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ELICRISO, IL GUERRIERO SPIRITUALE DORATO

Scritto da MadameBlatt

L’Elicriso, Helichrysum, è un genere di piante appartenenti alla famiglia delle Asteracee, che comprende circa 600 specie, conosciute anche col nome di “Semprevivo” o “Perpetuino”, poiché la natura scagliosa e coriacea delle brattee, che avvolgono i fiori, conferisce loro un aspetto chitinoso, ma soprattutto una lunga durata.
Il nome deriva dal greco “helios” = sole e “chrysos” = oro, e si riferisce alla forma e al colore giallo dorato molto luminoso dei suoi fiori, che possiedono un odore caratteristico dovuto all’ essenza solforosa, contenuta in essi.
A questi si devono le principali proprietà per le quali l’Elicriso é impiegato tradizionalmente.
Cresce in tutto il bacino del Mediterraneo, in Sudafrica e in Australia, in zone pietrose ed aride, e sulle colline calcaree.
Il suo nome inglese è “Wild Curry”, in quanto le sue foglie hanno un moderato aroma di curry, anche se non ha niente a che vedere con questa miscela di spezie, né con l’Albero del curry (Murraya koenigii), e non è nemmeno usato come ‘masala’ per i piatti al curry.

Esse hanno un aroma resinoso e un po’ amaro, che ricorda la Salvia o l’Assenzio, possono essere impiegate per insaporire risotti, minestre, carne di pollame e ripieni, ma vanno rimosse appena hanno rilasciato l’odore, altrimenti rendono amare le pietanze.
Il suo nome in altre lingue è: Immortelle, Everlasting, Siempreviva.
Molto conosciuto è l’Elicriso italico (Helichrysum italicum), pianta iconica dell’area mediterranea per il suo olio essenziale, usatissimo in profumeria ed aromaterapia.
Questa pianta, invece, dovrebbe essere sfruttata meglio nella fitoterapia mediterranea, per i suoi estratti che hanno il potenziale per essere sviluppati come ingredienti per integratori alimentari.
I capolini di Elicriso italico, mescolati con foglie di Gelso (Morus spp.) e dati in pasto ai bachi da seta, inducono la produzione di seta naturalmente gialla, materiale utilizzato in Sardegna per la produzione di indumenti popolari.
Gli antichi sacerdoti romani e greci decoravano le statue degli Dei con ghirlande di capolini di Elicriso, in quanto la loro tonalità gialla in pieno sole avrebbe dato l’effetto di una corona d’oro su una figura policroma.
Ma nelle antiche scritture è anche riportato, che essi usavano incoronare le statue degli Dei con i suoi fiori, affinché “non si putrefacessero mai”.


Questa pianta era impiegata per bruciare le setole del maiale, con la credenza che l’aroma della pianta si sarebbe trasmesso al lardo.
Mazzetti della pianta venivano disposti tra gli abiti, per allontanare tarli e tignole.
L’Elicriso è una pianta considerata benefica per le condizioni infiammatorie e infettive delle vie aeree.
Sembra che due Presidenti della Repubblica italiana, Oscar Luigi Scalfaro e Carlo Azeglio Ciampi, apprezzassero molto la cosiddetta “tisana del Quirinale”, una combinazione di Elicriso, Lavanda e Finocchio.
Miscelato con olio d’oliva, l’Elicriso italico è utilizzato per il trattamento dermatologico delle ustioni solari e da fuoco, e per la cicatrizzazione delle ferite.
E’ utilizzato come antispasmodico, come stimolante per la bile, contro il colesterolo e disturbi metabolici vari.
In medicina veterinaria, la pianta viene utilizzata per curare la tosse negli asini e disturbi articolari sia per i cavalli che per gli asini.
Curiosamente, le prime indagini moderne sulla pianta sono state stimolate da questi usi animali.

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L’Helichrysum italicum è famoso ed apprezzato per il suo profumo, definito roseo, esotico e speziato, mentre Elicriso del Tirreno (Helichrysum microphyllum subsp. tyrrhenicum), specie cespugliosa che cresce solo in Sardegna, ha un odore gradevole e persistente, che ricorda il profumo della liquirizia, del curry indiano, del tabacco e delle rose.
Al contrario, altre specie come, per esempio, l’Helichrysum roseo-niveum, hanno una nota fenolica sgradevole simile al letame, trovata da molti fastidiosa per la sua persistenza, tipica appunto di alcune specie africane di Helichrysum.
Quest’ultima è una pianta cespugliosa molto elegante che, da adulta, può raggiungere quasi i 2 metri d’altezza, con foglie ovate lanose e fiori argentei con l’interno cremisi.
Cresce in corsi d’acqua sabbiosi o ghiaiosi, intorno alle rocce o negli anfratti delle rocce.
Nel linguaggio dei fiori, l’Elicriso simboleggia l’amore eterno ed infinito.

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L’Elicriso ha vari miti legati ad esso, relativi alla trasformazione e alla bellezza.
Uno di questi racconta che un tempo, l’Elicriso era la ninfa Galatea, figlia di Doride e Nereo.
Ella amava il pastore Aki, ma era desiderata dal ciclope Polifemo, il quale lo uccise.
Poseidone trasformò Aki in un fiume, l’Aci in Sicilia, sulle cui sponde Galatea sedeva piangendo, e le sue lacrime si trasformavano in Elicriso.
Un’altra storia narra della Dea Artemide che trasforma Amaranto, il principe di Eubea, in Elicriso dopo che un Poseidone adirato lo aveva fatto annegare.
Poiché altre specie di Elicriso, come l’Helichrysum decorum e l’Helichrysum aureonitens, erano usati in Sud Africa per entrare in stati di trance prima della divinazione, sorge la possibilità che l’Oracolo di Delfi possa aver usato l’Elicriso nelle sue profezie.
Inoltre, questa pianta era conosciuta anche come ‘Ape delfica‘, quindi c’è la possibilità che i suoi fiori fossero percepiti come un modo per connettersi con le api stesse, oltre a ricordare il polline d’api.

Nell’Odissea, appare in sogno alla principessa di Scheria, Nausicaa, e le dice di lavare i suoi abiti da sposa, sebbene Nausicaa non sia fidanzata in quel momento.
La fanciulla ascolta il sogno ed incontra Ulisse, naufragato sull’isola da Poseidone.
Quando l’eroe appare nudo e ferito, tutte le fanciulle con Nausicaa scappano via terrorizzate, ma la ninfa fa la vergine guerriera e resiste.
Per aiutare Ulisse nella sua guarigione, Nausicaa gli fornisce il suo olio dorato di Elicriso, che si dice fosse il segreto della sua rinomata bellezza.
Dopo aver utilizzato l’olio d’oro, Ulisse riacquista vigore e bellezza.

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In Esoterismo, un mazzetto di Elicriso, lasciato essiccare tutto l’anno e poi bruciato la notte di San Giovanni, permette di conquistare la persona amata.
E’ una pianta usata nei bagni e nelle defumazioni di unione e si impiega anche con successo nei riti d’amore, specialmente nei casi di riconciliazione di un fidanzamento e per migliorare la vita di coppia, o rinnovare un sentimento che si sta spegnendo.
Il potere è concentrato nei fiori, ed è una delle piante care alla magia sudamericana, aggiunta alle polveri ogni qualvolta sia necessario dare un input di continuità ad una situazione.

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Il fumo dell’Elicriso serve a purificare tutto ciò che è negativo, scacciare le entità nocive, proteggere la casa dagli spiriti maligni e dal male.
Può essere bruciato come offerta agli spiriti, come si fa con il tabacco sacro.
In Aromaterapia, la fragranza di Elicriso sostiene la psiche nell’elaborare emozioni difficili, traumi o problemi che abbiamo sepolto nel subconscio, o qualità dentro di noi che non ci piace riconoscere.
Crea un ambiente nutriente, che promuove la calma interiore e favorisce la pratica spirituale, apre i cuori alle energie invisibili che influenzano le nostre vite qui sulla terra.
L’essenza floreale agisce come un potente catalizzatore, aiutandoti a superare le barriere e risolvere la memoria emotiva traumatica, che potrebbe impedirti di vivere con coraggio dal tuo vero cuore.
L’Elicriso può accedere e ripulire delicatamente (spesso attraverso il sogno) le regioni dentro di noi, che sono emotivamente ferite e sofferenti.

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Infatti, rimuove il dolore rapidamente e senza sforzo, aiuta le persone con una storia di circostanze di vita difficili, traumi, dipendenze, perdite o abusi.
Questi individui hanno bisogno del potente supporto spirituale offerto dall’Elicriso, il quale conferisce forza e resistenza all’anima ferita che deve continuare a vivere, nonostante le difficoltà del passato.
L’olio essenziale di Elicriso ripristina la fiducia nella vita e nel Sé, dando all’individuo la forza di “farcela”, ecco perché è soprannominato “il Guerriero spirituale”.
Grazie al suo forte rapporto con la luce del Sole, infonde gioia, fervore e speranza di vivere, prendendo per mano l’anima ferita, guidandola attraverso le difficoltà della vita.
In pratica, offre a tutti la speranza che le proprie ferite possano essere guarite.
Apre le porte della percezione, permettendoci di vedere noi stessi e le nostre vite in un modo nuovo e fresco, migliorando notevolmente il flusso creativo.
Pertanto, può essere utilizzato per rafforzare la volontà, motivare ed ispirare.

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ATTENZIONE: L’Elicriso non è adatto per le donne incinte, i bambini sotto i 3 anni e le persone in trattamento anticoagulante.

PIANETA:Sole
ELEMENTO: Fuoco
SEGNO ZODIACALE ASSOCIATO: Leone
CHAKRA: 3, Manipura (C. del Plesso solare)

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“La speranza è il tappeto magico che ci trasporta dal momento presente nel regno delle infinite possibilità” (H. J. Brown)

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