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MAGIA IN CUCINA: ATTREZZI ED UTENSILI – PRIMA PARTE

Scritto da MadameBlatt

In passato, la Terra con tutti i suoi doni era collegata agli Dei, che si manifestavano agli uomini attraverso frutti, semi, fiori, foglie e radici.
Così, alcuni umani iniziarono ad usare questi doni divini, creando antiche magie, sia per l’anima che per il corpo.
Nacque, quindi, anche la tradizione mistica del cibo, che probabilmente molti di noi hanno dimenticato ma, le energie senza tempo, che vibrano ancora nell’Universo stanno aspettando che tu le percepisca e le usi.
Iniziamo questo fantastico viaggio, tra ricette, ingredienti e significati sensoriali?
Anche questa è Magia…

Per poter cucinare, naturalmente, occorrono innanzitutto gli attrezzi ed utensili da cucina, spesso sottovalutati, ma che concorrono sicuramente alla buona riuscita di una ricetta, oltre a dare quel tocco in più di magia.

 

Tomba del fornaio Eurisace, 30 a.C.- Museo della Civiltà romana

Il Forno

Simbolo del divino, il forno racchiude in sé il processo trasformativo della cottura, è caldo e luminoso e fa parte della nostra civiltà da migliaia di anni.
In tutto il Mediterraneo, l’Africa e l’Impero Romano, i fuochi di legna in un recinto di pietra erano usati per arrostire la carne e cuocere il pane.
Questa era la premessa fondamentale per il forno, in quanto forniva una fonte di calore diversa per la cottura, rispetto al fuoco all’aperto utilizzato per riscaldare l’acqua e fare la zuppa.
Sebbene ci siano stati alcuni fantastici progressi nel corso dei secoli, questo concetto di base per il forno originale è rimasto.

Gli esseri umani hanno creato diversi tipi di forni, da quelli di mattoni di fango del Medio Oriente, ai forni di terra usati sia in Nord America che in Polinesia.
Nell’antica Roma si festeggiava Fornacalia, una festa celebrata in onore di Fornace, la Dea romana del forno per il pane (fornax) o protettrice del processo di cottura del pane.
Era una sorta di personificazione del forno e la Dea si assicurava che il pane non bruciasse.
La festa veniva celebrata tra trenta Curie (curiae), le più antiche divisioni di Roma, create dal mitologico Romolo delle tre tribù originarie di Roma.
Si ritiene che, durante la festa, le famiglie romane di ogni curia fossero solite spargere un po’ di grano in casa, per assicurarsi che le stufe domestiche non si spegnessero durante l’anno.
Inoltre, durante i Fornacalia si offriva alla Dea, il Mola Salsa, ovvero chicchi di farro abbrustoliti e pestati in un mortaio.
Questa salsa veniva distribuita in piccole porzioni ai credenti, quale atto di purificazione, oppure utilizzata per cospargere gli animali destinati al sacrificio: da qui il termine “immolare“, che ha il significato di “ricoprire con Mola Salsa“.
Invece nell’antica mitologia cinese Zao Shen, il Dio del focolare inteso anche come forno, è una divinità molto popolare, tanto che molte case cinesi hanno una sua immagine di carta appesa, durante tutto l’anno, vicino al forno di famiglia.
Questo dio non solo veglia sugli affari domestici di una famiglia, ma è anche una forza morale nella vita di tutti i membri della stessa.

Nian gao-Ph. asianinspirations.com

Ogni anno, una settimana prima del Capodanno cinese, le famiglie offrono un sacrificio chiamato “Nian gao” alla divinità, la quale ascende al Cielo per presentare all’Imperatore di Giada il suo rapporto annuale sul comportamento di ogni membro della famiglia.
Secondo il rapporto, di conseguenza l’Imperatore di Giada premia o punisce ogni famiglia.
Il ‘Nian gao’ è una torta appiccicosa simile a una radice di loto, fatta di zucchero e miele, una tipica caramella tradizionale cinese.
Spalmando zucchero appiccicoso e miele sulla bocca del Dio del focolare, i membri della famiglia cercano di “chiudergli le labbra”, sigillandole e “corrompendo” Zao Shen, affinché presenti una versione “addolcita” del rapporto all’Imperatore di giada, l’imperatore del cielo.

L’ascesa al cielo di Zao Shen si compie bruciando la sua immagine: il fumo che sale verso il cielo rappresenta simbolicamente il suo viaggio verso l’Imperatore del Cielo, mentre i petardi vengono accesi per accelerare il suo viaggio.
Alcune famiglie offrono denaro simbolico durante l’incendio della foto della divinità, oppure offrono una portantina ed un cavallo di cartapesta per il viaggio, o persino versare del liquore sull’immagine di Zao Shen, per produrre una fiamma luminosa, che dovrebbe accelerare il viaggio anche in Paradiso.
Una sua nuova foto viene quindi posta sopra il forno per il prossimo anno.
Nel pomeriggio del quarto giorno dopo l’ascesa al Cielo di Zao Shen, le persone preparano offerte di cibo per accogliere il suo ritorno dal viaggio alla corte dell’Imperatore di Giada, evento che segna la fine della libertà dalla sorveglianza spirituale.
Il primo forno ufficiale della storia documentata fu costruito nel 1490 in Francia, realizzato con mattoni e piastrelle.
In Europa il forno non divenne di uso comune fino al XVIII secolo; al suo posto veniva utilizzato il calderone, una specie di forno portatile.
Lo scopo dei forni è quello di trattenere il calore del combustibile che brucia e di fornire la temperatura necessaria per una corretta cottura.
I forni riscaldati a gas o elettrici vanno bene per la cottura magica, invece i microonde funzionano secondo un principio completamente diverso quindi, poiché la Magia del cibo è una pratica tradizionale, è meglio evitarli ed utilizzare gli strumenti tradizionali e consacrati per la preparazione del cibo.

 

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Il Calderone

Quando pensiamo alle Streghe, subito ci viene in mente il Calderone, un tempo comune pentola da cucina usata in tutta Europa.
Realizzato in ferro, contrassegnato da nervature usate per misurare e poggiato su tre lunghe gambe, nelle antiche mitologie dei Celti gallesi ed irlandesi, il calderone ha svolto un ruolo importante, divenendo uno dei miti più duraturi.
Ad esso venivano spesso attribuite proprietà magiche ma, nella vita quotidiana dei Celti, era anche un utensile molto utile e versatile.
Utilizzato per cucinare, bollire, pulire, fare il bagno, portare l’acqua e altri compiti domestici, essendo un contenitore per l’acqua, l’oceano, i mari ed alcuni laghi erano di conseguenza considerati grandi calderoni.
A volte essi venivano lasciati come offerte votive agli Dei in paludi, fiumi e stagni.
Quando un calderone d’acqua veniva posto sopra un fuoco e riempito d’acqua per bollirla, la sua magia poteva essere vista gorgogliante in azione.
Tutto ciò che vi veniva messa dentro, ne usciva cambiato.
Nell’Altromondo celtico, la quantità di ispirazione poetica ed artistica che una persona riceveva, era regolata da come aveva vissuto la propria vita: il modo in cui l’acqua nel calderone ribolliva determinava la misura che ricevevano.

Dagda

Tra le divinità irlandesi troviamo Dagda, spesso raffigurato come un gigante con una lunga barba nera.
Egli era chiamato il “Calderone dell’Abbondanza”, visto che ne portava uno in spalla, ed era uno dei Quattro Tesori dei Tuatha Dé Danann, il quinto dei sei popoli preistorici che invasero e colonizzarono l’Irlanda prima dei Gaeli.
Dagda era un dio importante di statura gigantesca associato alla fertilità, all’agricoltura, alla forza e alla virilità, spesso ritratto in modo umoristico, si credeva che controllasse il tempo, i raccolti, il tempo, le stagioni, la vita e la morte.
Di buon carattere, tutti potevano mangiare a sazietà dal suo calderone che non si esauriva mai.
Si narrava, che il mestolo fosse così grande, che due uomini potevano facilmente entrarci dentro.

Calderone di Ceridwen

Un’altra bella leggenda è quella del Calderone della conoscenza, dell’ispirazione e della rinascita di Ceridwen, una maga.
Ella usava il suo calderone per preparare una pozione, che avrebbe infuso conoscenza e saggezza a chiunque l’avesse bevuta, ma la preparava esclusivamente per suo figlio.
La miscela doveva essere bollita e mescolata per un anno e un giorno, quindi aveva incaricato un cieco di nome Morda di alimentare il fuoco e un ragazzo di nome Gwion Bach di mescolare la pozione.
Un giorno erroneamente, Gwion Bach bevve tre gocce dell’infuso che gli erano schizzate sulla mano.
Portandosi la mano alla bocca per alleviare il dolore, fu immediatamente pervaso di saggezza ma, sapendo che Ceridwen si sarebbe arrabbiata, fuggì.
La strega lo inseguì, e tra i due iniziò una serie di trasformazioni mutaforma in diversi animali e uccelli, che alla fine portarono il giovane a rinascere come Taliesin, il più antico poeta di lingua gallese del quale siano sopravvissute alcune opere.
Nella lista dei Tredici Tesori della Britannia, troviamo il Calderone di Dynwych, il quale possiede l’insolito attributo di saper distinguere tra un uomo coraggioso e un codardo.
Per un uomo coraggioso, la carne cuoce velocemente mentre quella per un codardo non cuoce mai.
Questo calderone è stato incluso in The Mabinogion compilato da Lady Charlotte Guest.

by J.E.C. Williams

Da non dimenticare è Diwrnach Wyddel, l’amministratore di Odgar figlio di Aedd, re d’Irlanda, il quale possedeva un calderone magico, che gli fu richiesto dal gigante Ysbaddaden, per cuocere la carne per il banchetto di nozze di sua figlia, come condizione per dare a Culhwch il permesso di sposare sua figlia Olwen.
Re Artù, parente di Culhwch, si assunse l’incarico per suo conto, di farsi dare il calderone e salpò per l’Irlanda con una compagnia di guerrieri.
Diwrnach però si rifiutò di rispondere alla richiesta di Artù e Bedwyr (il campione del re) si impadronì del calderone, affidandolo a uno dei servi, che portalo sulle spalle.
In un colpo solo, con la spada chiamata Caledfwlch, Llenlleawg l’irlandese uccise Diwrnach e tutti i suoi uomini, e seguì uno scontro con le forze irlandesi, respinto da re Artù e dai suoi uomini.
Così risalirono a bordo della loro nave Prydwen e, portando con loro il calderone come bottino di guerra, tornarono in Gran Bretagna.
Diwrnach si rifiutò di darglielo, ma uno dei guerrieri di Artù se ne impossessò ugualmente, uccidendo il proprietario e scatenando una guerra, dalla quale. Diwrnach viene ucciso nel combattimento che ne segue, e Arthur ei suoi guerrieri combattono per tornare alla loro nave con il calderone e tornare in Gran Bretagna.

Macbeth-by Daniel Gardner

L’associazione del calderone con la Stregoneria deriva dalla famigerata scena delle “Tre streghe” nel Macbeth di Shakespeare.
Usare una pentola di ferro per preparare la birra (come per preparare il tè) o cucinare non era insolito nel XVI secolo, ma ciò che attrasse l’attenzione del pubblico, fu il tipo di cucina che facevano queste tre donne.
Tra i Wiccan moderni, il calderone è onorato come simbolo della Dea Madre, proprio come lo sono stati ciotole, barattoli e pentole.
Le pentole a tre gambe in ghisa sono ancora prodotte per scopi decorativi ed occulti, ma ti sconsiglio di provare a cucinare in un calderone, ci vogliono troppe ore ed un sacco di spazio.

 

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Il Piatto

I piatti sono stati inventati probabilmente prima delle ciotole ed i primi erano fatti di legno o foglie rigide, mezze zucche o anche valve di conchiglie di mare, utili per contenere e raffreddare leggermente i cibi cotti prima di mangiarli.
Piatti in legno, ceramica e metallo risalgono all’antichità in molte culture più che altro occidentali, mentre la foglia di banana predomina in alcune culture dell’Asia meridionale e del sud-est asiatico.
I piatti sono governati dal Sole e dall’elemento Terra, e rappresentano il mondo fisico, il denaro e l’abbondanza.
Qualsiasi piatto fatto di materiali naturali può essere usato per la magia.

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Il Cucchiaio

Osservandolo bene, un cucchiaio è una ciotola con il manico, quindi è legato alla Luna ed all’elemento Acqua.
I cucchiai sono stati usati da migliaia di anni, come dimostrano alcune collezioni museali che ne presentano di varie dimensioni e forme, realizzati a seconda dell’epoca: in argilla, pietra, ecc.
Anticamente, questo attrezzo era spesso presente durante incantesimi e magie nei quali 3, 7 o 9 cucchiai, raccolti in tre, sette o nove case, venivano usati per spezzare il pericoloso incantesimo del Malocchio.
Inoltre, questi cucchiai potevano essere usati per lanciare o spezzare la magia, per scremare il latte del bestiame, per raccogliere il mais dai campi e per il matchmaking (l’unione di due individui per affinità, di solito ai fini del matrimonio).
Si credeva che i cucchiai avessero il potere di “sciogliere” o “legare” lo sposo, cioè di aiutarlo o impedirgli di adempiere ai suoi obblighi la prima notte di nozze.
Pertanto, durante i matrimoni, i parenti degli sposi ispezionavano accuratamente capi di abbigliamento e coperte nella stanza preparata per la notte, alla ricerca di cucchiai.

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Un altro simbolo del cucchiaio è di sostegno e sostentamento, in quanto è quasi sempre un percorso essenziale per procurarsi il cibo necessario venendo usato come forma di supporto per portare il cibo in bocca, in un piatto, pentola, ecc.
Mentre i migliori cucchiai per cucinare sono fatti di quercia, faggio o acero, nella Magia bianca e nella rottura dell’incantesimo del malocchio si richiedono legni di olmo, frassino o carpino.
In tutte le altre magie si utilizzano normalmente cucchiai di Bosso.
Nel folklore, gettare un cucchiaio sopra la testa di un uomo, lo liberava dalla paura, meglio ancora se prima si metteva dentro un po’ di sale e acqua, che la persona doveva bere, e poi glielo si lanciava sul cranio.
Bisognava ripetere questo rito più volte, fino a quando il cucchiaio cadeva con il lato concavo rivolto verso l’alto, altrimenti la paura non avrebbe lasciato l’uomo.
Si usava il potere protettivo del cucchiaio anche nei primi giorni dopo la nascita di un bambino, quando alle giovani madri era vietato uscire di casa prive di una candela accesa o un tizzone ardente su una tegola, stoffa bruciacchiata ed aglio, per scacciare i demoni e, naturalmente, non doveva mancare un cucchiaio di legno legato con un filo rosso.

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Esiste anche un’interpretazione dei segnali con il cucchiaio:
-CUCCHIAIO IN PIU’ A TAVOLA: arrivava un ospite inaspettato.
-DUE CUCCHIAI ALLO STESSO POSTO IN TAVOLA: ci si sarebbe sposati due volte.
– CUCCHIAIO UTILIZZATO DA 2 COMMENSALI: a breve avrebbero litigato aspramente.
-CUCCHIAIO CHE CADE DA TAVOLA: arrivo di una visitatrice.
-CUCCHIAIO CHE CADE CON COLTELLO: arrivo di una coppia di visitatori.
-CUCCHIAIO SPORCO: sfortuna o eventi nefasti.
-SOGNARE CUCCHIAIO D’ARGENTO: significa stabilità economica.
-RICEVERE IN REGALO CUCCHIAIO D’ARGENTO: augura ricchezza, denaro, prosperità, abbondanza o successo. Infatti si usa anche la frase: “nato con un cucchiaio d’argento“, implicando che qualcuno sia nato nella ricchezza o nell’abbondanza.
Ne “L’Allegoria dei lunghi Cucchiai”, del rabbino Haim di Romshishok, si dimostra la differenza tra paradiso e inferno, tramite persone costrette a mangiare con lunghi cucchiai.
“In ogni luogo, gli abitanti hanno accesso al cibo, ma gli utensili sono troppo ingombranti per usarli da soli.
All’inferno, le persone non possono collaborare e, di conseguenza, muoiono di fame.
In paradiso, i commensali si danno da mangiare l’un l’altro dall’altra parte del tavolo e sono sazi”.
Questa parabola incoraggia le persone ad essere gentili l’una con l’altra.

Antico Shamoji by ChinaClosetTreasure on Etsy

Fino a poco tempo fa in Giappone lo Shamoji, la famosissima spatola per il riso, che ormai tutti conosciamo ed usiamo, era considerato un oggetto magico.
Piccoli Shamoji venivano inchiodati sulla porta d’ingresso di una casa per proteggerla, e nella speranza che i suoi abitanti non soffrissero mai la fame o la mancanza di riso.
Questa spatola di legno spesso intagliata a mano, nell’antico Giappone era spesso vista come un simbolo tradizionale per madri e mogli, e veniva tramandato dalle suocere/mamme alle nuore/figlie come diritto di passaggio per i nuovi anni, per comunicare che, da quel momento, la cucina sarebbe passata nelle mani della novizia.
Il Shamoji, presumibilmente, è stato inventato da un monaco a Miyajima, nella prefettura di Hiroshima, era considerato un porta fortuna ed anche la parte concava del cucchiaio (come di una ciotola) era considerata sacra, come un luogo in cui potevano vivere spiriti o Kami (divinità giapponesi).

Attuale Shamoji by LancasterCastIron on Etsy

Gli stessi cucchiai di legno sono usati nelle danze durante il festival Hakata Dontaku (manifestazione che risale al 1179 d.C., allora noto come Festival Matsubayashi).
La leggenda narra che diverse casalinghe, mentre erano nel mezzo della preparazione della cena, furono travolte dall’eccitazione del festival ed il suono della musica quindi, non riuscendo a resistere, parteciparono anche loro suonando i loro cucchiai, tradizione che vige tutt’oggi.

—segue—

MadameBlatt.it
“La speranza è il tappeto magico che ci trasporta dal momento presente nel regno delle infinite possibilità” (H. J. Brown)

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