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ALCHECHENGIO, LA LANTERNA CINESE

Scritto da MadameBlatt

L’autunno è dietro l’angolo, puoi sentirlo nel cielo, sentirlo nel vento e vederlo nei colori che assume, man mano, il Mondo.
Nei negozi, si inizia a vendere un frutto particolare, quasi magico, facendoci sentire l’Estate che si allontana.
Parlo dell’Alchechengio, (Physalis alkekengi), chiamato anche Lanterna cinese, Lanterna giapponese, Ciliegio invernale, Bladder cherry, una pianta perenne, che raggiunge solitamente i 60 centimetri di altezza.

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Il nome del genere, Physalis, deriva dal verbo greco ‘phusaò’ = ‘gonfiare’.
L’Alchechengio è una pianta che appartiene alla famiglia della Belladonna ed è facilmente riconoscibile dal suo palloncino.
Anticamente nei Paesi Bassi, la sua forma ricordava alle persone un copricapo ebraico medievale ed era chiamato ‘jodenkers’ .
In cinese mandarino, il suo nome è ‘hua jin deng’ (挂金灯) che letteralmente si traduce in ‘illuminazione dorata sospesa’.

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Le foglie ed il rizoma possono essere velenosi, se assunti a dosi eccessive, perché contengono ‘solanina’, stessa sostanza che si trova nei germogli delle patate, che provoca mal di testa, vomito, nausea e diarrea.
Le uniche parti commestibili della pianta sono le bacche, che maturano a settembre ed hanno la forma di una piccola ciliegia.
La dose massima da consumare, però, non dovrebbe superare i 30 al giorno.

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Da esse si può ricavare un’ottima marmellata, si possono mangiare da sole o aggiunte alle insalate.
Se seccate leggermente, si possono mettere sottaceto o in salamoia. Vengono anche preparate candite o ricoperte di cioccolato fondente.
Contengono vitamina C, acido citrico, tannino e zucchero.
In erboristeria, l’Alchechengio si usava per curare le malattie in cui c’era bisogno di un’azione diuretica marcata.

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Già nota a Dioscoride e a Galeno, la pianta è molto diffusa in Asia, in Europa e nelle regioni mediterranee.
Si trova allo stato selvaggio nei campi incolti, tra le macerie, lungo le rive dei fossi, nelle siepi ombreggiate, in luoghi umidi e sul terreno calcareo dal piano fino alle zone montane.

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In Giappone, i suoi calici fruttiferi luminosi e simili a lanterne fanno parte dell ‘Obon Festival’, tradizione buddista giapponese per onorare gli spiriti dei propri antenati, e sono destinati simbolicamente a guidare le anime dei morti.
Un mercato dedicato agli Alchechengi, ‘hōzuki-ichi’, si tiene ogni anno il 9 e 10 luglio vicino all’antico tempio buddista di Sensō-ji ad Asakusa.

hōzuki-ichi- Ph. DeepJapan

Molte persone amano usare i fiori per arti e mestieri, intrecciandoli in ghirlande o mazzi secchi, oppure possono essere inseriti in libri di scarto, gioielli o segnalibri.
Le intricate vene essiccate della buccia possono anche essere delicatamente immerse nella colla o nella gommalacca e, una volta indurite, possono essere dipinte.

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Il simbolismo dietro il fiore dell’Alchechengio è la protezione, in quanto la sua sostanza tossica viene prodotta per ‘proteggersi’ dal consumo.
Quando viene donato a qualcuno che è malato, rappresenta l’uso del veleno per contrastare il veleno che si ha in corpo (以毒攻毒).
Quindi, significa essenzialmente il desiderio di guarigione e di buona salute da allora in poi.
L’involucro del frutto, a forma di calice, sembra fatto di carta, e con la maturazione si sgretola, mostrando il frutto.
Proprio per questo ciclo vitale, l’Alchechengio simboleggia la vita che permane oltre la morte, il cammino che porta all’illuminazione, la forza fisica e interiore (poiché cresce ovunque ed è una pianta molto resistente) e l’amore che supera ogni ostacolo e dura nel tempo.

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Invece, i fiori secchi della pianta vengono regalati, soprattutto per i matrimoni, per augurare sicurezza agli sposi.
In magia è usato nei rituali di amore, passione per la vita, amabilità, resistenza e vitalità, protezione.
Infatti, nell’antichità la pianta era sacra a Venere e veniva utilizzata per realizzare incantesimi d’amore.
Inoltre era adatta come protezione per la casa dagli influssi negativi e per ritrovare il buonumore.
In amore, può essere utilizzata nei rituali per saldare le unioni, rinvigorire la passione e dissolvere i dubbi.


Infatti, se dopo averne mangiato il frutto conserverai il calice sotto il cuscino, il fiore contribuirà, attraverso i sogni, a svelare le risposte utili a risolvere i tuoi dilemmi, illuminando il tuo cammino.

 

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