo, raccogliere regali e decorare le loro case per la festa.

Ph. Hans on Pixabay

In Giappone, dopo la seconda guerra mondiale, una versione della festa della mamma divenne popolare, come un modo per confortare le madri che avevano perso i figli in guerra.
E’ usanza regalare garofani, poiché simboleggiano la dolcezza e la resistenza della maternità nella cultura giapponese.
In origine, i bambini donavano un garofano rosso a una madre vivente e ne mostravano uno bianco se la madre era morta. Ora, il bianco è diventato il colore tradizionale.
Nel Regno Unito si celebra “Mothering Sunday” la quarta domenica di Quaresima.

Nel 1700, questo giorno era caratterizzato da giovani domestici che tornavano a casa, per trascorrere del tempo con le loro madri.
Quell’usanza è l’evoluzione di una precedente in cui le famiglie, che si erano trasferite, tornavano nella loro chiesa d’origine.


Oggi, la festa rimane fondata sulla religione, con molte chiese che distribuiscono narcisi per i bambini da dare alla mamma.
In Francia, nel 1920, il governo francese iniziò ad assegnare medaglie alle madri di famiglie numerose, in segno di gratitudine per aver aiutato a ricostruire la popolazione, dopo che tante vite furono perse durante la prima guerra mondiale.
Nel “Giorno delle madri”, il regalo tradizionale ora è una torta a forma di fiore.
In Messico, “El dia de la Madre” i figli portano a mangiar fuori le loro mamme (come a volerle “staccare” dalle incombenze del focolare) e in ogni strada impazzano balli e canzoni popolari.
Le origini della Festa della Mamma nel mondo arabo si possono far risalire all’Egitto del 1956, in cui fu introdotta dal giornalista Mustafa Amin.

Mustafa Amin

Da allora, questa pratica si è diffusa anche nelle altre nazioni del Medio Oriente.
Per il popolo ebraico di Israele, la festa della mamma è diventata la “Giornata della famiglia”: si celebra l’amore reciproco del focolare domestico e trae le sue origini dal giorno della memoria per la morte di Henrietta Szold (13 febbraio 1945), la cui organizzazione Youth Aliyah aiutò a salvare molti bambini ebrei dalla Germania nazista, occupandosi successivamente dei loro bisogni.

Henrietta Szold

Ma al di là di come e dove si celebri questa festività, rimane intoccabile l’importanza della figura materna, in ogni sua forma.
La maternità è la più alta forma di attesa, che sia fisica, biologica, surrogata o adottante.
E’ la più grande forma d’amore, che sia per i propri figli o per quelli degli altri.
La madre non è solo quella del seno, ma è sicuramente quella della presenza, dell’ascolto, dell’aiuto, del consiglio, del giusto rimprovero.
Essere madre significa modificare la propria vita e il proprio tempo per i propri figli, dando tutto il cuore e tutte le forze ogni giorno, per farli andare avanti e insegnargli a vivere.


Diventare madre può essere piuttosto difficile, può contemplare rinunce, eccessiva stanchezza, sensazione di solitudine o di inadeguatezza, ecc.
Ma non bisogna farsene una colpa, perché è “normale” provare queste sensazioni, spesso passeggere.
Così come essere madre, non vuol dire stare con i propri figli 24 ore su 24 e 7 giorni su 7; e neanche che i figli siano un prolungamento di sé, costretti ad essere identici alla propria madre.
I primi anni di vita sono molto importanti, per plasmare la futura personalità di un bambino.
Questo non significa che la madre sia l’unica in grado di dargli forma ma credo che, sicuramente, sia quella che può dare più sicurezza e serenità.

Ma non sempre funziona così e, a questo punto, “mamma” diventa chi si occupa di noi con amore, devozione e costanza, qualsiasi aspetto abbia: alta/bassa, a colori, consanguinea, estranea; Lei sarà il nostro riferimento, la nostra “luce” nel buio.
Sebbene non tutti abbiamo un ottimo rapporto con le nostre madri, probabilmente ci rendiamo comunque conto, che questa è una relazione importante, anche quando non ha avuto un vissuto in positivo.
Non esiste la “mamma perfetta”, si tratta solo di una donna che accetta o meno la sua genitorialità.


L’assenza emotiva può assumere molte forme, da un genitore che ha aspettative irrealistiche, o che non ascolta attentamente, invalidando le esperienze emotive di un bambino, al punto che lui o lei inizia a provare insicurezza.
Quando un genitore non è emotivamente in sintonia con un bambino, non c’è nessuno specchio alzato, nessun riflesso positivo condiviso con il proprio figlio, che non può sviluppare un senso positivo di sé, e quindi diventa una persona insicura e triste.

“I figli devono essere rispettati in quanto entità spirituali

dal linguaggio antico come il nostro.

Sono compagni di avventura

che condividono con noi il tempo e lo spazio,

ciascuno unico con il suo bagaglio di lezioni,

con i suoi obiettivi e con il proprio viaggio davanti a sé.”

-Mike Dooley- (L’arte di far accadere le cose)

A questo punto, se non abbiamo avuto la possibilità di avere la figura materna nella persona che ci ha partorito, se siamo fortunati, potremmo legarci a chi può in qualche modo incarnarla.
Da piccola mi sono sentita molto sola, per tanti motivi, senza punti di affetto e di riferimento, che ho dovuto inventare, andando a vivere nel mio fantastico “mondo parallelo”.
Da adulta ho dovuto essere una “madre-monogenitore-sempre di corsa”, dovendo crescere i figli da sola.
Ho fatto del mio meglio, anche se per me “non è mai abbastanza”.


Oggi vedo mia figlia, diventata mamma, che si occupa splendidamente della sua bambina.
Ascolto mio figlio, che non vede l’ora di diventare papà, per essere “ciò che non ha avuto”.
Ammiro mia sorella, cuore di rosa racchiuso in un’invincibile armatura, cavalcare instancabile la vita col suo principino.


Ed io, mi vivo mia nipote, per ciò che consente questa tremenda situazione che stiamo attraversando, insegnandole la magia e l’immaginazione.
Quando ci raccontiamo le storie, esse diventano vive davanti a noi con la sola forza delle nostre voci.
I draghi combattono contro i cavalieri nella sua stanza, le fate tremolano nella luce e gli incantesimi dei maghi fanno ululare il vento notturno.
Soprattutto la principessa, a cavallo del suo Alicorno magico, non ha bisogno di un principe, perché è lei portare la spada!

Condivido con lei, le emozioni che non ho potuto dare ai miei figli, cresciuti più in maniera pratica e materiale.


E nello stesso tempo, a mio modo, continuo ad essere presente nella vita di mia madre, nonostante tutto.
Perdono.
Perché, ricorda, che i tuoi figli vedono e assorbono tutto ciò che fai.
Conoscono la relazione che hai con i tuoi genitori e come tratti tua madre da adulta.
Pensa a te stessa, se è così che vorresti che ti trattassero i tuoi figli, quando saranno adulti.
Il ciclo della vita continua.

“Ogni generazione eredita un mondo che non ha mai creato;
e, mentre lo fa, diventa automaticamente il fiduciario di quel mondo
per coloro che verranno dopo.
A tempo debito, ogni generazione rende conto ai propri figli”
-Robert Kennedy-

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