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PEPERONCINO, LA SPEZIA DEL DEMONE

Scritto da MadameBlatt

Capsicum è un genere di piante originario delle Americhe, e coltivato in tutto il Mondo.
Esso comprende il peperone ed i peperoncini, sia piccanti che dolci.
Il suo nome deriva dal latino ‘capsa’ = ‘scatola’, per la particolare forma del frutto, che ricorda una scatola con dentro i semi.
Ma potrebbe anche derivare dal greco ‘kapto’ = ‘mordo’, per la piccantezza che ‘morde’ la lingua.

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Esistono molte centinaia di varietà ibride di Peperone e Peperoncino in varie forme, colori, dimensioni e gradi di calore.
Peperoncino è il nome dato alle varietà piccanti (e/o ornamentali), utilizzato prevalentemente come condimento.
Si differenzia dal peperone, in quanto contiene la ‘capsaicina’ (composto chimico che stimola i recettori del caldo VR1 situati anche sulla lingua, che provocano la sensazione di ‘bruciore’), sostanza presente in diverse concentrazioni, a seconda della varietà, che dona la piccantezza alla bacca.

Scala di Scoville

Tale caratteristica si misura utilizzando la ‘Scala di Scoville’ (SHU), la quale indica la diversa quantità di capsaicina, tenendo presente che un peperone dolce, che non la contiene, ha un valore zero sulla scala mentre, per esempio, l’Habanero, uno dei peperoncini più piccanti, misura un valore superiore a 300.000 (la capsaicina pura misura 16.000.000).
Il Peperoncino fa parte della dieta umana dal 7.500 a.C. circa ed è una delle colture più antiche delle Americhe, poiché le origini della sua coltivazione vengono fatte risalire al Messico centro-orientale circa 6.000 anni fa, oltre ad essere una delle prime colture autoimpollinanti.
Quando Cristoforo Colombo con le sue navi raggiunse i Caraibi, trovò questa pianta, che chiamò ‘Peperone’, paragonandola al genere Piper (pepe nero) con il suo sapore piccante, che era già conosciuta in Europa.
In Asia, invece, il Peperoncino si diffuse verso la fine del XV secolo, grazie ai commercianti portoghesi che, consapevoli del suo valore commerciale e della somiglianza con la piccantezza del pepe nero, ne promossero la vendita nelle rotte commerciali delle spezie asiatiche.

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Esistono 5 specie domestiche di Peperoncino.
Capsicum annuum comprende molte varietà comuni come i Peperoni, Peperoni di cera gialla, Pepe di Cayenna, Jalapeño, Thai, Peperoncino calabrese, Serrano, Chiltepin e tutti i tipi di Chili New Messico.
Capsicum frutescens comprende Malagueta, Tabasco, Piri Piri e Kambuzi malawiano.
Capsicum chinense comprende i Peperoncini più piccanti, come Naga, Habanero, Datil, Carolina reaper, Bhut jolokia e Scotch bonnet.
Capsicum pubescens comprende Rocoto sudamericano.
Capsicum baccatum comprende Aji Amarillo e Lemon Drop, sudamericani.

Chipotle–Ph. BlackRiv on Pixabay

Sebbene ci siano solo poche specie comunemente usate, ci sono molte cultivar e metodi di preparazione del Peperoncino, che prendono nomi diversi nell’uso culinario.
Per esempio, i Peperoni verdi e rossi sono la stessa cultivar di Capsicum annuum, solo che i verdi sono quelli rossi ma immaturi.
Così come il Poblano che, una volta essiccato, si chiama Ancho, o lo Jalapeño diventa Chipotle.

Una volta importato in Europa, divenne consuetudine essiccare e macinare il Peperoncino, per usarlo come condimento e colore nei diversi tipi di preparazione culinarie e salsicce.

Paprika– Ph. RitaE on Pixabay

Nacque così la Paprica, una spezia che, contenendo tracce di capsaicina e buone quantità di fruttosio, si distingue per il sapore delicato, dolciastro e vagamente piccante (a volte amarognolo).
Sia la sua dolcezza che la piccantezza variano in base alla materia prima di utilizzo, ovvero in base alla varietà del frutto (o dell’eventuale miscela) e alle manipolazioni su di esso esercitate.
Tuttavia, la specie di Peperoncino prediletta nella produzione della Paprica è il Capsicum annuum.

Gli Spagnoli la chiamano ‘pimentón’, e può essere dolce o piccante; negli USA, in America latina, in Germania e Olanda si usa la parola ungherese ‘paprika’, in francese ‘piments doux’.

Jalapeño-Ph. ajcespedes on Pixabay

Nella cucina ungherese, la Paprika, soprattutto quella piccante ottenuta dal peperoncino, è ampiamente utilizzata per aromatizzare gulasch e salsicce ed è considerata la spezia nazionale.
L’uso, sia dolce che piccante, è molto diffuso in Spagna, per la preparazione di alcuni insaccati tradizionali, come il chorizo, o nelle minestre.
È anche un condimento molto diffuso nel Maghreb (area geografia a ovest del Nord Africa), in particolare una purea di peperoncino rosso essiccato chiamata ‘harissa’ (che adoro!) molto utilizzata con il cuscus, piatto tradizionale tipico della cucina di questa regione.

Harissa–Ph. Pixi0815 on Pixabay

In generale, i Peperoncini freschi possono essere utilizzati per preparare zuppe, stufati, curry, peperoncini, bevande speziate, salse, chutney e sottaceti.
Il Peperoncino in polvere è solitamente una miscela di diversi tipi di peperoncini e può essere aggiunto a piatti di carne o verdure, pasta e uova, ma anche nei dolci.
Questa pianta aiuta a stimolare la saliva, ed è importante per la digestione e per prevenire l’alitosi.
Gli Incas chiamavano i Peperoncini ‘Uchu’ e li veneravano come una divinità, in pratica uno dei quattro fratelli di un mito della creazione e fratello del primo re Inca.
Nella ‘Narrativa degli Incas’ (Suma y narración de los Incas), lo spagnolo Juan de Betanzos include la storia dei quattro fratelli Ayar, Uchu, Manco, Cachi e Auca, che con le loro quattro sorelle-mogli vivevano in una grotta di montagna chiamata “Magazzino dell’alba”.
Questa grotta aveva tre finestre, una delle quali si affacciava sul cielo, una sul mondo sotterraneo e una sul mondo dei vivi.
I fratelli e le sorelle lasciarono la grotta in cerca di un luogo adatto dove stabilirsi.
Cachi (‘Sale’) era così potente, che poteva rompere le montagne, quindi i fratelli si spaventarono e lo rimandarono alla grotta, dove fu murato.

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I restanti tre fratelli viaggiarono attraverso le Ande ed Uchu (‘Peperoncino’) piantava semi ovunque si fermassero.
Quando furono ai piedi della montagna Quirir-Manta, Uchu divenne un santuario di pietra sulla cima della montagna, dove i giovani Incas si recavano, per essere trasformati in adulti.
Il Peperoncino ha un ruolo di protagonista nei rituali dei viaggi sciamanici.
Le tribù precolombiane di Panama lo usavano in combinazione con il cacao ed altre piante, per entrare in trance allucinatoria, viaggiando nel ‘mondo di sopra’ o nel ‘mondo di sotto’, per negoziare con gli spiriti per conto dell’umanità.

Ph. mondointasca.it

In Amazzonia, il Peperoncino viene talvolta aggiunto alle medicine allucinogene, che gli Sciamani usano per i rituali di guarigione e le ricerche visive.
Gli Aztechi amavano anche bere il ‘Chilote’, un liquore a base di polpa di agave fermentata, peperoncino ed erbe aromatiche; questo liquore è la base della Tequila e del Mezcal di oggi.
Il Peperoncino gode, fin dai tempi antichi, della reputazione di spezia afrodisiaca, in quanto si pensava che la sua natura infuocata accendesse la fiamma della passione.
Gli Aztechi erano noti per utilizzare il Peperoncino per questo scopo, mescolandolo spesso con altre piante afrodisiache come il cacao e la vaniglia.
I Maya sfregavano Peperoncino negli occhi delle fanciulle, che civettavano in pubblico.

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Gli Indios Popolocàn punivano i bambini disobbedienti, facendo andare il fumo di Peperoncino nei loro occhi.
I contadini messicani, discendenti degli Aztechi, coltivavano i Peperoncini e i pomodori in campi nettamente separati da quelli dei fagioli e del mais.
Le loro mogli incinte non potevano mangiare il Peperoncino altrimenti i folletti della pioggia le avrebbero picchiare, portato via il cibo e messo grandi quantità di acqua nel loro utero.
Si proteggevano i neonati, con un pezzo di pianta e frutto del Peperoncino, sotto forma di croce, messo sotto la stuoia dove la puerpera dormiva col bambino.

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E se, nonostante questa protezione, il bimbo si ammalava (e quindi colpito dal malocchio), i genitori si procuravano 4 Peperoncini (da 4 venditori diversi) che venivano disposti a forma di croce, per dare inizio al rito scaramantico, compreso un trattamento con saliva, uova, erbe ed altri Peperoncini.
In Italia, dove la Calabria è il principale produttore e consumatore, il Peperoncino viene consumato fresco o macinato e aggiunto anche a salumi e formaggi particolari, oppure viene conservato sott’olio per ottenere una versione piccante.
Chi non ha mai mangiato la famosa ‘pasta aglio olio e peperoncino’?

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Ovunque si vedono fili di Peperoncini freschi, in casa, alla porta o sul balcone, in auto, o magari si porta un “corno” di plastica, che sembra un Peperoncino, in tasca come portafortuna, o si creano gioielli.
Però attenzione, affinché funzioni contro la iella e porti fortuna, la tradizione vuole che i Peperoncini siano freschi, non secchi.
Quindi non ho idea di come sarebbe, indossare un pendente di Peperoncino fresco…
Il Peperoncino è un concentrato di benefici medicinali, che sono stati utilizzati con successo per millenni, per trattare condizioni di salute comuni, dal mal di testa ai dolori articolari e ai muscoli indolenziti.
Infatti, oltre alle sue molte virtù anestetiche, sono note anche quelle ipocolesterolemiche, gastriche, nelle perdite di peso corporeo, antiossidanti e vasodilatatorie, dovute alla capsaicina.
Il Peperoncino è considerato sicuro da ingerire, tuttavia, le persone sensibili potrebbero avvertire naso che cola, fastidio allo stomaco, sudorazione e arrossamento della pelle.
Quindi, come tutte le cose, va utilizzato con moderazione.
Nel nostro corpo fisico, il Peperoncino migliora la circolazione, aiutando in molti problemi fisiologici; allo stesso modo, migliora la nostra circolazione di energia spirituale, rilasciando blocchi e spostando l’energia stagnante.

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Queste proprietà lo rendono un modo eccellente, per aggiungere calore ed energia a rituali e incantesimi, ed è anche per questo che molti anziani consigliano cautela nel suo utilizzo.
Come per ogni cosa, c’è un tempo e un luogo per agire.
Puoi scuotere un Peperoncino essiccato con i suoi semi intatti al suo interno, per riscaldare il tuo incantesimo o rituale, ed invocare al meglio le sue energie.
Non dovrebbe sorprendere, quindi, che sia spesso usato in modo negativo nelle maledizioni o, al contrario, in contro-magia per proteggere e difendere.
Il Peperoncino può essere usato da solo, o aggiunto ad altre erbe tritate in polvere e cosparso in uno spazio, come misura di protezione.
Infatti, nell’America centrale e meridionale (così come da noi in Italia) i Peperoncini erano tradizionalmente usati per contrastare la magia nera, per effettuare i rituali di protezione e per scacciare gli spiriti maligni.
Sparsi per la casa, allontanavano demoni e vampiri malvagi, mentre bruciati insieme ad aglio e altre spezie pungenti, aveva lo scopo di fumigare e purificare la casa.
Fili di Peperoncino vengono tuttora usati, per la decorazione o indossati come collana protettiva.
Appendi un filo di peperoncini secchi nella tua cucina come amuleto protettivo, o metti una corona di peperoncini e fette di limone secco sulla tua porta d’ingresso.

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Aggiungi la polvere di Peperoncino agli incensi di protezione e di esilio, oppure agli incensi di Mar e bruciali, per aumentarne la potenza.
Alcune streghe preferiscono alternare sale e Peperoncino in polvere, nel formare il cerchio di protezione.
Due Peperoncini rossi venivano legati con un filo rosso e posti sotto il letto, per favorire la passione ed il concepimento.
Puoi preparare una borsa magica, per far ripartire un po’ d’amore: in una sciarpa di seta rossa, incastona 3 petali di rosa rossa e lavanda.
Aggiungi il Peperoncino tritato o in polvere, e poi chiudi con un nastro rosso o dorato.
Caricalo energicamente e lascialo sotto il materasso.

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Come sempre nell’incantesimo, le intenzioni e la concentrazione sono importanti nella preparazione.
Già prima del Medioevo, ghirlande di Peperoncino venivano appese anche nelle stalle, perché si credeva che proteggessero il bestiame da invidia e rituali di magia nera, che facevano ammalare e morire gli animali.
E, come tutte le piante e le erbe aromatiche, il Peperoncino era utilizzato in rituali di magia nera o bianca, per attirare amore o separazione e protezione.
Se si veniva maledetti, si spargeva del Peperoncino per casa, per spezzare l’incantesimo.
Per viaggiare senza problemi, si portava sempre con sé 7 Peperoncini piccanti, secchi.
Se si voleva, invece, recuperare il denaro dato in prestito, bisognava avvicinarsi a una pianta di Peperoncino e recitare tre volte ‘Ewè, est mi Kalù’.
Poi, si doveva strappare 7 foglie e sfregarle sotto la pianta dei piedi, prima di andare dal debitore a chiedere i soldi.
Chissà se le agenzie di recupero crediti fanno così…
Il Peperoncino è, ancora oggi, usato negli incantesimi per promuovere fedeltà e amore.
Usalo per “ravvivare” o “scaldare” una relazione.
Se ritieni che il tuo compagno stia cercando pascoli più verdi, compra due grandi peperoncini secchi.

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Incrociali e legali insieme con un nastro rosso o rosa.
Mettili sotto il cuscino e questo dovrebbe aiutare a mantenere la fedeltà nel tuo matrimonio.
Oppure usalo nelle polveri d’amore, per infiammare l’amato, o per assicurarti di trovare un amore piccante.
Ma potresti anche fare come si fa in Brasile: per assicurarti la fedeltà di tuo marito (o di tua moglie) preparagli una bistecca con sale, cipolla e Peperoncino.
Conserva gli avanzi e sotterrali sotto la porta della cucina.
Ricorda: è un rituale che funziona a patto che il marito non mangi tutta la bistecca!

Ph. The Sun

CURIOSITA’: Ogni anno si tiene, o meglio si teneva…, a Changsha (provincia cinese di Hunan) una competizione particolare, durante la quale centinaia di spettatori assistono alla lotta di persone che anelano ad essere incoronati campioni, per aver mangiato il maggior numero di Peperoncini nel tempo di 1 minuto.
Cinesi temerari si tuffano in vasche colme di acqua e Peperoncini, per riuscire a mangiare quanto più cibo infuocato possibile, in quel poco tempo a disposizione.
La maggior parte dei partecipanti abbandona il concorso, a causa del bruciore insopportabile addentando i Peperoncini.
Altri vengono visti gettare la spugna e bagnarsi rapidamente con bottiglie di acqua fredda.
Tuttavia, un recente rapporto sul Journal of Emergency Medicine evidenzia che un concorrente si è provocato un buco in gola, partecipando a questa strana challenge.
Il record attuale è di 15 peperoncini crudi in 60 secondi.

 

PIANETA: Giove
ELEMENTO: Terra
SEGNO ZODIACALE ASSOCIATO: Ariete
CHAKRA: 1, Mulhadara (C. della radice)

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“La speranza è il tappeto magico che ci trasporta dal momento presente nel regno delle infinite possibilità” (H. J. Brown)

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