LโAruspicina รจ unโarte divinatoria, di origine etrusca, che si basa, soprattutto, sullโesame a scopo divinatorio delle interiora degli animali sacrificati.
Il concetto fondante poggiava sulla convinzione che ci fosse una perfetta corrispondenza fra macrocosmo e microcosmo, per cui nulla accade fortuitamente e che la volontร degli dรจi puรฒ manifestarsi nelle interiora degli animali sacrificati, soprattutto nel fegato.
Si pensava che il fegato fosse la sede della vita.
Presso gli Assiri Babilonesi, gli Ittiti e gli Etruschi, la comprensione della volontร degli dรจi, e con ciรฒ la predizione del futuro, era affidata soprattutto a quellโarte o scienza, che in lingua etrusca si diceva “nethลra”, in quella latina โharuspicinaโ.

Publio Decio Mure assiste all’interpretazione dei segni durante il sacrificio -Pieter Paul Rubens-
I Babilonesi chiamavano “baru” il sacerdote che la praticava.
Gli Etruschi lo chiamavano “netลvis”, ed i Romani “haruspex” (Aruspice).
Nell’antica Roma, gli Aruspici erano considerati stranieri e non costituivano alcun collegio sacerdotale ufficiale.
Essi furono consultati per tutta la durata dell’Impero romano e si tramanda che, ancora nel 408 d.C., durante l’assedio di Roma, Aruspici pronunciarono maledizioni in lingua etrusca, per lanciare fulmini sui Visigoti di Alarico I.
Si racconta, anche, che l’Aruspice personale di Giulio Cesare, l’etrusco Spurinna, predisse al dittatore romano la tragica morte alle Idi di marzo.
LโAruspicina si basava sulla determinazione nel templum, ovvero lo spazio sacro su cui si proiettava la suddivisione della ‘volta celeste’.

Volta Celeste
Questa si immaginava attraversata da due rette perpendicolari: Cardo (direzione nord-sud) e Decumano (direzione est-ovest).
Partendo dalla linea del Decumano, e andando verso est, si delimitava la ‘pars familiaris’ (dove risiedevano gli dรจi benevoli, fra cui Tinia e sua moglie Uni), mentre verso ovest la ‘pars hostilis’ (dove risiedevano gli dรจi ostili, quelli dell’oltretomba).
Invece, prendendo la linea del Cardo ed andando verso sud, si delimitava la ‘pars ร ntica’, mentre verso nord la ‘pars postica’.
L’intersezione delle due rette (Cardo e Decumano) ripartivano la volta celeste in quattro quadranti, ognuno dei quali era a sua volta suddiviso in quattro parti.
Il cielo era cosรฌ composto da 16 settori in tutto, ognuno dei quali costituiva la sede di una divinitร diversa.

Giovanni Gaspare Lanfranco
Tornando a Roma, col tempo, gli Aruspici divennero indovini, sacerdoti discendenti di quelli etruschi, e formavano un collegio denominato ‘ordo haruspicum’.
I sacerdoti indossavano un abbigliamento particolare, tra cui un alto cappello semiconico, un mantello frangiato e portavano un bastone con una estremitร a spirale (lituo).

Aruspice
Essi erano divisi in collegi e partecipavano a tutte le attivitร pubbliche, che assumevano un forte significato sacro.
Le scritture erano composte da libri contenenti un complesso sistema codificato di regole rituali.
I principali riguardavano: lโinterpretazione delle viscere degli animali, condotta dagli Aruspici, lโinterpretazione dei fulmini, condotta dagli โAuguriโ, e le norme di comportamento da seguire nella vita quotidiana (Omen).

Rilievo del foro di Traiano
