In America latina, la Stregoneria è conosciuta come Brujería, e consiste in una complessa miscela di influenze indigene, africane ed europee, le quali utilizzano pratiche spirituali incentrate sulla natura e sulla guarigione e che, con l’arrivo degli Africani portò a religioni sincretiche come Candomblé e Santería.
Durante la colonizzazione, le credenze europee stregonesche si fusero con le tradizioni locali, ricamando un arazzo magico, con pratiche che variavano da paese a paese.
Quando i frati francescani della Nuova Spagna arrivarono nelle Americhe nel 1524, introdussero tra le popolazioni indigene il “diabolismo”, ovvero la fede nel diavolo cristiano.
Bartolomé de las Casas, un prete cattolico spagnolo impegnato nella difesa dei nativi americani, poi divenuto vescovo, credeva che il sacrificio umano non fosse diabolico, anzi pensava che fosse un risultato naturale dell’espressione religiosa.

Gli Indiani messicani accettarono volentieri la fede nel diabolismo, riuscendo comunque a mantenere la loro fede nelle divinità creatrici-distruttrici.
Le prime notizie sulla Brujería possono essere fatte risalire al 1500, quando l’arcivescovo di Santo Domingo e quinto vescovo di Porto Rico, Nicolás Ramos, registrò i suoi ricordi di “brujos neri [maschi e femmine] che si impegnarono con il diavolo sotto forma di capra“. e, ogni notte davanti a questa capra, maledicevano Dio, Santa María e i sacramenti della Santa Chiesa.
Ramos scrisse: ” Affermando che non avevano né credevano in un dio diverso da quel diavolo… eseguivano queste rituali in alcuni campi [apparentemente erano in trance], … non in sogno poiché c’erano alcune persone che li vedevano.”
Queste persone, continua Ramos, ”cercavano di far sì che [gli stregoni] si astenessero dalle loro azioni attraverso il canto e doni sacri [dádivas], e con tutte queste [informazioni] vennero da me.”
Questa perpetua demonizzazione di elementi del culto africano pose le basi per secoli di demonizzazione delle pratiche di Brujería.

La Brujería, durante l’Inquisizione spagnola, era una parte importante della storia sociale e culturale del Messico tardo coloniale.
Infatti, nei numerosi processi, denunce e confessioni rese nel ‘500 alle varie Congregazioni per la Dottrina delle fede brasiliane, la presenza delle streghe è una costante.
A differenza di Candomblé, Santería e molte altre religioni caraibiche derivanti dall’Africa, la Brujería non si basa su comunità, gerarchie o appartenenze stabili, ma le sue pratiche dipendono maggiormente dalle preferenze rituali dei partecipanti effettivi.
Inoltre, è impossibile imporre dottrine di culto istituzionalizzate ai seguaci, a causa della spontaneità degli spiriti che esistono e con i quali si può comunicare; e ciò si mescola con le convinzioni di culto spirituale introdotte dai missionari cattolici.
I praticanti sono chiamati Brujas (femminile) e Brujos (maschile a volte anche di genere neutro), i quali praticano i rituali tramandati, che però dipendono fortemente dalle forze della natura e dalla spontaneità degli spiriti.

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Praticamente, i Brujos sottolineano di non credere negli oggetti rituali o nell’avere troppa pertinenza nelle rappresentazioni materiali delle entità spirituali, ma piuttosto di concentrarsi sui messaggi e sui “poteri delle entità che abitano queste icone“, che vengono utilizzati anche per evocare antichi demoni.
Il potere viene percepito e manifestato, quando le voci delle entità spiritiche degli Orishas della Santería e dei defunti recentemente, sono evocate da “rituali Brujería, divinazione, trance e realizzazione di opere magiche“.
I mezzi astratti di rivelazione degli spiriti si manifestano attraverso le emozioni, attraverso i sensi ed attraverso le guarigioni, come mezzo per trasformare gli “stati emotivi, propriocettivi (capacità di percepire e riconoscere la posizione del proprio corpo nello spazio e lo stato di contrazione dei propri muscoli, senza il supporto della vista) fisiologici dei partecipanti“.
I Brujos ed i praticanti della Brujería non mettono mai in discussione gli spiriti, ed i metodi performativi dell’addestramento alla resa, sono l’unica lezione che essi mirano ad insegnare.
L’aspettativa è avere fiducia negli spiriti, così che essi possano rivelare teatralmente ciò che si intende mostrare.

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La Brujería si concentra principalmente sul potere interpersonale cliente-paziente, che “emerge durante la guarigione, la divinazione, e i rituali magici sfidano le precondizioni assunte“, soprattutto per quanto riguarda la salute, il lavoro, le relazioni familiari e persino la gestione della carriera.
In tutto ciò, bisogna evidenziare che la Brujería ha dato luogo alla Sindrome Rootwork, chiamata anche “Mal Puesto”, un insieme di interpretazioni culturali, spesso prive di qualunque razionalità o base scientifica, che attribuiscono la malattia a fatture, magie, stregonerie, o all’influenza malefica di qualche altra persona.
Ciò nasce dal fatto che, durante il periodo schiavista, tutti i nativi di origine africana del Sud America dovevano infatti conoscere le tecniche di guarigione basate sull’utilizzo delle erbe, perché l’assistenza sanitaria vera e propria era considerata troppo costosa per gli schiavi.
Successivamente, man mano che le cure mediche standard diventarono più disponibili, meno persone iniziarono ad avere bisogno dei “Rootworker” o “Root Doctor”, ovvere “medici radice”, per essere curati.
Naturalmente, però, molti hanno continuato (e continuano ancora oggi) a consultarli per eseguire divinazioni, incantesimi e contro-incantesimi.
La Sindrome Rootwork non è una malattia ma una credenza magica, stregoneria o maledizione legata alla cultura caraibica e afroamericana, che utilizza gli elementi della natura, come erbe e pietre, per ‘curare’ ma anche per fare ‘fatture’.

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Una persona colpita da Rootwork può presentare ansia, disturbi gastrointestinali, debolezza, vertigini e paura di essere avvelenata o uccisa (la cosiddetta morte Vodoo).
Inoltre, sostiene che l’incantesimo fattole può essere rimosso solo dal Rootworker, grazie all’ausilio di erbe, e a volte anche facendo una fattura al nemico, come nel Hoodoo.
Tornando alla descrizione della Brujería, tutti gli aspetti negativi della stregoneria, temuti dalle persone di tutto il mondo, sono praticati dai brujos: lanciare il Malocchio, lanciare incantesimi per causare malattie fisiche o mentali, portare sfortuna e persino la morte.
I brujos creano bambole nelle quali inseriscono pezzetti di capelli, ritagli di unghie o pezzi di abbigliamento della vittima e concentrano i loro intenti malvagi sul rappresentante in miniatura della persona da maledire.
Se un medico, con le moderne tecniche mediche, non riesce a curare qualcuno che si è ammalato improvvisamente, si sospetta che la causa del problema sia la Brujería.

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Inoltre, si pensa anche che i Brujos siano abili mutaforma, possedendo la capacità soprannaturale di trasformarsi in gufi, coyote o gatti.
Sotto le sembianze di animali, possono spiare le potenziali vittime e persino somministrare una pozione nel cibo o nell’acqua della loro ignara preda, o nascondere un portafortuna nei suoi luoghi privati.
Ci sono alcuni amuleti o rituali, che offrono una certa protezione dai brujos, ma l’unico modo sicuro per liberarsi dalle loro azioni malvagie, è avvalersi dei servizi di un “curandero” (Rootworker).
A volte il Rootworker è in grado di contattare il brujos attraverso mezzi soprannaturali, e chiedere che la maledizione o l’incantesimo venga rimosso.
Nei casi più gravi, il curandero potrebbe dover lanciare un incantesimo sul brujos e sconfiggerlo a livello spirituale, per costringerlo poi a rimuovere il male diretto verso la vittima.

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Nella Brujería, una miscela utile per purificare, consacrare ed attrarre forze positive e di protezione, è:
Incenso alle Resine Sacre
Ingredienti:
30 gr di resina di Pino
20 gr di Copale oro
20 gr di Franchincenso (Boswellia)
10 gr di balsamo del Tolù
10 gr di gomma mastice di Chios (Lentisco)
5 gr di Mirra
5 gr di Ambra

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