Pyracantha, dal greco ‘pyr ‘ = ‘fuoco’ e ‘akanthos’ = ‘spina’, chiamata anche Agazzino, è un genere di grandi arbusti spinosi sempreverdi della famiglia delle Rosaceae, originario di un’area che si estende dall’Europa sudoccidentale fino al sud-est asiatico.
Spesso viene confuso con il Cotoneaster, dal quale si differenzia per la presenza di spine e i margini delle foglie seghettati.

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Presenta piccole foglie ovali con margini lisci e piccoli fiori bianchi disposti in densi grappoli, con cinque petali e numerosi stami.
In inverno fruttificano con piccoli pomi di colore da giallo ad arancione o rosso, e sono un alimento importante per gli uccelli.
La specie più comune è l’Agazzino europeo ( Pyracantha coccinea), che può crescere fino a 4,5 metri di altezza.
Di altezza simile sono l’Agazzino a foglie strette ( Pyracantha angustifolia ), Agazzino di Gibb ( Pyracantha atalantioides ), e l’Agazzino cinese ( Pyracantha fortuneana ), tutti originari della Cina, con grappoli di frutti scarlatti.

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L’Agazzino Formosa ( Pyracantha koidzumii ), originario di Taiwan, è densamente ramificato, con giovani rametti rosso-violacei e frutti arancio-scarlatti .
L’Agazzino himalayano o nepalese (Pyracantha crenulata ) cresce fino a 6 metri di altezza e può essere allevato come un piccolo albero.
E’ una pianta antichissima, che viene coltivata per uso ornamentale nei giardini fin dal XVI secolo, anche perché può durare per anni con una manutenzione limitata.

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Un gran numero di frutti fossili di Pyracantha acuticarpa sono stati ritrovati negli strati del Miocene medio dell’area di Fasterholt, vicino a Silkeborg nello Jütland centrale, in Danimarca.
Anche se molto poco conosciute come tali, le bacche di Agazzino sono commestibili e possiedono proprietà medicinali.
I suoi frutti, fiori e foglie sono tradizionalmente utilizzati in alcune parti dell’Asia (soprattutto nella regione dell’Himalaya) e molto raramente, oggigiorno, anche nell’Europa meridionale, alla stregua di quelli del Biancospino.

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E’ una pianta molto popolare nell’erboristeria occidentale come tonico cardiaco e anche rimedio diuretico e digestivo.
Infatti le piante di Pyracantha sono strettamente imparentate con i Biancospini (specie Crataegus) e i Cotoneaster.
Le foglie di Pyracantha sono talvolta utilizzate non solo nella medicina popolare, ma semplicemente per fare una bevanda, come le foglie di Pyracantha crenulata in Himalaya.
Con le foglie di quest’ultima, si ottiene un tè molto buono, considerato anche un tonico per il cervello.

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I frutti di Agazzino possono essere consumati crudi, ma solo in quantità moderate, poiché i suoi semi contengono ‘glicosidi cianogeni’, che possono causare lievi problemi gastrointestinali se consumati in dosi maggiori.
Si dice che la cottura o l’essiccazione neutralizzino questa lieve tossicità.
La polpa poco matura dei frutti di Pyracantha ha un sapore simile alle mele (anche il Melo appartiene alla famiglia della Rosaceae). Ma da agrodolce e succoso diventa abbastanza insapore, insipido e secco quando sono troppo maturi.
Le bacche di Pyracantha sono ricche di vitamina C e contengono pectine, quindi ottime per fare gelatine, conserve, salse e vino.
In passato erano usate per questo nell’Europa meridionale e dai primi coloni e Indiani nel Nord America.
Ma se negli ultimi decenni è diventato quasi del tutto dimenticato come frutto commestibile, in alcune parti dell’Asia, in particolare nelle regioni dell’Himalaya, le bacche di Pyracantha sono ancora comunemente consumate nelle comunità rurali e persino vendute sui mercati locali.

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I frutti essiccati e in polvere di Agazzino vengono mescolati con lo yogurt e mangiati per il trattamento della dissenteria sanguinante in Nepal, dove talvolta vengono prodotte anche conserve dei frutti.
In passato, i semi di Pyracantha coccinea sono stati usati in Spagna, come sostituto del caffè.

Pendente in legno di Pyracantha by Gill Rippingale