La Salvia divinorum è una pianta allucinogena, appartenente alla famiglia delle Lamiaceae.
Il nome deriva dal latino = Salvia degli indovini, ed è nota comunemente come Maria Pastora, Ska Maria Pastora, Seer’s sage, Yerba de la pastora, Salvia dei veggenti, Salvia degli Dei, Salvia del rabdomante, Menta magica, Hierba Maria.
Diffusa allo stato naturale principalmente nell’isolata Sierra Mazateca di Oaxaca in Messico, cresce nelle foreste pluviali e tropicali, in luoghi ombrosi ed umidi.
Può crescere fino ad un metro d’altezza, presenta foglie verdi con nervature giallastre, ha peli solo sui fiori (a differenza di altre specie di Salvia), che sono bianchi con calice viola.
Il fusto è quadrato e cavo, con tendenza a rompersi o trascinarsi sul terreno, così da consentire alla pianta di radicare abbastanza facilmente ai nodi ed internodi.

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Infatti, questo è il modo più semplice per la riproduzione, in quanto la Salvia divinorum raramente produce semi che, tra l’altro germinano difficilmente.
Per questo motivo risulta che la pianta sia arrivata in Europa, tramite i cloni donati nel 1962 da una curandera mazateca a Robert Gordon Wasson (etnomicologo, banchiere e saggista statunitense) ed Albert Hofmann (chimico svizzero, il primo ricercatore a classificare la Salvia divinorum).
La Salvia divinorum è una specie con proprietà psicoattive, che si attivano quando le foglie vengono masticate, fumate o bevute come tè.
Le foglie contengono composti simili agli oppioidi, tra cui Salvinorin A, che provocano allucinazioni.
Da tempo immemorabile, ne fanno uso nei rituali religiosi, divinatori e curativi, gli Indios mazatechi messicani.
In medicina, i preparati tradizionali di questa pianta sono stati utilizzati nei trattamenti di malattie, che convergono con condizioni infiammatorie e dolore, mentre in alcuni Paesi gli estratti sono diventati popolari come droga ricreativa, grazie ai suoi effetti allucinogeni.

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Il suo uso esteso è stato facilitato dalla sua accessibilità su Internet, ed è molto richiesta a causa del suo potente effetto allucinatorio, leggermente inferiore al noto allucinogeno sintetico, l’LSD.
Nonostante ciò, le preparazioni tradizionali con quantità minori di Salvia divinorum sono ancora utilizzate nei trattamenti di malattie come mal di testa, problemi gastrointestinali o reumatismi.
La Salvia divinorum è legale in alcuni Stati ed illegale in altri, anche se reperibile ed acquistabile ugualmente…
Gli Sciamani mazatechi estraggono il succo dalle foglie fresche, schiacciandole, lo mescolano all’acqua e preparano un tè, che induce visioni nei rituali di guarigione.
Essi credono che la Salvia divinorum sia una manifestazione fisica della Vergine Maria e dicono che “La Maria parla a bassa voce“.
Nel 1939, la Salvia divinorum fu scoperta dalla scienza occidentale, da Jean Basset Johnson, un antropologo e linguista americano, che condusse studi sul campo in Messico, durante gli anni ’30 e l’inizio degli anni ’40.
Successivamente, la pianta fu accolta dai praticanti dell’occulto in Occidente e ora è diffusa nelle comunità di “streghe” in Europa.
Questi rituali hanno quindi una radice pagana e cercano di entrare in comunione con gli Spiriti della natura, per curare i malati.
La Salvia divinorum è anche usata per quella che viene chiamata una ricerca spirituale, in cui i partecipanti descrivono di aver lasciato i loro corpi e di aver viaggiato nel tempo e nello spazio.
Gli effetti che la Salvia divinorum ha sulla mente sono molti, può indurre vivide allucinazioni, cambiamenti di umore e sensazioni, confusione e grandi sbalzi emotivi, ma gli effetti davvero interessanti sono la sensazione di distacco dalla realtà e da sé.
Quest’ultimo effetto, è ciò che lo rende uno strumento spirituale prezioso.
Il distacco può essere così grave, che non è possibile separare ciò che è reale e ciò che non lo è, rendendo l’esperienza molto sovversiva.
L’intensità di questi effetti possono essere mentalmente estenuanti, ma fortunatamente gli effetti svaniscono dopo 30 minuti.
Quando si appronta una cerimonia di allucinazioni sciamaniche, c’è molta preparazione per la persona che subisce il rito.
Uno Sciamano può essere un uomo o una donna e, di solito, le persone gli vengono portate, se gli abitanti del villaggio lo ritengono degno e con vere intenzioni.
Per sottoporsi a questa cerimonia, tuttavia, la persona che partecipa deve prendere parte alla preparazione rituale, che prevede un digiuno speciale, l’astinenza sessuale e la raccolta rituale della pianta.
Chi raccoglie le foglie della pianta per la preparazione, lo fa con rispetto e cura, a causa del legame mistico che si dice che la pianta abbia.

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