Home MISTERO ALICE KYTELER, LA PRIMA STREGA D’IRLANDA

ALICE KYTELER, LA PRIMA STREGA D’IRLANDA

Scritto da MadameBlatt

Alice Kyteler (1263–132??) è stata la prima persona accusata di Stregoneria in Irlanda.
Ecco la sua storia.
Alice Kyteler apparteneva ad una famiglia di mercanti fiamminghi, che si erano stabiliti a Kilkenny, probabilmente nell’area conosciuta come Flemingstown, verso la metà del XIII secolo.
Nel 1280, la donna sposò William Outlaw, un ricco mercante ed usuraio di Kilkenny, dal quale ebbe un figlio, chiamato anch’egli William, il quale divenne in seguito il suo principale socio in affari.
Infatti a quel tempo, mogli e madri di mercanti medievali partecipavano spesso all’attività di famiglia.
Nel 1303, William fu dichiarato adulto, diventando poi sovrano o sindaco di Kilkenny.
Ma nel 1302, Alice era già sposata con il suo secondo marito, Adam Le Blund di Callan, un altro usuraio.


La coppia era evidentemente ricca e, nel 1303, William Outlaw dichiarò di custodire 3.000 sterline del loro denaro, un’indicazione della misura del commercio medievale a Kilkenny e della natura altamente redditizia del prestito di denaro, tenendo conto che, all’epoca, la paga giornaliera per un lavoratore era da uno a un penny e mezzo.
Nel 1307, Adam Le Blund si dimise, e consegnò al figliastro William Outlaw, tutti i suoi beni mobili, immobili, gioielli, annullando così tutti i debiti che aveva nei confronti del figliastro.
Nel 1309, Alice aveva già sposato il suo terzo marito, Richard de Valle, un ricco proprietario terriero di Tipperary e, di nuovo, suo figlio William Outlaw beneficiò finanziariamente del matrimonio.
Poco prima del 1316, Richard de Valle morì ed Alice iniziò un procedimento legale contro il figliastro, chiamato anch’egli Richard de Valle, per aver trattenuto la dote della vedova.


Subito dopo, la donna sposò John le Poer, che morì otto anni dopo.
La ricchezza, che Alice aveva accumulato a spese dei suoi figliastri, sia Le Blund che De Valle, li aveva resi rabbiosi e sospettosi, tanto da spingerli alla conclusione, che la donna praticava la Stregoneria per carpire il denaro ai mariti.
Quindi, l’accusarono davanti alle autorità ecclesiastiche di ‘maleficium‘ o Stregoneria, un’accusa abbastanza comune e solitamente trattata dalla legge inglese come un piccolo reato, in quanto la Stregoneria era una forma di magia e la magia era sempre esistita, in una forma o nell’altra.
Anticamente, infatti, la medicina popolare era spesso basata su preparazioni a base di erbe fatte da streghe buone.
L’idea della Stregoneria come inversione del Cristianesimo, tuttavia, emerse nell’XI o nel XII secolo e, nell’ultima parte del XIII secolo, la Chiesa iniziò a considerare la Stregoneria un’eresia, un culto del diavolo, piuttosto che l’esecuzione di un rituale magico atto a curare le persone.

Papa Giovanni XXII

Ma torniamo ai fatti.
Nel 1324, i figliastri di Alice Kyteler portarono la loro denuncia di Stregoneria a Richard Ledrede, vescovo di Ossory (antico regno dell’Irlanda), un uomo di chiesa particolarmente ansioso di difendere le libertà e le giurisdizioni della Chiesa.
Egli, sin dal suo arrivo in Irlanda nel 1317, come incaricato pontificio, aveva dimostrato zelo per le riforme e una stretta aderenza alle leggi della Chiesa.
Inoltre, il papa dell’epoca, Giovanni XXII, aveva una viva paura della Stregoneria, sostenendo che la sua vita fosse in pericolo a causa di essa, ed aveva quindi elencato come eresia nella sua bolla ‘Super illius specula’.
Pertanto, in qualità di incaricato pontificio, Ledrede tentò di mettere in pratica ad Ossory i principi inquisitori, che aveva appreso ad Avignone, allora sede del Papato.


Ad Alice Kyteler, ed alla sua serva Petronilla de Meath, a lei associata, furono mosse 7 accuse:
1) negazione di Cristo e della Chiesa;
2) fare a pezzi animali vivi, disperdendone i pezzi agli incroci come offerte a demoni chiamati ‘Artis Filius’ e ‘Robert Artisson’, in cambio del loro aiuto;
3) chiedere consiglio ai demoni sulla Stregoneria;
4) avere una relazione sessuale con l’Incubus Robert Artisson, il quale spesso assumeva la forma di animali o di un Etiope, quando si univa carnalmente ad Alice Kyteler;
5) tenere riunioni della congrega malefica, accendere candele in chiesa di notte senza permesso. Questo gruppo includeva: Robert di Bristol, Petronilla de Meath, Sarah (la figlia di Meath), John/Ellen’Syssok Galrussyn, Annota Lange, Eva de Brownstown, William Payn de Boly ed Alice Faver;
6) preparare polveri, unguenti e pozioni a base di magia oscura, fatti con molteplici ingredienti allarmanti, inclusi parti del corpo di bambini non battezzati, vermi, un teschio, peli delle natiche, chiodi tolti da cadaveri ed interiora di pollo. Dette pozioni era state usate per corrompere i mariti di Alice Kyteler;
7) ammaliare ed uccidere i suoi mariti, per prendere i loro soldi per sé e per suo figlio biologico, William Outlaw, impoverendo così i figliastri.


I due mariti superstiti non sollevarono accuse contro di lei, per quanto riguarda la Stregoneria o la sua responsabilità per la morte degli altri e due mariti.
Solo per il quarto marito di Alice, Sir John Le Poer, fu sospettata di averlo avvelenato, in quanto era descritto come emaciato, con le unghie strappate ed i peli del corpo rimossi, tutto coerente con un avvelenamento da arsenico.
Per questo motivo, dopo la sua morte, i figli di Le Poer e dei suoi precedenti tre mariti, i suoi figliastri, la accusarono di aver usato veleno e ‘maleficarum’ contro i loro padri, per favorire il suo primogenito, William Outlaw.
Il vescovo Ledrede scomunicò Alice, anche se non era presente e fissò un giorno per la comparizione di William Outlaw, accusandolo di eresia, ma anche di ospitare e proteggere eretici.
William Outlaw aveva un potente amico a Kilkenny, il Siniscalco Arnold Le Poer, che era il giudice supremo e funzionario.
Le Poer bloccò con le mani Ledrede, lo arrestò e lo imprigionò per diciassette giorni, fino al termine del giorno stabilito, affinché William comparisse alla Corte vescovile.

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Questa era una mossa pericolosa, poiché un decretale ecclesiastico, ‘Si quis suadente’ del 1139, proibiva l’imposizione violenta delle mani su un monaco o un chierico.
Inoltre, era una situazione così delicata, che solo il Papa stesso poteva assolvere un simile assalto.

Mentre era in prigione, il vescovo Ledrede mise sotto interdizione la sua Diocesi, nella quale non potevano svolgersi battesimi, matrimoni o sepolture fino a quando l’interdetto non fosse stato revocato.
In un’epoca in cui esisteva una fede assoluta nell’esistenza dell’inferno e del fuoco infernale, una tale interdizione era gravissima.
Inoltre, il Siniscalco Le Poer mandò un banditore in ogni villaggio mercato, per vedere se qualcuno volesse sporgere denuncia contro il vescovo o la sua famiglia.

Ph. tripadvisor.it

William Outlaw, si recò negli archivi della cancelleria della libertà di Kilkenny e vi trovò una vecchia accusa contro il vescovo, che era stata cancellata o respinta.
Allora, la fece trascrivere di nuovo e poi strofinò la scritta con le scarpe, per invecchiarla, prima di presentarla al Siniscalco, il quale tentò di costringere il vescovo a rispondere alle accuse in essa elencate.
Ledrede rifiutò, ma poi venne liberato dal vescovo di Leighlin.
Dopo il suo rilascio dalla prigione, Ledrede citò ancora una volta William Outlaw e sua madre a comparire davanti a lui ma, prima della nomina del giorno per la comparizione, arrivò un sergente con un mandato reale, che richiedeva al vescovo di comparire a Dublino davanti al giudice d’Irlanda, per spiegare perché aveva posto un’ interdizione sulla sua Diocesi, e per rispondere alle denunce mosse da Arnold Le Poer contro di lui.
Il vescovo inviò un procuratore per suo conto, spiegando che non osava recarsi a Dublino, poiché avrebbe dovuto attraversare le terre di Arnold Le Poer.

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La sua scusa fu respinta e il suo superiore ecclesiastico, il vicario dell’arcivescovo di Dublino, tolse l’interdizione.
A questo punto, Alice Kyteler si vendicò, accusando Ledrede di diffamazione della sua persona, in quanto lui l’aveva scomunicata, senza una citazione, o condanna.
La donna fece appello per questi motivi legali al Tribunale di Dublino, che convocò il vescovo a comparire ma, anche in questo caso, Ledrede inviò un procuratore per spiegare il suo caso, lamentandosi anche del fatto che Alice Kyteler fosse libera di frequentare le sue amiche a Dublino, solitamente accompagnata da grandi uomini e capi del Paese alle assemblee pubbliche; un’indicazione dello status di cui godeva Alice Kyteler anche a Dublino.
Alla fine di lunghe vicissitudini giudiziarie, il vescovo fu scagionato, anche perché insulti ed attacchi alla Chiesa ed ai suoi vescovi non potevano essere tollerati alla leggera.
Inoltre gli fu permesso di portare avanti il ​​suo caso a Kilkenny.
Alice Kyteler, sentendo che l’opinione pubblica si stava radunando contro di lei, fuggì con Sarah, la figlia della sua serva, dall’Irlanda, andando in Inghilterra o nelle Fiandre, e non c’era traccia di lei dopo la sua fuga dalla persecuzione.

Petronilla de Meath

Invece, la sua domestica Petronilla de Meath fu fustigata e bruciata a morte sul rogo, il 3 novembre 1324, dopo essere stata torturata e aver confessato i crimini eretici che lei, la sua signora e i seguaci di Alice Kyteler avevano commesso.
Il vescovo Ledrede accusò formalmente William Outlaw di eresia e di ospitare eretici.
L’uomo confessò, si sottomise in ginocchio al vescovo e fu imprigionato nel castello di Kilkenny.
I suoi amici molto influenti costrinsero Ledrede a commutare la sentenza in penitenza ed a liberarlo: William doveva ascoltare tre messe al giorno per un anno, dare da mangiare ai poveri ed impegnarsi a ricoprire di piombo il tetto della cattedrale di San Canizio.
Ma venendo a sapere che William non stava effettuando la sua penitenza, Ledrede lo imprigionò ancora una volta.
Alla fine, William Outlaw soccombette completamente e chiese al vescovo di fargli visita in prigione, si prostrò nel fango davanti a lui ed a una grande folla di clero e laici.
Gli aumentarono la sua penitenza: doveva fare una visita in Terra Santa sulla prima barca disponibile, la porzione del tetto della cattedrale da ricoprire di piombo fu ampliata e gli furono concessi quattro anni, per portare a termine l’incarico.
Nel 1332 il peso del piombo fece crollare il tetto di San Canizio.

Ph. the-demonic-paradise.fandom.com

La figura centrale in questa vicenda è Alice Kyteler, una ricca donna di Kilkenny, accusata di Stregoneria dai suoi figliastri.
Il suo fu il primo processo per Stregoneria, a trattare gli accusati come eretici ed il primo ad accusare una donna, di aver acquisito il potere della Stregoneria attraverso il rapporto sessuale con un demone, caratteristiche che poi divennero comuni nei famosi processi di Stregoneria del XVI e XVII secolo.
Questa fu anche l’occasione per un grande confronto tra autorità secolare ed ecclesiastica: teoricamente, lo Stato rivendicava il controllo sulla vita materiale dei suoi sudditi e la Chiesa sulla vita spirituale.
E come al solito, le persone al di fuori di queste due fazioni non avevano il controllo sulla propria, di vita.
Comunque, sembra che di Alice Kyteler si siano perse la tracce.
Chi dice che scappò in Inghilterra, chi nelle Fiandre, chi in Norvegia.
Fatto sta, che non si seppe più nulla di lei.
Che sia volata via con la sua scopa ?!?!?

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