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SANTERIA, LA MAGIA DELLA DEVOZIONE

Scritto da MadameBlatt

La Santeria nasce dalla convergenza di elementi della religione cattolica con altri della religione tradizionale “Yoruba”, praticata dagli schiavi africani e dai loro discendenti a Cuba, in Brasile, Portorico, Panama e anche in altri luoghi con molti immigrati latinoamericani negli USA.
I Santeri praticanti cubani preferiscono, invece, utilizzare altri termini ufficiali come “Lukumì” o “Regla de Ocha”.
Il termine “Santeria” è stato coniato dagli Spagnoli, per denigrare quella che pensavano fosse un’eccessiva devozione ai Santi, da parte dei loro schiavi, che non comprendevano il ruolo principale di Dio nella religione cattolica.
Infatti, agli schiavi era imposta la proibizione tassativa, pena la morte, di praticare le proprie religioni animiste, portate con loro dall’Africa occidentale.
Pertanto, essi furono costretti a trovare una soluzione per aggirare questo divieto e quindi celarono dietro l’iconografia cattolica i loro Dei, così da essere liberi di adorarli senza incorrere nella crudeltà dell’oppressore.
Così i bianchi colonialisti spagnoli pensarono che gli schiavi, da buoni Cristiani, stessero pregando i santi, quando in realtà stavano di fatto conservando le loro fedi tradizionali.

Il sistema per predire il futuro usato dalla Santeria, conosciuto appunto come “Regla de Ifà”, funziona attraverso la “Tavola de Ifà” o di “Orula” (identificato con San Francesco d’Assisi), che è manipolata dal “Babalawo”, categoria sacerdotale che può essere ricoperta solo dagli uomini e solo quando un altro Babalawo, dopo aver consultato la tavola, scopre che può essere figlio di Orula.
I “Santeros”, uomini e donne fedeli alla Santeria, praticano la predizione del futuro, quando il santo che hanno ricevuto in affidamento li autorizza per questa attività, attraverso un sistema denominato “Caracoles”.

Museo Torino

I Santeros adorano un Essere supremo ed un gruppo di divinità, o “Orisha”, che formano il “Pantheon yoruba”.
La volontà degli Orisha viene interpretata dai sacerdoti mediante la divinazione.
Si dice che, a volte, gli Orisha si impossessino di coloro che li adorano, per dar voce ai loro consigli.
I seguaci possono invocare gli Orisha mediante preghiere, musica, un certo comportamento ed offerte.
Gli altari sono importanti per l’adorazione; i Santeros li sistemano nelle loro abitazioni e vi mettono sopra fiori, rum, dolci e sigari, per ingraziarsi le divinità.
Ciascuna divinità rappresenta un elemento della natura, come il tuono, ed una caratteristica dell’uomo, come la potenza.

Consultando gli Orisha, i sacerdoti aiutano la gente a risolvere i problemi di tutti i giorni.
Infatti, la Santeria attira soprattutto chi ha bisogno di sostegno emotivo ed economico perché, come una sorta di famiglia estesa, offre un senso di appartenenza.
Gli iniziati sono accolti dai sacerdoti con una cerimonia che include musica, danze e sacrifici animali.
Si fanno sacrifici animali anche per celebrare nascite, matrimoni e funerali.
Fra gli animali usati ci sono polli, capre, colombe, piccioni e tortore.

Molte persone sono attratte dall’alone di misticismo ed esotismo della Santeria.
Si possono ritrovare suoi elementi in alcuni popolari brani di musica e letteratura latino-americana.
Infatti essa sta assumendo carattere secolare e culturale, più che religioso.
Ovunque esistono luoghi in cui acquistare l’occorrente per praticare questa arte divinatoria.
Per esempio, in uno dei mercati principali del centro di Città di Messico, ci sono negozi che trattano solo oggetti della Santeria, come croci, candele, amuleti e feticci.
La maggior parte di questi negozi sono noti come “Botánicas” e si trovano anche in altre grandi città delle Americhe.

Conosciamo qualche termine della Santeria.

 

BABALU’-AYE: Adorato come “San” Lazzaro, divinità delle malattie, santo molto venerato e pregato per ottenere la grazia della guarigione. Il suo colore è il viola vescovile. I suoi giorni sono il mercoledì e il venerdì.

CHANGO’: dio del fuoco, del fulmine, del tuono e della guerra, patrono degli artiglieri, dei tamburi batà, della danza della musica e la bellezza virile. Rappresenta il maggior numero di virtù e imperfezioni umane, è lavoratore, coraggioso, buon amico, indovino e guaritore, ma è anche bugiardo, donnaiolo, rissoso e giocatore. Buon padre finché il figlio obbedisce, ma non lo ammette codardo o effeminato. I suoi colori sono il rosso e il bianco, i suoi giorni sono il venerdì e il 4 del mese. Viene identificato con Santa Barbara.

ELEGGUA’: è il primo Orisha ad essere salutato, il primo a ricevere qualunque offerta, il primo (e l’ultimo) per cui si canta nelle cerimonie e nelle feste ed anche il primo che viene ricevuto dai credenti, insieme con Oggùn, Ochossi e Osun, in un gruppo denominato “Guerreros”. E’ l’Orisha che custodisce la casa, apre e chiude le porte al destino, rappresenta il bene e il male, la notte e il giorno, la disgrazia e la felicità. Tradizionalmente la sua figura è strettamente vincolata a quella di “Echu”: l’incarnazione dei problemi e delle disgrazie dell’uomo. I suoi colori sono il rosso e il nero, i suoi giorni il lunedì, il martedì e ogni 3 del mese. Viene identificato con il Santo Niño di Atocha, Sant’Antonio da Padova e l’Anima Solitaria.

IBEYIS: gemelli divini, figli di Changò e Ochùn, cresciuti da Yemayà. Proteggono i bambini. Sono identificati con i Santi Cosma e Damiano.

IFA CORPUS: Sistema di leggi espresse in 256 simboli che rappresentano la tradizione della Santeria.

IKOLE ORUN: Il “Cielo” dove vanno tutti quando muoiono. Ma i cattivi stanno all’inferno sulla terra e soffrono nel “Ikole orun”.

OBATALA’: Dio che creò l’umanità e la coscienza dalla materia della terra. Creatore della terra e scultore dell’essere umano, è la divinità pura per eccellenza, signore di tutto ciò che è bianco, della testa, dei pensieri e dei sogni. Venne inviato sulla terra da Olofi per fare il bene e per governare il pianeta, è misericordioso e amante della pace e dell’armonia. Tutti gli Orishas lo rispettano. Non permette a nessuno di spogliarsi in sua presenza o di pronunciare parole ingiuriose o volgari. Secondo la sua manifestazione può essere uomo o donna, vecchio e saggio o giovane e guerriero. Il suo colore è il bianco. Generalmente viene identificato con la Vergine de la Mercedes.

OBBA: moglie ufficiale di Changò, che la ripudiò quando lei, per amor suo, si tagliò un orecchio. Signora dei laghi e delle lagune. E’ la guardiana delle tombe. E’ il simbolo della fedeltà coniugale e viene rappresentata come una giovane donna sensuale e dalle carni sode. I suoi colori sono il rosa e il giallo. Il suo giorno è il venerdì. Viene identificata con Santa Rita da Cascia.

OCHOSSI: il Cacciatore, patrono di coloro che hanno problemi con la giustizia, mago, indovino, guerriero, cacciatore e pescatore, lo s’invoca per avere protezione, quando bisogna affrontare un’operazione chirurgica. I suoi colori sono il blu prussia e il rosso corallo, i suoi giorni sono il lunedì e il mercoledì e il 4 di ogni mese. Si saluta, alzando la gamba sinistra ed imitando con le mani il lancio di una freccia. Viene identificato con San Norberto.

OSHUN: Dea dei fiumi, dell’amore, del matrimonio, del denaro, della gioia e dell’abbondanza, rappresentata come la Vergine della Carità, patrona di Cuba. Accompagna sempre Yemayà. Vive nel fiume e assiste le gestanti e le partorienti. Viene rappresentata come una mulatta bella, simpatica, brava ballerina e sempre allegra. E’ capace tanto di risolvere, quanto di provocare liti tra gli Orisha e tra gli uomini. Il suo colore è il giallo, ma le vengono attribuiti anche il verde acqua e il corallino. Il suo giorno è il sabato.

ODDUA: primo Re di Oyò, rappresenta i misteri e i segreti della morte. Signore della solitudine, è androgino. I suoi colori sono il bianco, il rosso e il nero. Il suo giorno è il giovedì. Si identifica con il Nome di Gesù e il Santissimo Sacramento.

OGGUN: Patrono dei minatori e degli operai, adorato come “San” Pietro. Il fabbro, violento ed astuto è l’Orisha dei minerali, le montagne, gli attrezzi, i soldati. Rappresenta il raccoglitore, il cacciatore solitario che vaga nel bosco e ne conosce tutti i segreti. Simbolizza il guerriero brusco, barbaro e bestiale. E’ il signore delle chiavi, le catene ed il carcere. E’ considerato come una delle manifestazioni più antiche degli Yoruba. I suoi colori sono il verde e il nero, i suoi giorni il martedì, il mercoledì e il 4 di ogni mese.

OKE’: Divinità tutelare delle montagne. E’ la forza e il guardiano di tutti i santi. Si identifica con Santiago de Compostela, patrono di Spagna.

OLODDUMARE: L’Essere supremo che creò l’Universo.

ORISHA OKO: Divinità della terra, dell’agricoltura e dei raccolti. I suoi colori sono il rosso e il bianco. I suoi giorni sono il lunedì, il martedì e il 12 di ogni mese. Si identifica con Sant’Isidoro.

ORULA: L’indovino, il benefattore dell’umanità, il suo principale consigliere, perché gli rivela il futuro e gli permette di influirvi. Personifica la saggezza, la possibilità di influire sul proprio destino, anche il più avverso, medico e signore di uno dei quattro venti. Chi non ascolta i suoi consigli, sia uomo o Orisha, può essere vittima della mala sorte portata da Echu. Intorno ad Orula si è formato un complesso religioso, che lo singolarizza rispetto a tutti gli altri Orishas. Per essere sacerdote di Ifà o Babalawo, non è imprescindibile essere Santero, anche se normalmente è così. Il suo potere è tanto grande, che quando reclama qualcuno come suo figlio, questi deve abbandonare qualunque altro Orisha e dedicarsi a Orula. Solo gli uomini (neanche gli omosessuali) possono essere Babalawos, alcune donne hanno accesso al mondo di Ifà diventando “Apetebi” e vengono considerate spose della divinità e partecipano ad alcuni dei suoi segreti. I suoi colori sono il verde e il giallo, gli appartengono tutti i giorni di festa e il 4 ottobre. Viene identificato con San Francesco d’Assisi.

ORUMILA: Il Dio che decide il destino degli esseri umani.

OSAIN: Signore della natura, la natura stessa. Ha una sola mano, una sola gamba, un orecchio grande da cui è sordo e uno piccolo da cui sente tutto, anche il volo degli insetti. E’ il signore di tutte le erbe che hanno potere magico o curativo, bisogna chiedere a lui il permesso per raccoglierle. Il suo colore è il verde, il suo giorno il venerdì. Si identifica con San Silvestro.

OSUN: Il messaggero di Obatalà e Olofi, è il guardiano della testa degli uomini, Orula si appoggia a lui per ottenere il potere della divinazione e la conoscenza del reale e del trascendente, rappresenta la vita stessa. Gli appartengono tutti i colori (Osun vuol dire “pittura”), il suoi giorno è il giovedì. Viene identificato con San Giovanni Battista.

OYA’ YANSA’: Amante di Changò, signora del fulmine e del cimitero. Violenta e impetuosa, ama la guerra e accompagna Changò nelle sue campagne, con il suo esercito di spiriti, combattendo con due spade. Vive alla porta del cimitero o nei suoi dintorni. Con Elegguà, Orula e Obatalà, domina i quattro venti. Possiede tutti i colori tranne il nero, il suo giorno è il venerdì. Si identifica con la Vergine della Candelora.

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YEMAYA’ o XEMAYA’: Dea dei mari e della fertilità, che si identifica con la Vergine Maria o la Virgen de Regla di Cuba. Le piace cacciare e maneggiare il machete, è indomabile e astuta, i suoi castighi sono duri e la sua collera terribile, ma giustiziera. E’ anche madre dolce, che ascolta le richieste dei suoi figli e si preoccupa per il loro sostentamento. I suoi colori sono il blu e il bianco, veste con sette gonne sovrapposte, un corpetto blu con serpentine bianche e una cinta con un rombo che copre l’ombelico. Il suo giorno è il sabato.

 

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“La speranza è il tappeto magico che ci trasporta dal momento presente nel regno delle infinite possibilità” (H. J. Brown)

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