Il Déjà vu, dal francese = “già visto”, è un fenomeno psichico di alterazione dei ricordi, chiamato tecnicamente “paramnesia”, consistente in luoghi, eventi, cose, animali o persone che entrano in contatto col soggetto, provocando la sensazione di un’esperienza precedentemente vista (déjà vu) o vissuta (déjà vécu).
È un’illusione della memoria per cui, nonostante un forte senso di conoscenza, il tempo, il luogo ed il contesto dell’esperienza “precedente” sono incerti o impossibili.
Esso si verifica quando qualcuno percepisce di aver già sperimentato una situazione o essere stato in un certo luogo prima di allora, e il suo corpo sperimenta familiarità con l’esperienza, ma anche confusione.
Il termine fu utilizzato per la prima volta nel 1876 dal filosofo francese Émile Boirac, il quale scrisse un libro che includeva la sensazione del Déjà vu, intitolato “La psicologia del futuro”.
Nel corso della storia, ci sono state molte teorie su ciò che causa il Déjà vu, che hanno comunque avuto una difficoltà nella reale spiegazione di questo fenomeno, a causa della sua presenza casuale nelle persone.
Scientificamente, negli ultimi anni, il Déjà vu è stato oggetto di vari studi ed esperimenti psicologici e neuropsicologici, che hanno dato vita a molte spiegazioni, di cui la più accreditata è che esso non sia un atto di “precognizione” o di “profezia”, ma è in realtà un’anomalia della memoria, che faccia avere l’impressione di “richiamare alla memoria” un’esperienza avuta, che in realtà è falsa.
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Invece, il Déjà rêvé, scientificamente anch’esso una paramnesia, è la sensazione di aver già visto “in sogno” un fatto che si sta svolgendo.
Nel 350 a.C., Aristotele scrisse “Sulla profezia mediante sogni”, una delle prime indagini formali su questo fenomeno, nella quale sosteneva che, sebbene “i mittenti di tali sogni dovrebbero essere gli Dei“, è comunque vero “che coloro a cui vengono inviati non sono i migliori ed i più saggi, ma semplicemente persone comuni“.
Pertanto, la maggior parte dei sogni [cosiddetti profetici] devono, tuttavia, essere classificati come semplici coincidenze.
Alcuni paragonano il Déjà rêvé al sogno precognitivo, in quanto è un tipo di sogno che si avvera come un evento futuro ma, in realtà, esso si differenzia da un sogno precognitivo in quanto, mentre quest’ultimo si riferisce ad un sogno che si interpreta come un segno per un evento futuro, e si potrà essere sicuri della sua validità in seguito, il Déjà rêvé è il senso spontaneo che ciò che si è sognato, prima di quello che si sta vivendo ora.
Alcuni neurologi affermano che la sensazione del Déjà rêvé è molto più complessa del Déjà vu, e la diversificano in tre stati:
1) Il sogno è molto particolare e si ricordano dettagli molto precisi. Tipologia episodica.
2) Ciò che accade durante la veglia ricorda un sogno passato che non si riesce a discernere chiaramente. Tipologia familiare.
3) All’improvviso si entra in uno stato di sogno, in cui la realtà è distorta, si perde il contatto con essa e si ha la sensazione di esserne completamente sommersi. Tipologia breve e travolgente.
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Ma, tralasciando la scienza di cui non ho le competenze, vediamo come questi fenomeni sono considerati dal punto di vista parapsicologico e/o esoterico.
Solitamente, l’esperienza del Déjà vu è accompagnata da un forte senso di familiarità, ma anche dalla consapevolezza che potrebbe non corrispondere realmente ad una esperienza vissuta, lasciando dentro di sé una sensazione di “soprannaturalità”, “stranezza” o “misteriosità”.
A volte, questa esperienza “già vissuta” è attribuita ad un sogno, il Déjà rêvé, ipotizzando che, se non si ricordano prima del risveglio, i sogni possano lasciare qualche traccia non comune all’esperienza presente nella memoria a lungo termine.
Quindi, in questo caso, il Déjà rêvé potrebbe essere il ricordo di un sogno dimenticato con elementi in comune all’esperienza presente.
Altre volte, invece, il Déjà vu è associato ad una ferma sensazione che l’evento sia “genuinamente accaduto” nel passato, a fenomeni di Precognizione, Chiaroveggenza o Percezioni extrasensoriali, e come una presunta evidenza di abilità psichiche; oltre a spiegazioni che parlano di profezie, visioni o memorie di vite passate.
Ricordo che il Déjà rêvé e il Déjà vu sono entrambe cose che gli scienziati devono ancora spiegare completamente, eppure tantissime persone li sperimentano ad un certo punto della loro vita.
Entrambe le esperienze hanno qualcosa di mistico e non dovrebbero essere ignorate semplicemente perché non si comprendono.
Talvolta si ha la sensazione che tutto intorno a sé sia già accaduto, ma potrebbe essere perché lo si è sognato in modo così vivido, come se si fosse davvero lì.
E quando i sogni si materializzano in questo modo così prepotente, è un forte segnale di stare camminando sulla strada predestinata.
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La spiegazione spirituale del Déjà vu appare diversa per ogni persona, in molti credono che, quando si sperimenta, significhi di essere molto connesso al mondo degli spiriti.
Il Déjà vu è altamente considerato come una rassicurazione da parte dell’Universo di essere sulla strada giusta, ma altre persone credono che in esso ci siano altri aspetti del regno superiore, ovvero la connessione spirituale con gli Arcangeli, gli Angeli custodi e altri Esseri superiori che vogliono offrirsi come guida.
Può dirti quando questa connessione è sufficientemente potente in quanto, man mano che si cresce spiritualmente, anche il proprio Terzo Occhio inizierà ad aprirsi.
Quando non si riesce ancora a padroneggiarlo, il Terzo Occhio si dilata senza che la persona se ne accorga e questo potrebbe manifestarsi come sogni precognitivi, oppure come un Déjà vu.
Questo fenomeno potrebbe essere correlato alle impronte energetiche dei propri antenati, che si attivano dentro la persona in questa vita; oppure a ricordi di vite passate e possibili incroci con anime che si sono incontrate in precedenza e quindi innescano un senso di Déjà vu.
È anche molto comune provare questa sensazione quando si viaggia in nuovi luoghi, facendo sentire come se si fosse già stati lì, cosa che spesso non può essere espressa a parole o spiegata completamente.
Secondo la “teoria delle vite passate”, anche un evento apparentemente banale, come quando si pensa di aver trovato il vero amore, è un’eco molto rilevante del proprio vissuto, in quanto un Déjà vu potrebbe essere semplicemente il proprio Sé passato che fa da guida.
Quindi si dovrebbe prestare particolare attenzione a tutto ciò da cui si è circondati, compresi i propri sentimenti, perché potrebbero contenere indizi che potrebbero guidare verso la propria vita migliore.
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Il Déjà vu può contenere la chiave dei propri desideri più intimi, poiché il Divino ha molti modi per dire ad una coscienza ciò che vuole veramente.
Alcuni esperti ritengono che il cervello possa essere estremamente fissato su qualcosa, ed è per questo che si ha la sensazione di aver già visto tutte queste cose accadere prima: sono i propri desideri resi visibili nella propria mente.
Non bisognerebbe andare avanti con la propria vita come se il Déjà vu non fosse niente di speciale: bisogna indagare perché potrebbe dire cosa “si vuole veramente in questa vita”.
Un’altra teoria afferma che, se l’Universo sta cercando di dire qualcosa tramite Déjà vu, non tutte sono buone notizie, quindi si dovrebbe essere molto vigili, in quanto sta per accadere qualcosa di spiacevole.
Si tratterebbe di un segnale di avvertimento da tenere nella massima considerazione, in modo da poter deviare l’evento negativo che sta arrivando.
Un Déjà vu può essere travolgente, ma bisogna riprodurlo in ogni dettaglio, per poter decodificare l’avvertimento ed evitare la brutta esperienza.
Un’altra spiegazione è che il Déjà vu si verifica quando la mente di una persona si è collegata ad una realtà alternativa, in cui l’evento che ha innescato la sensazione è già accaduto.
Oppure, che la mente si sia collegata non ad una realtà alternativa, ma ai ricordi di una vita precedente, poiché si crede che, dopo la morte, l’anima di una persona rinasca in un altro corpo.
E ancora, che la mente si connetta, attraverso la telepatia mentale, alla mente di qualcun altro che ha già vissuto l’evento in questione.
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