Nagkesar (Mesua ferrea) è un albero appartenente alla famiglia delle Calophyllaceae, originario del sud est asiatico, che cresce nelle foreste sempreverdi e nelle valli fluviali, ad un’altitudine massima di 1500 metri.
Mesua: in onore di Yūḥannā ibn Māsawaih, conosciuto in Occidente come Jean Mésué o Mésué il vecchio, farmacista ed erborista nell’ospedale dell’antica città di Jundishapur (Iran), il quale scrisse testi di medicina in arabo e siriano e, tra i tanti rimedi, utilizzava il succo dei fiori di Mesua ferrea nella preparazione di medicine oftalmiche.
Ferrea: dal latino “ferreo”, per la durezza del legno e/o per il colore come quello del ferro arrugginito.
Altri nomi: Castagna rosa indiana, Legno di ferro di Ceylon, Zafferano Cobra, Ceylon Ironwood, Cobra saffron, Na Tree, Diya Na, Nagchampa, Nagacuram, Nagasari, Ironwood Tree, Ironwood, Indian Rose Chestnut, Poached Egg Tree, Cobra’s Saffron, Penaga Lilin, Penaga, Lenggapus, Vagai, Naagappoo.
Può raggiungere i 30 metri di altezza; ha foglie pendule verde grigiastre, lineari-lanceolate, con margini leggermente smerlati, cadenti e con un bel colore rosa-rosso da giovani; produce fiori bianchi e profumati, con numerosi stami gialli; frutti e semi ovoidi.

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Il legno di Nagkesar, di un bel colore rosso intenso e che trasuda una resina bianca aromatica quando è ferito, è molto apprezzato per la sua resistenza e durata, quindi è materiale preferito per la costruzione di opere pesanti, come le traversine ferroviarie, la costruzione di barche, travi, colonne, pavimenti, attrezzi agricoli e mobili contenitori.
I pilastri del Santuario di Embekke, vicino a Kandy nello Sri Lanka, datato XIV secolo, sono fatti di legno Nagkesar.
In India, il Nagkesar è considerato un albero sacro, piantato spesso vicino ai templi ed i suoi fiori profumati vengono raccolti per le offerte alle divinità.
Nel Buddismo Theravāda, una branca dell’antico Buddismo Sthaviravida (Educazione degli Antichi), si dice che il Nagkesar sia stato usato come albero di Bodhi (ovvero per la liberazione, l’illuminazione ed il risveglio di una persona liberata dal Saṃsāra, ciclo di reincarnazioni, esistenze successive e condizionamenti dovuti al Karma), con quattro pratiche chiamate “Mangala”, “Summana”, “Revatha” e “Sobhitha”.
Questo albero viene raccolto in grande quantità e commercializzato per i suoi usi medicinali, per i suoi semi ricchi di olio ed i fiori aromatici.
In India, Malesia e gran parte del sud-est asiatico, fiori, foglie, semi e radici sono usati nella medicina popolare erboristica ed anche come incenso, chiamato Nag Champa.

Noce surli Ph. Anand Osuri-wikidata.org
I frutti sono commestibili, diventano rugosi quando sono maturi, simili alle castagne per dimensioni, forma e sapore e devono essere ben cotti.
I semi, noti come “noci surli“, contengono fino al 76% di petrolio e da essi si estrae l’olio contenente acidi linoleici, oleici, stearici e arachidici, che viene utilizzato come combustibile per l’illuminazione.
I fiori sono molto profumati e vengono utilizzati come imbottitura di cuscini, come ingredienti di prodotti cosmetici e nella tintura per colori fissi, soprattutto della seta.
Diverse parti di Mesua ferrea sono utilizzate nella preparazione della medicina tradizionale per il trattamento di alcuni disturbi, come antisettico, purgativo, purificatore del sangue, vermifugo, tonico, antipiretico, carminativo, espettorante, cardiotonico, diuretico, stomachico, astringente, per la guarigione delle ferite, ecc.
Albero nazionale dello Sri Lanka, albero di Stato di Mizoram (India) e fiore di Stato di Tripura (India), da secoli il Nagkesar, con i suoi immensi benefici medicinali, viene utilizzato per varie preparazioni ayurvediche acquisendo radice, corteccia, foglie, semi, fiori e legno.
Per il suo uso, la forma più comune di Nagkesar è la polvere, che può essere utilizzata sia per il consumo orale che esterno.
Per il consumo orale, è possibile mescolarla in acqua e berla per benefici per la salute; mentre un altro modo è quello di fare una pasta con la polvere, mescolandola con acqua di Rose e applicandola per ottenerne benefici sulla pelle.

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L’olio di Nagkesar può essere usato esternamente, per esempio applicandolo da 1 a 2 cucchiai sulla pelle o sull’articolazione, per aiutare a nutrire la pelle ed alleviare il dolore articolare.
Invece, il seme di Nagkesar può essere usato come spezia in vari piatti, da solo o mescolato con altre spezie, creando una miscela benefica di gusto ed aroma.
ATTENZIONE: Come per la maggior parte di erbe e piante, ci sono alcuni effetti collaterali e precauzioni relative al Nagkesar, che dovresti anche conoscere. Se sei in dubbio, è meglio consultare il tuo medico prima di aggiungerlo alla tua dieta, in modo da poter ottenere solo i suoi effetti positivi.
Il fiore del Nagkesar è di grande importanza nell’Induismo, in quanto viene utilizzato nella Puja tantrica, un rituale devozionale che coinvolge l’adorazione di una divinità o aspetto divino, spesso attraverso offerte, canti e visualizzazioni, durante i quali vengono offerte alla divinità immagini, fiori, cibo, acqua ed altri oggetti simbolici, che rappresentano le qualità divine e la devozione del praticante.
Uno dei principali benefici del Nagkesar è il suo aiuto in ambito finanziario, in quanto si ritiene che porti prosperità e benessere.
La presenza dell’albero Nagkesar in una casa aiuta a tenere lontana la povertà e, quando il fiore della pianta viene utilizzato correttamente, contribuisce a creare ricchezza.
Inoltre, la presenza dell’albero in casa aiuta a mantenere la pace ed i rapporti cordiali tra i membri della famiglia, ma va innaffiato spesso.
Per alleviare i continui litigi in famiglia, puoi anche tenere il fiore di Nagkesar nascosto in casa.

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Se ci sono conflitti in casa o in ufficio, usa quotidianamente la pasta di Naagkeshar per il Tilak (segno caratteristico posto in genere sulla fronte di un individuo per indicarne l’appartenenza a una specifica tradizione religiosa), per creare un’atmosfera di pace nella zona più frequentata.
Il Nagkesar viene utilizzato negli Yagna (rituali del fuoco) e nell’Havan (offerte), per aumentare il potere del rituale ed attrarre buon auspicio.
Per attrarre ricchezza, mettere in una scatolina d’argento fiori di Nagkesar insieme con Curcuma nera e Sindoor, polvere color vermiglio, tradizionalmente usata dalle donne indù sposate per segnare la scriminatura dei capelli, e conservarla in un armadietto.
Al posto della scatolina d’argento e dei fiori, si possono usare una borsa di mussola (Tabiz) e semi di Nagkesar, per poi tenerli a portata di mano o al collo, per attrarre ricchezza e prosperità.
Tutto ciò va fatto nel periodo di Divālī, una delle più importanti feste indiane che si svolge nel mese di ottobre o novembre.
Simboleggia la vittoria del bene sul male ed è chiamata “Festa delle Luci” in quanto, durante i festeggiamenti, si usa accendere delle luci (candele o lampade tradizionali chiamate Diya).

Yantra, svastica indù
Per aumentare le vendite, in un quadrato fatto con Bhojpatra (noto anche come Betulla dell’Himalaya, Betula utilis, un albero la cui corteccia è stata tradizionalmente utilizzata nell’antica India per scrivere testi sacri e creare Yantra, ovvero insieme di triangoli equivalente visivo dei Mantra. La corteccia è morbida, bianca e si stacca facilmente, rendendola un materiale adatto alla scrittura prima dell’avvento della carta), crea una svastica indù con polvere di Sandalo rosso e fissala con pasta di Naagkeshar.
Lascia asciugare e mettilo nella tua cassaforte, adorala quotidianamente per aumentare le vendite.
Per attrarre la prosperità, metti Nagkesar, Curcuma, Noce di Betel (Areca catechu) ed un filo di rame in un panno giallo, ringrazia la dea Mahalaxmi (divinità indù della ricchezza e della prosperità) e riponilo in un cassetto.
Per ottenere denaro, puoi avere risultati straordinari, offrendo Nagkesar con latte, miele, zucchero, Ghee e Gangajal (acqua sacra del Gange) ad un Siddha Shiva Linga, ovvero un simbolo di Shiva realizzato con pietra o metallo.

Incenso Nag champa by EverestTrader-Etsy
Se hai problemi finanziari, fai l’Hawan (rituale vedico che coinvolge offerte ad un fuoco sacro, spesso accompagnate da canti di mantra, in cui vengono bruciate offerte, come ghee, cereali, erbe ed altri materiali sacri), cantando Śrī Sūkta (inno devozionale sanscrito registrato che venera Shri – Lakshmi, la dea indù della ricchezza, della prosperità e della fertilità), e gettando Nagkesar nelle fiamme.
Ciò ti aiuterà ad aprire nuove fonti di reddito.
Invece, per risolvere problemi legati a prestiti e debiti, offri il fiore di Nagkesar allo Shivling (montagna sacra a Shiva, situata nell’Himalay del Garhwal, nello Stato indiano dell’Uttarakhand), e poi conservalo in un luogo sicuro.
Il Nagkesar è anche usato come rimedio nell’Astrologia vedica, per mitigare gli effetti negativi di determinati allineamenti planetari o Dosha.
Inoltre, è generalmente considerato un’erba benefica, che promuove il benessere generale, l’equilibrio emotivo e la chiarezza mentale.
Se vuoi aumentare il tuo potere ipnotico, la domenica o il giovedì prepara un impasto con Nagkesar, Gelsomino, Tagar (Tabernaemontana divaricata), polvere rossa di Kumkum, mescola il tutto con il ghee ed usalo per il tilak quotidianamente.

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Durante Amavasya, ovvero la Notte senza Luna, costruisci una Diya, lampada a quattro fuochi usando argilla, poi accendi tutte e quattro le bocche usando ghee di mucca (burro chiarificato ayurveda) e posizionala vicino alla porta d’ingresso.
Offri il fiore di Nagkesar alla lampada e, grazie a ciò, il denaro verrà presto restituito.
Un altro rituale prevede di prendere cinque fiori di Nagkesar, legarli in un panno e conservarli in un luogo sicuro durante l’Abhijit Muhurat (periodo di 48 minuti considerato propizio per iniziare nuove attività e si verifica ogni giorno, a mezzogiorno, indipendentemente dal giorno della settimana o dal Tithi (giorno lunare), cosa che porterà prosperità.
Oltre agli utilizzi del Nagkesar su descritti, bisogna sapere che nel cuore fragrante dell’India, secoli fa, è nata un’accattivante miscela di incenso chiamata Nag Champa, realizzata mescolando i fiori profumati di Mesua ferrea e spezie tradizionali.
La storia fragrante del Nag Champa risale agli antichi templi indiani, dove la sua presenza aromatica è stata documentata già nel VI secolo.
Questo profumo sacro si avventurò gradualmente oltre i confini, trasportati da rotte commerciali e viaggiatori, raggiungendo infine l’Occidente durante il movimento della controcultura degli anni ’60.
Gradualmente la sua popolarità aumentò a livello globale, trasformandosi da un tesoro locale ad una sensazione internazionale, il tutto mantenendo la sua essenza sacra e rilassante, e divenendo rapidamente uno dei preferiti nei rituali spirituali e nelle pratiche di meditazione.
Il Nag Champa trasforma l’energia negativa nel tuo spazio in vibrazioni positive, creando così un’atmosfera ideale per la tua pratica di meditazione.
Puoi fare affidamento su questo deodorante naturale, per spazzare via i cattivi sentimenti e portare in buone vibrazioni, per aiutarti a raggiungere livelli più profondi di meditazione.
Esso viene utilizzato nei rituali, in particolare per attrarre ricchezza e buon auspicio, e si ritiene che aiuti anche con la stabilità emotiva e la chiarezza mentale.
Il Nag Champa simboleggia la connessione divina e la coscienza superiore; eleva lo spirito e trascende le preoccupazioni mondane; apporta purificazione degli spazi fisici e spirituali; facilita la pace interiore e le pratiche di meditazione; equilibra ed armonizza le energie spirituali; rappresenta la devozione sacrificale nei rituali; migliora l’intuizione ed il risveglio del terzo occhio.
Per aumentare il potere del Nag Champa, arricchiscilo con Legno di Sandalo rosso, fiori di Champak (Magnolia champaca), fiori di Frangipani (Plumeria), Arancio e Tè verde, creando così una tale sinfonia di profumi, da essere sopranominato “Incenso della Felicità”.
ATTENZIONE: se decidi di acquistarlo, controlla che il Nag Champa contenga Mesua ferrea (Nagserak), in quanto in commercio esiste un incenso con lo stesso nome, che contiene solo Magnolia champaca, Legno di Sandalo e resina Halmaddi (Ailanthus triphysa).

Ph. A. J. T. Johnsingh, WWF-India and NCF-wikimedia.org