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La leggenda più conosciuta della Bola, ovvero “Chiama Angeli” o “Harmony Ball”, nasce in Indonesia, in particolare nell’isola di Bali.
Le donne di Bali avevano l’abitudine di portare un piccolo ciondolo sferico sul loro ventre durante la gravidanza, che creava un suono dolce quando camminavano o si muovevano, simile al suono di un ruscello o di piccole onde che lambiscono la riva, per calmare e comunicare con i loro piccoli bambini.
Infatti, la futura mamma, indossando il suo “Chiama Angeli”, rendeva familiare questo suono al bimbo che lo percepiva come calmante, prima e dopo la nascita.
In alcune culture indiane e messicane, era usanza indossare questo particolare gioiello per proteggere il piccolo dal male e dalla sventura, perché il suono emesso dalla Bola attirava gli angeli che circondavano il pancione della madre, proteggendola insieme con il piccolo dentro di lei, per sempre.
Tradizionalmente, in Messico le madri usano regalare alla propria figlia incinta la Bola, come buon augurio e protezione, usanza che ormai ha preso piede in tutto il Mondo.
Una leggenda narra che l’angelo custode del bimbo in arrivo, sentendo il dolce tintinnio della Bola, si avvicini al futuro neonato e alla futura mamma, per proteggerli durante e dopo la gravidanza.
Per quanto il Chiama Angeli, o Bola, sia stata prodotta nelle culture messicana e balinese per molte generazioni, quelle che ora chiamiamo “Sfere dell’armonia” hanno in realtà la loro origine nel Medioevo, progettate originariamente dagli antichi Druidi dei Celti e, a quei tempi, venivano chiamate “Campane dei Druidi”.
Esse erano grandi circa 50-75 mm di diametro, spesso realizzate in argento e trasportate in una custodia di pelle sulla cintura di corda di chi la indossava, e creavano un tintinnio argentino, utilizzato, tra le altre cose, per indurre il rilassamento e rilasciare lo stress.
Gli antichi Celti hanno usato per la prima volta le Sfere tintinnanti come dispositivi meditativi, in particolare i sacerdoti druidi nelle loro cerimonie sacre, scuotendo delicatamente le Sfere, per creare un suono mistico simile a una campana, che era uno dei modi per comunicare con la natura.
I guerrieri celtici dell’epoca indossavano anche versioni più grandi della Campana del Druido in battaglia.
Questi guerrieri erano principalmente contadini e, come tali, le loro Campane erano molto rudimentali e raramente fatte di metalli preziosi, come quelli usati dai sacerdoti druidi.
Essi le indossavano, per il loro effetto calmante prima di una battaglia, e oggi è fantastico pensare al suono di centinaia di campane, mentre questi combattenti si preparavano al loro compito, oltre al fatto che questo suono scoraggiava i loro nemici.
Si racconta, che in alcuni casi i corpi mutilati sul campo di battaglia siano stati riconosciuti in base alla Campana del Druido indossata, poiché spesso indicava la provenienza del deceduto.
Infatti, gli artigiani incorporavano, nell’intricato disegno di una Sfera, un emblema della stirpe di una famiglia o di un clan, oltre a far riconoscere la regione o il villaggio di provenienza del possessore.
All’indomani di una sanguinosa battaglia, i sopravvissuti raccoglievano i ciondoli della Sfera del Druido dai morti, per portarli a casa dalle loro famiglie.
Con la fine della civiltà celtica, molti artefatti usati dai Druidi furono persi nella storia, e anche la Campana dei Druidi ebbe lo stesso destino.
Tuttavia, all’inizio del XX secolo, un argentiere tedesco trovò una Campana del Druido originale in un negozio di antiquariato, e ricreò le sfere in piccole quantità.
I Druidi praticanti esistono ancora oggi, con grandi comunità che praticano le loro cerimonie, in particolare nelle regioni celtiche del Galles, dell’Irlanda e anche in Scozia e Germania (dove si suggerisce che i Celti abbiano avuto origine).
I Celti hanno riconosciuto il valore delle loro Campane Druide, per il loro effetto calmante sui bambini, come hanno fatto altre comunità regionali.
Quindi, questo ciondolo è pensato per le mamme in attesa, ma anche come portafortuna per coloro che desiderano un bimbo.
All’interno della sfera di un Chiama Angeli è saldato un piccolo xilofono che, a contatto con una pallina, dà vita a un suono dolce e rilassante.
La futura mamma deve portarlo all’altezza dell’ombelico e, camminando o muovendosi, crea un suono speciale, quasi angelico.
Il ciondolo, seguendo i ritmi naturali di sonno e veglia della mamma, aiuta il piccolo già a partire dalla ventesima settimana a riconoscere quando la mamma è sveglia e quando dorme, insegnandogli così a seguire i ritmi che dovrà seguire una volta nato.
Alla nascita del bimbo, si può legare il ciondolo sulla culla e ogni tanto suonarlo, così il bambino si potrà tranquillizzare riconoscendo quella dolce melodia.
Acero – L’Indipendente
“Immaginazione e originalità”
-dall’11 al 20 aprile dal 14 al 23 ottobre-
Buon compleanno ♥
Secondo l’Oroscopo celtico, appartieni al segno dell’Acero, sinonimo di
libertà e generosità.
I nati sotto questo segno dovrebbero avere molto spazio nella prima infanzia, per poter scoprire i loro talenti attraverso la loro esperienza. Troppe restrizioni, o addirittura divieti, fanno appassire la loro ricerca della grandezza.
Infatti, le persone Acero devono sentire la libertà.
Sei un vero individualista.
Tutto ciò che è comune, le masse, i conservatori e la costrizione è per te veleno.
Affronti la vita pieno di ottimismo e sei sempre alla ricerca dell’ignoto, dell’inesplorato.
Non sperimenti mai i tuoi pensieri e la tua conoscenza come una possibilità intellettuale, ma ne fai parte e ciò ti rende un vero genio.
La tua debolezza è il contrario della tua forza.
Con il tuo spiccato individualismo corri il rischio di sentirti solo, se non riesci a crearti un campo di comprensione.
La ricerca costante può trasformarti in una persona irrequieta e nervosa, se non sei riuscito a trovare uno scopo nella vita.
Hai comunque la possibilità di uscire indenne da tutte le tempeste, evochi l’immagine del vigore ma, pur conducendo un’esistenza grandiosa, a volte potresti rischiare di uscire dai binari dei nobili propositi.
Sei anche ottimista ed in perenne movimento, amante dei viaggi in terre lontane e difficilmente ti adatti ad una vita sedentaria.
Alle compagnie numerose preferisci la frequentazione di pochi amici fidati, con cui condividere le tue esperienze.
Per te, la vita familiare può essere spesso troppo riduttiva.
Cercherai il più comodo successo nella vita mondana, non ti sentirai di condurre una vita prevalentemente solitaria, al limite dell’ascetico.
La smania di ricerca ti condurrà sovente ad un narcisismo spinto e, solo con il raggiungimento di una età più matura, continuando a porti in discussione, ti tranquillizzerai.
Il tuo cercare qualcosa di nuovo e originale può renderti un amante dai gusti difficili e difficile da trattare.
Ma se trovi un partner capace di non limitarti e di portare sempre qualcosa di nuovo nella relazione, sei in grado di far vivere all’altro una vita di coppia decisamente eccitante e divertente.
Infatti, necessiti di un partner, che sappia assecondare la tua esigenza di libertà e di movimento. In cambio assicurerai emozioni irripetibili.
È nella cerchia degli amici che l’uomo Acero potrà incontrare un giorno il suo futuro partner.
È molto importante che sia altamente istruito, in grado di supportare la conversazione intellettuale e sviluppare i suoi interessi.
In amore, una donna Acero autosufficiente non sempre trova la felicità, ma il desiderio di comunicare e scambiare opinioni con un partner, può portare al fatto che un giorno diventerà una moglie e una madre felice, il che le cambierà la vita in meglio.
COLORE: Rosso
PIANTA AFFINE: Edera
SEGNI CELTICI COMPATIBILI: Melo, Bagolaro
SEGNI ZODIACALI CORRISPONDENTI: Ariete, Bilancia
ERBE AROMATICHE BENEFICHE: Rosmarino, Timo
PARTI FISICHE PIU’ VULNERABILI: tendini, Ghiandole, Occhi
PROFESSIONI ADATTE: le tue professioni ideali sono quelle in cui si esige dedizione e limpidità d’animo, come monaci, giudici, medici, oratori.
PERSONAGGI FAMOSI: Lucrezia Borgia, Caterina de Medici, Leonardo Da Vinci, Charles Chaplin
L’Oroscopo celtico si basa su una varietà di credenze religiose, leggende e misteriosi rituali tribali caratterizzati da un forte legame con le forze della natura.
Fu sviluppato dai Celti, una popolazione presente in Europa a partire dal XIII secolo a.C., e concentrata nelle Isole britanniche.
L’intero sistema zodiacale dei Celti era fondato sulla loro religione, amministrata da sacerdoti chiamati Druidi, che significa “alberi” ed è la prova di quanto fossero importanti gli Alberi per i Celti.
Gli antichi Celti credevano che il tempo scorresse seguendo una ruota e, per questo motivo, ritenevano che le stelle si muovessero tutte intorno ad un asse costituito dalla Stella Polare, e che le stagioni potessero succedersi e tornare ciclicamente le stesse, anno dopo anno.
Per questo motivo questa civiltà avevano elaborato un calendario di 13 mesi e, suddividendo il percorso del Sole durante questo arco di tempo, avevano affidato a ogni sezione un Albero che, per le sue qualità, potesse rappresentare quel determinato periodo.
L’Astrologia degli Alberi celtici si basa sull’antica idea, quindi, che il nostro tempo di nascita sia fondamentale per la formazione della nostra personalità e del nostro comportamento.
Infatti, quando i Druidi hanno ideato le loro carte astrologiche non hanno usato costellazioni come le altre culture, ma Alberi.
I Druidi avevano un profondo legame con gli Alberi e credevano che fossero vasi di infinita saggezza e che l’intero Universo esistesse proprio sotto forma di Albero.
Le radici, cresciute in profondità, rappresentavano il passato.
Il tronco, visibile nella vita di tutti i giorni, rappresentava il presente.
I rami, che arrivavano in alto nel cielo, rappresentavano il futuro e l’Aldilà.
Il Calendario celtico è diverso dal calendario abitualmente utilizzato in gran parte del mondo e prevede, che il primo giorno dell’anno coincida con il primo giorno di Novembre.
L’anno era diviso in quattro trimestri: Samain (dal 1 novembre), Imbolic (dal 1 febbraio), Bealtaine (dal 1 maggio) e Lúnasa (dal 1 agosto).
In seguito, essi individuarono 22 Alberi, suddividendo ulteriormente i giorni, che caratterizzavano ciclicamente le persone nate nei diversi periodi dell’anno.
Una nota molto importante, è che i Druidi celtici non determinavano il segno in base alla data di nascita effettiva, ma piuttosto in base alla data del concepimento.
Ad esempio, se sei nato tre settimane prima della data programmata, devi aggiungere queste tre settimane alla data di nascita effettiva, al fine di individuare il segno appropriato.
Per scoprire quale è l’albero che ti caratterizza secondo l’oroscopo celtico, controlla la seguente tabella:
Nei prossimi giorni inizierò a pubblicare post sugli Alberi collegati all’Oroscopo celtico.
Non perdeteveli!
L’etimologia del termine italiano e latino “Abies” è probabilmente connessa con le declinazioni del verbo andare (vado).
In Grecia, l’Abete bianco “Elate” era sacro alla Dea Artemide, cioè alla Luna, protettrice delle nascite, in onore della quale si sventolava nelle feste dionisiache un suo ramo intrecciato con edera e coronato sulla punta da una pigna.
Portava lo stesso nome dell’Abete bianco Elàte, la Dea della Luna Nuova, detta anche “Kaineides” (da kainizo che significa rinnovare, recare cose nuove).
Riguardo a Kaineides c’è anche una leggenda.
Un giorno la ninfa Kaineides fu posseduta da Poseidone che, in cambio, le chiese cosa desiderasse come dono d’amore.
Ed ella chiese di essere trasformata in un guerriero invincibile.
Divenne così il guerriero Kaineus, che in breve diventò re dei Lapiti.
Inorgoglito dal suo potere, Kaineus piantò una lancia d’Abete nella piazza del mercato, costringendo tutti ad offrirgli sacrifici.
Zeus, sdegnato dalla sua presunzione, indusse i Centauri ad ucciderlo ed essi vi riuscirono, solo percuotendolo sul capo con tronchi di Abete.
Il mito adombra probabilmente un rito in onore della Grande Madre, che doveva consistere nell’innalzamento di un Abete bianco nella piazza del mercato e in una cerimonia rituale, in cui uomini nudi, armati di magli, percuotevano sul capo un’effigie della Madre Terra, per liberare lo spirito dell’anno nuovo.
L’Abete bianco (Abies alba), detto anche “Avezzo”, “Abezzo”, è un albero tipico delle foreste e delle montagne dell’Emisfero boreale.
Soprannominato il “principe del bosco”, può raggiungere un’altezza di 50 metri.
Nella sua corteccia sono presenti delle sacche, da cui è possibile estrarre la famosa “Trementina di Strasburgo” o “di Alsazia”, utilizzata soprattutto per le vernici.
Contrariamente all’Abete rosso, gli strobili dell’Abete bianco (i cosiddetti “coni”) sono disposti verticalmente verso l’alto e sono presenti quasi unicamente nei rami superiori della chioma.
Dopo la maturazione dei semi, verso la fine di settembre, i coni non si staccano cadendo integralmente al suolo, ma tendono piuttosto a sfaldarsi, rimanendo comunque attaccati all’albero.
Non appena le scaglie squamose si aprono, i semi fuoriescono e si disperdono volteggiando nell’aria, mentre il “torsolo” interno nudo rimane ancora a lungo attaccato ai rami della chioma.
Gli operatori specialisti del settore ritengono spesso che, se comparato con quello dell’Abete rosso, il legno di Abete bianco sia di qualità inferiore o addirittura scadente.
Nell’Europa centrale i rami di Abete bianco vengono apprezzati a scopo decorativo, per preparare corone dell’Avvento e come materiale di copertura.
Anticamente, tra il XV e il XVIII secolo, l’albero era utilizzato, data la notevole altezza dei suoi fusti, come „albero di maestra“ per le navi, mentre ancora oggi, soprattutto nell’Europa centrale, gli esemplari più giovani vengono utilizzati come „alberi di Natale“, al posto del più usato Abete rosso, in quanto i suoi aghi sono aromatici e resistenti, cadendo molto più tardi, rispetto a quelli dell’Abete rosso.
Oggi, però, l’Abete bianco è poco utilizzato come albero di Natale, è stato infatti, in gran parte sostituito dall’Abete del Caucaso (che ha un fogliame più denso e attraente), dall’Abete rosso (più diffuso ed economico) e da altre specie.
Nel 1865, frate Agostino Martini da Sant’Agata di Mugello, speziale del convento, ideò un liquore con gli estratti di questa pianta, chiamato „Gemma d’Abeto“, ancora oggi prodotto dai frati Servi di Maria di Monte Senario (Firenze).
Invece, i monaci di Camaldoli, in provincia di Arezzo, producono un liquore chiamato „Lacrima d’Abeto“.
A Spelonga, durante la „Festa Bella“, si taglia un Abete bianco e, in 3 giorni, si trasporta a mano in paese, per rievocare la Battaglia di Lepanto.
Dall’Abete bianco si ricava il „miele di melata“, molto apprezzato in Europa centrale.
Secondo la mitologia degli alberi celtici, l’Abete bianco è l’albero del giorno del Solstizio d’Inverno.
In Esoterismo, si brucia per purificare una stanza dalle vibrazioni negative.
Questo è un meraviglioso incenso, per curare e rafforzare il corpo fisico, emotivo e spirituale.
Il profumo apre il cuore e aumenta la resistenza.
L’Abete bianco è usato per la magia che coinvolge potere, intuizione, progressione, protezione, cambiamento, rinascita femminile e nascita.
L’Abete bianco e il Tasso sono fratelli, in piedi l’uno accanto all’altro nel cerchio dell’anno e il loro fogliame è quasi identico.
Tuttavia il Tasso è conosciuto come l’albero della morte, mentre l’Abete bianco è l’albero della nascita o della rinascita.
L’Abete bianco era un albero sacro per i Druidi, che sentivano che rappresentava la speranza.
Il legno di Abete bianco viene utilizzato per “mutaforma” e magia, che coinvolga il cambiamento, poiché offre una chiara percezione del presente e del futuro.
PIANETA: Luna-Giove
ANIMALI: Pavoncella, mucca rossa, aquila
PIETRE: Tormalina, Ambra
“a blackbird
near the biscuit-jar
widow’s eyes”
-Barbara Anna Gaiardoni-
(Haiku Dialogue – The Haiku Foundation February 22, 2023 Guest Editor Nancy Brady)
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Il Merlo (Turdus merola) è un uccello onnivoro lungo fino a 25 cm., con un piumaggio in genere completamente nero (maschio) o marrone scuro (femmina), con becco e contorno degli occhi giallo acceso tendente all’arancione.
Generalmente, il Merlo vive in coppia isolata, ma tende a diventare più sociale e radunarsi in stormi durante le migrazioni.
Il Merlo è l’uccello che inizia a cantare per primo la mattina, quando ancora non sorge il sole.
Una leggenda racconta che, anticamente, i Merli avevano un piumaggio bianco.
Un giorno, un Merlo, incontrando una gazza che deponeva delle pietre preziose e dell’ oro nel cavo di un albero, le domandò dove le avesse prese.
La gazza rispose che, per averle, avrebbe dovuto cercare un ingresso al mondo sotterraneo e offrire i propri servigi al principe delle ricchezze, che in cambio gli avrebbe lasciato portare via dal suo regno, tutto ciò che fosse riuscito a tenere nel becco.
Però c’era un avvertimento: non bisognava toccare niente di ciò che avrebbe trovato nelle altre sale.
Invece il Merlo si fece tentare dalla polvere d’oro e vi immerse il becco.
Subito, un orrendo mostro gli gettò addosso fumo e fiamme, provocando una densa coltre nera, con cui il Merlo, fuggendo per un soffio, macchiò per sempre il suo piumaggio, e il suo becco resto colorato dalla polvere d’oro in cui lo aveva immerso.
Nella tradizione francese, il Merlo è l’ uccello detentore dell’eterna giovinezza, oltre che possedere
magia e la capacità di passare nell’ Altro mondo.
L’uccello è in grado di rivelare i profondi segreti del “Altro mondo” e di portare il suo ascoltatore in un altro luogo, come al tramonto quando esso canta la mistica melodia, nel magico momento intermedio fra il giorno e la notte.
Per i Celti, il Merlo è associato alla Dea Rhiannon, la cui leggenda narra che gli uccelli di Rhiannon sono tre Merli appollaiati, che cantano sull’albero della vita ai confini con i mondi ultraterreni.
Il loro canto mette l’ascoltatore in uno stato di trance, che gli consente di recarsi nei mondi paralleli.
Per i Druidi, il canto dei Merli di Rhiannon addormenta gli uomini o getta su di loro un incantesimo, cosicché non si accorgano del trascorrere del tempo.
Vedere due Merli posati insieme, si considera un buon presagio.
In Europa, i Merli sono associati a San Kevin, perché sembra che facessero il nido nella sua mano.
Pertanto, avere Merli che nidificano nel vostro ambiente, va considerato come segno benefico.
In molte culture indiane, i Merli sono un simbolo del grano e per questo motivo sono considerati sacri in molti contesti.
Nella mitologia di Arikara e Mandans (tribù di Nativi americani), i Merli sono i servitori della Corn Mother (figura mitologica delle tribù del Nord America, responsabile dell’origine del mais).
Alcuni Sioux credevano che, quando stormi di Merli mangiavano i loro raccolti, era una punizione divina per non aver onorato adeguatamente il grano.
La medicina del Merlo è anche usata nei rituali della “Danza del Sole” delle tribù Arapaho.
Gli Hopi considerano i Merli dei guardiani direzionali, associati agli Inferi.
Si narra che una famiglia di Merli, padre, madre e tre piccolini, viveva su una grande quercia di un giardino, che apparteneva a un ricco nobile.
Il 28 gennaio, papà Merlo partì alla ricerca di cibo per la sua prole sempre affamata.
Essendo una giornata soleggiata e serena, mamma Merla, credendo che la primavera fosse vicina, uscì dal nido cantando e cominciò a deridere messer Gennaio, dicendogli con l’aria burlona, che come mese invernale non valeva niente, perché non era affatto freddo.
Gennaio, furibondo, per vendicare il suo onore, chiese tre giorni a Febbraio, che da quella volta restò con ventotto.
Gennaio trasformò quei tre giorni in una ghiacciaia, mandando la temperatura sottozero e la neve e il gelo colpirono i piccoli Merli, che rischiarono di congelare.
Per questo motivo, la Merla decise di rifugiarsi con i figlioletti in quel tepore che usciva dai comignoli della villa padronale, per rimanervi almeno fino al ritorno del suo compagno.
Papà Merlo, arrivando infreddolito con qualche vermiciattolo nel becco per la sua famiglia, rimase anche lui nel comignolo per ore e ore, aspettando la fine del freddo.
Quando la famigliola uscì fuori, il primo Febbraio, era diventata col piumaggio nero come la pece, in quanto il fumo del camino aveva impregnato totalmente le loro penne.
Da quel momento in poi accadde la stessa cosa, anche ai loro discendenti che, di generazione in generazione, nascevano neri come corvi.
Da ciò, gli ultimi tre giorni del mese di Gennaio furono ribattezzati i “Giorni della Merla” e ritenuti i più freddi dell’anno.
Nella simbologia esoterica, il Merlo indica doti diplomatiche, intelletto, capacità di superare i propri blocchi emozionali.
I suoi segnali servono per trovare il proprio potenziale nascosto, migliora il rapporto con le persone, facendo evolverle attraverso il cammino spirituale.
Sprona a prendere una decisione, a non rimanere quindi più nell’attesa, assumendosi così le proprie responsabilità senza averne paura.
La visione del Merlo preannuncia l’ inizio di una serie di “coincidenze” su cui si dovrà lavorare.
Imparare ad ascoltare il suo canto, significa darsi una possibilità di sviluppare la propria parte sensoriale.
Solitamente, sognare un Merlo riflette un proprio stato inattivo, un senso di pigrizia e nessuna voglia di agire, oltre a segnalare le gesta poco oneste di qualcuno.
Simboleggia la mancanza di motivazioni, di interessi, la gelosia, le calunnie e la tentazione.
E’ da sottolineare però che tutte le difficoltà, di cui è foriero il Merlo, siano di breve durata.
–Sognare un Merlo: qualcuno sta sparlando del sognatore, dicendo anche cose molto cattive e in malafede.
–Sognare Merlo bianco : probabilmente è scattato qualcosa in sè, forse si è in un periodo di maturazione, nel quale si è compreso, che nella vita bisogna agire e non restare a guardare il tempo che passa. Infatti, il colore bianco nei sogni riflette un cambiamento che, associato alla figura del Merlo, simboleggia la pigrizia messa da parte.
–Sognare Merlo che parla : se nel sogno il Merlo parla, sta facendo da tramite con l’inconscio del sognatore. Sarebbe utile cercare di ricordare cosa abbia detto. In alternativa, il sognatore è troppo ingenuo e crede a tutto ciò che gli viene detto. Occorre vagliare con più attenzione i consigli e le opinioni altrui.
–Sognare Merlo in casa : potrebbe riflettere i dubbi, che si hanno su qualcuno della propria famiglia o sul proprio partner, in quanto il Merlo riflette le gesta poco oneste di qualcuno vicino.
–Sognare Merlo ferito : potrebbe indicare una prima scintilla, una scossa, qualcosa che fa male al sognatore, ma che sa di dover fare. Rimanda a qualcosa molto difficile da risolvere o da riprendere. Non bisogna mollare.
–Sognare Merlo in gabbia : simboleggia un equilibrio con il proprio lato pigro, che viene messo in gabbia. In alternativa questo sogno, può significare che una persona scaltra, che ha cercato di imbrogliare il sognatore, ha avuto quel che si meritava.
–Sognare Merlo morto : il nemico è sconfitto, quindi ci si può rilassare. Oppure, la propria pigrizia ormai è finita.
–Sognare il canto di un Merlo: buone notizie, novità gradite.
–Sognare di uccidere un Merlo: avete il forte desiderio di zittire qualcuno che vi sta danneggiando con i suoi pettegolezzi. Fatelo, ma con garbo ed astuzia!
–Sognare di insegnare a parlare ad un Merlo: il sognatore cerca di imporre troppo le proprie idee e questo non porterà buoni frutti.
Se nella propria vita, nella propria casa, arriva un Merlo, si tratta di un ottimo auspicio.
Significa che si è pronti ad aprirsi a nuove sorprese, ad una nuova comprensione delle forze della Natura, che hanno iniziato a confluire positivamente nella propria vita.
Sta per iniziare il cambiamento che si desiderava nella propria vita, per il quale si è prima dovuto imparare delle nuove lezioni, prima di una nuova fase.
Occorre accogliere, abbracciare ed accettare il cambiamento, renderlo parte della propria vita e del proprio mondo.
Il Merlo aiuta a guardate sempre avanti e mai indietro, come quando si è alla guida.
Nello specchietto retrovisore si getta lo sguardo solo per un attimo, il resto del tempo si guarda dritto, osservando ed accettando ciò che sta per venire e che arriverà.
ELEMENTO: Aria
Il nome “Yule” proviene dal vecchio “jól” norvegese e “géohol” in inglese antico, che era una stagione di caccia dopo la raccolta.
Col tempo, è stato associato al Solstizio d’Inverno, a dicembre.
La stagione natalizia durava dalla fine di novembre alle prime settimane di gennaio, ma la festa di Yule durava 12 giorni durante il Solstizio d’Inverno (21 dicembre) e segnava l’inizio del nuovo anno.
Anche se non abbiamo prove storiche precise, che indichino come veniva celebrato ogni giorno di Yule, ciò non ha impedito ai moderni praticanti della tradizione di creare i propri usi e costumi.
Questo è un esempio:
~ Prima notte di Yule
20 dicembre – Notte della Madre: Frigg, le Ancelle e il Disir
Notte della Madre era una tradizione anglosassone, che è stata brevemente descritta in inglese medievale storico Beda, e che si svolge alla vigilia di Natale. Molti pagani moderni celebrano la Notte della Madre, nella notte prima di Yule, come celebrazione delle Dísir e dei poteri femminili. Le Dísir sono le nostre antenate femminili, con poteri soprannaturali, che incarnano i quelli della maternità, o spiriti femminili protettivi.
In questa notte, celebra le tue antenate, così come Frigg (Dea della maternità) e le sue ancelle.
Celebrazione:
stasera, prepara il cibo che le tue antenate preparavano o apprezzavano. Se non hai ricette di famiglia, puoi scegliere di preparare il cibo dei paesi da cui discendono i tuoi antenati. Se non hai già uno spazio nella tua casa riservato agli antenati o agli Dei, crea uno spazio per loro stasera che funga da altare. Aggiungi immagini di Dee, donne defunte nella tua linea o altri simboli che incarnano il potere femminile e la maternità. Non dimenticare di condividere la tua festa con le Dee e gli antenati e prepara loro un piatto di cibo prima di celebrare. Mentre offri il cibo, ringrazia i poteri femminili nella tua vita per tutte le cose che ti hanno dato. Dì loro, che offri sostentamento in segno di gratitudine, per tutte le volte che le donne della tua vita (siano esse fisiche o spirituali) ti hanno sostenuto.
Alla fine del tuo banchetto, scrivi i nomi delle 12 ancelle su 12 diversi fogli di carta. Chiedi a ogni persona presente di pescarne uno a caso. I misteri di quell’ancella sono ciò su cui dovresti meditare e cercare di praticare nel prossimo anno. Ecco alcuni esempi di cose su cui potresti concentrarti nel prossimo anno, a seconda di quale ancella parla:
1. Eir: guarigione, auto guarigione (fisica, mentale e spirituale), erboristeria, cura della salute degli altri.
2. Sága: storia, narrazione, scrittura, studio, studio dei propri antenati e lavoro con gli antenati.
3. Fulla: ricchezza, abbondanza, cura delle proprie risorse, difesa delle risorse degli altri.
2. 4. Gná: praticare una buona comunicazione, ascoltare i messaggi, essere un messaggero delle forze spirituali.
5. Lofn: praticare la tolleranza e la compassione, aiutare gruppi o persone incompresi , sperimentare l’amore in modi non convenzionali
6. Syn: protezione, protezione di sé o degli altri, protezione spirituale e fisica, pratica della cautela.
7. Vár: giuramenti e promesse, fare del proprio meglio per onorare i propri giuramenti, non fare promesse alla leggera.
8. Snotra: esercitati a essere un ospite gentile, ospitalità, buona etichetta, diplomazia.
9. Gefjon: pratica a dare e ricevere, generosità, gratitudine, accettazione.
10. Sjöfn: amore, affetto, apprezzamento per il tuo partner, romanticismo, aprirsi all’amore.
11. Hlín: rifugio, difesa degli altri, essere una spalla sicura su cui appoggiarsi, sapere quando chiedere aiuto.
12. Vör: lungimiranza, prestare attenzione ai presagi, praticare la divinazione, imparare a fidarsi del proprio istinto.
~ Seconda notte di Yule
21 dicembre – Sunna e Mani
Il Solstizio d’inverno cade generalmente il 21 dicembre. Oggi celebrerai sia la notte più lunga dell’anno, che il ritorno del Sole, oltre all’allungamento dei giorni a venire.
Celebrazione:
Svegliati appena prima del sorgere del Sole e saluta Sunna, mentre fa la sua ascesa. Puoi accenderle una candela, o accenderle un fuoco fuori in un braciere, per offrirle forza ed aiutarla a salire. Falle delle offerte e ringraziala per il dono del suo fuoco, senza il quale niente al mondo potrebbe vivere. Le offerte appropriate per Sunna possono includere sidro, idromele, Goldschläger (grappa alla cannella, con scaglie d’oro molto sottili, ma visibili che galleggiano al suo interno), succo di mela, arance o fiori.
Durante il resto della giornata, trova un pezzo di legno che funga da ceppo di Yule. Puoi decorarlo con fiori, pino, erbe di buon auspicio, intagli di ruote solari, ecc (tieni presente che brucerai questo tronco, quindi non aggiungere nulla che possa essere tossico o emanare un odore sgradevole). Oltre a decorare il tuo ceppo di Yule, puoi anche preparare un ceppo di Yule da dessert, da gustare la sera. Non dimenticare di condividere un pezzo con Máni, che stasera sta tenendo la sua veglia più lunga dell’anno. Aspetta fino a dopo cena, quindi accendi il tuo vero ceppo di Natale nel caminetto. Il tronco di Yule ha lo scopo di aggiungere forza al fuoco di Sunna ed accelerare il suo ritorno. Come ulteriore magia, puoi scrivere su foglio qualcosa, che vorresti vedere rafforzato nel nuovo anno. Aggiungilo a un mix di erbe aromatiche, con proprietà di fortuna ed abbondanza (come cannella, noce moscata e pimento). Brucia la tua carta e le erbe nel fuoco di Yule, mentre preghi per la benedizione di Sunna. Salva le ceneri del Tronchetto di Natale, che utilizzerai la 12 ^ Notte.
~ Terza notte di Yule
22 dicembre – Freyr e Álfar
Stasera onorerai Freyr e gli Álfar. Si dice che Freyr abbia ricevuto Álfheimr in regalo, quando gli è caduto il primo dente. Gli Álfar (come i Dísir) sono una classe di esseri mitologici alquanto misteriosi. Ci sono pagani moderni che li associano ai loro antenati maschi (proprio come i Dísir sono associati ad antenate femmine), mentre altri possono vederli come potenti spiriti della natura (le linee tra gli spiriti della Terra e gli spiriti dei morti, che furono sepolti nel terreno potrebbero spesso essere sfocate). Indipendentemente da ciò, gli Álfar (elfi) hanno mantenuto un’associazione con la stagione di Natale dai tempi pre-cristiani fino ad oggi, e si pensava che molti esseri soprannaturali vagassero per la terra durante questo periodo dell’anno. Se desideri onorare i tuoi antenati maschi questa sera, tira fuori le loro immagini e fanne un altare proprio come hai fatto la Notte della Madre.
Celebrazione:
Stasera prepara una cena a base di maiale in onore di Freyr. Ai vecchi tempi, si sarebbe prestato giuramento sul cinghiale di Freyr (l’origine dei nostri propositi per il nuovo anno). Prima di mangiare, assicurati di portare fuori un’offerta di cibo e birra per Freyr e gli Álfar. Mentre mangi, pensa a ciò che vorresti ottenere nel nuovo anno e ripassa le cose che hai realizzato nell’ultimo anno. Questo è un buon momento per brindare alle vittorie dei presenti e per condividere le cose che vuoi realizzare, in modo che possiate aiutarvi a sostenervi a vicenda nei giorni a venire.
~ Quarta notte di Yule
23 dicembre – Loki e Sigyn
Era l’ultimo giorno dei Saturnalia nel Calendario romano. Era un periodo in cui le regole sociali venivano capovolte, si scambiavano doni e si indossavano travestimenti. Oggi onora Loki come “Signore del Malgoverno” e la sua fedele moglie Sigyn.
Celebrazione:
La sera, organizza una festa o un banchetto, indossando maschere di animali. Più sciocco è, meglio è. Potresti persino eleggere un vincitore per rappresentare Loki e officiare l’evento.
La mascheratura di animali sembra che facesse parte delle tradizioni europee di Yule. Secondo Costantino Porfirogenito, nel suo libro “De cerimonii aulae Byzantiae” , i Goti della Guardia Varangiana eseguirono una danza per lui il 9 ° giorno di Natale, dove i Goti erano vestiti con maschere e pelli di animali. Durante il giorno, quindi, crea una maschera animale, che rappresenti un attributo che vorresti avere di più nel prossimo anno. Ecco alcuni esempi di animali significativi:
– Orso: alcuni associano l’orso a Thor, forza, potere, potenza, connessione con la Terra.
– Lupo: sacro a Odino e Loki, famiglia, fierezza, lealtà, lavoro insieme.
– Volpe: sacro a Loki (secondo molti adoratori moderni), astuzia, imbrogli, risoluzione dei problemi.
– Visone: giocosità, adattabilità, pensiero veloce.
– Foca: misteri delle acque, gioia, magia femminile e mutaforma.
– Cinghiale: Sacro a Freyja e Freyr, guerra, potere, ricchezza.
– Cavallo: Cooperazione, viaggio, avventura, supporto.
– Coniglio: prudenza, fertilità, rapidità, abbondanza.
– Gatto: sacro a Freyja, indipendenza, silenzio, bellezza, ferocia.
– Serpente / Drago: conoscenza segreta, misteri della malavita, trasformazione.
– Cervo: autorità, difesa, sacrificio di sé.
– Corvo: messaggero di Odino, magia, comunicazione, divora i morti e le persone non necessarie.
– Falco: sacro a Freyja e Frigg, messaggero spirituale, viaggio, percezione.
– Capra: sacro a Thor, cordiale, tenace, ambizioso, lussurioso.
~ Quinta notte di Yule
24 dicembre – Óðinn e Frau Holda
Óðinn era un Dio intimamente connesso alla stagione Yule, e uno dei suoi soprannomi è “Jólnir” ( “ Yule-essere”). È possibile che le visite notturne di Babbo Natale siano state in parte ispirate da storie precedenti dei viaggi di Óðinn sulla Terra durante Yule, come capo della caccia selvaggia. In alcune parti della Germania, Frau Holda era anche considerata il capo della caccia, oltre ad essere una Dea che governava la produttività della famiglia, l’inverno, la filatura e la magia.
Celebrazione:
All’inizio della giornata, crea degli “ornamenti dei desideri” per il tuo albero di Yule, in onore di Oski (l’aspetto di Odino come donatore di desideri). Crea un ornamento che incarni un desiderio, che vorresti vedere avverarsi nel prossimo anno. Chiedi la benedizione di Oski sul tuo desiderio, in cambio delle offerte che lascerai per lui stasera. Qualsiasi attività domestica come cucinare, pulire, stirare, ecc. dovrebbe essere svolta in onore di Frau Holda, al meglio delle tue capacità. Si diceva che Frau Holda avrebbe punito i pigri e ricompensato i produttivi.
In diverse parti dell’Europa settentrionale e occidentale, si credeva che Óðinn o Frau Holda fossero i capi della Caccia Selvaggia: una processione spettrale di spiriti, che cavalcava selvaggiamente nella notte e catturava ogni viaggiatore sfortunato che incrociava il loro cammino. Stasera, lascerai fuori le offerte per entrambi (l’equivalente pagano di lasciare biscotti e latte per Babbo Natale). Lascia le offerte fuori durante la notte, incluso qualcosa per Óðinn e Frau Holda (come birra, idromele, vin brulè, torte, carne, ecc.) E qualcosa per i loro cavalli (carote, mele, cubetti di zucchero, ecc.).
~ Sesta notte di Yule
25 dicembre – Balder e Nanna
Oggi Balder, secondogenito di Óðinn, muore e risorge, quindi deve essere onorato con sua moglie Nanna. Alcuni pagani moderni identificano Balder come una figura solare, che come il Sole che sorge e tramonta, scende anche negli Inferi e rinasce dopo Ragnarök. Si dice che Óðinn avesse messo il suo anello d’oro Draupnir sulla pira funeraria di Balder, che potrebbe anche essere interpretato come un simbolo solare, che rappresenta la discesa del Sole negli Inferi. Secondo Snorri, la fedele moglie di Balder, Nanna, morì di dolore e fu anche ella adagiata sulla pira prima che venisse bruciata e gettata in mare. In questo rituale, Balder è onorato come una divinità, che incarna la forza vitale del Sole che “muore” all’inizio dell’inverno e rinasce con l’arrivo dell’estate.
Celebrazione:
Secondo Snorri Sturluson, Balder fu ucciso da un dardo di vischio che Loki fece scagliare dal fratello cieco di Balder, Höðr, che aveva ingannato. L’unica cosa nella creazione che non era stata vietata, era di non fare mai del male a Balder. Secondo altri, Balder fu ucciso da una spada di nome “Mistlteinn” del suo nemico Hotherus, che era un eroe umano. In entrambi i casi, il vischio è una pianta associata a Balder, oltre ad essere una pianta che si ritiene abbia associazioni solari.
Stasera, accendi candele in casa in onore di Balder e Nanna, chiedendo loro di riempire la tua casa di luce e speranza. Benedici le sorgenti di vischio con preghiere di felicità e protezione per la casa e decorale con nastri, glitter, qualunque cosa colpisca la tua fantasia. Appendi il vischio a casa tua per allontanare gli spiriti malvagi e portare fortuna.
~ Settima notte di Yule
26 dicembre – Kári e i suoi parenti
Stasera è in onore di Kári: un gigante del vento, che è il fratello di Ægir il Dio del mare e Logi, la “Macchia d’olio”. Alcuni pagani moderni considerano Kári come la personificazione del vento del nord in particolare, poiché i suoi figli e discendenti sembrano tutti di natura invernale. Kári è il padre di un figlio di nome Frosti (“gelo”) nella “Saga di Orkneyinga” e di un figlio di nome Jökul (“ghiacciaio”) in “Hversu Noregr byggdist”. Questo figlio è, a sua volta, il padre di Snær (“neve”), che è il padre di Þorri (Þorri è il nome di una figura tipo “padre inverno”, per la quale è chiamata la vacanza invernale islandese Þorrablót) e tre figlie chiamate Mjöl (“neve farinosa”), Drífa (“nevicata”) e Fön (“cumulo di neve”).
Celebrazione:
Stasera, prepara una festa a base di stufato di agnello e laufabrauð (pane in foglia). Fare il pane con le foglie è una tradizione natalizia islandese, e i suoi disegni simili a fiocchi di neve lo rendono un’offerta appropriata per Kári e gli spiriti dell’inverno. Fare e progettare il pane è un’attività di famiglia, divertente ed è meglio farlo in gruppo. Prima di cenare, lascia fuori un po’ di stufato e pane di foglia come offerta a Kári e alla sua famiglia, magari aggiungendo un po’ di vodka ghiacciata o grappa alla menta.
~ Ottava notte di Yule
27 dicembre – Skaði e Ullr
Oggi si può onorare Skadi e Ullr. Skaði è la gigantessa del gelo, che è diventata una Dea, dopo aver sposato il dio del mare Njorðr. È associata all’inverno e uno dei suoi nomi è la “Dea delle racchette da neve”. Ullr è il figlio di Sif e il figliastro di Þórr, che è associato agli alberi di tasso, al tiro con l’arco, alla caccia e allo sci. Entrambi gli Dei sono associati alle terre selvagge della foresta, e quindi l’offerta di oggi è anche un’offerta agli uccelli selvatici, agli animali e agli spiriti dei boschi.
Celebrazione:
Oggi, crea ornamenti commestibili con popcorn e frutta secca, infilati su una corda naturale. Porta gli ornamenti a un albero nel tuo cortile o nella natura. Decora l’albero e lascialo come offerta agli animali e agli spiriti della natura. Assicurati di non lasciare nulla che possa essere dannoso per gli animali o che non sia biodegradabile, poiché un’offerta del genere non sarebbe ben accolta da Skaði o Ullr.
~ Nona notte di Yule
28 dicembre – Njordr e Nerthus
Oggi, onore a Njorór e alla Dea germanica Nerthus. Njorðr è uno dei Vanir, associato alla ricchezza dell’oceano e al commercio estero. E’ il padre dei gemelli Freyja e Freyr, figli della sorella senza nome, che alcuni pensano sia la misteriosa Dea tedesca Nerthus, sua gemella / controparte femminile. Secondo Tacito, invece, Nerthus è una Dea della Terra, che promuove la pace e la prosperità, ovunque sia la sua immagine.
Celebrazione:
Per la tua cena stasera, prepara un budino di prugne, da condividere con la tua famiglia. Tradizionalmente, ogni membro della famiglia dovrebbe aiutare a mescolare la miscela, durante la preparazione del budino, chiedendo fortuna e benedizioni. Benedici una moneta d’argento nel nome di Njorðr e Nerthus e nascondila nel budino, prima di cuocerla (mangia con attenzione!). La persona che trova la moneta riceve una benedizione di ricchezza per il prossimo anno e dovrebbe conservarla come portafortuna. Assicurati di mettere da parte un po ‘di budino, come offerta anche a Njorðr e Nerthus.
~ Decima notte di Yule
29 dicembre – Freyja
Oggi si onorerà Freyja nel suo aspetto come maga e veggente, per chiederle auspici per quanto riguarda il prossimo anno.
Celebrazione:
Stasera, invoca Freyja, per aiutarti nella divinazione per il nuovo anno. In Germania alla vigilia di capodanno, alcune famiglie divinano per la loro fortuna, usando Bleigiessen (colata di piombo). Piccoli pezzetti di stagno vengono sciolti e poi lasciati cadere nell’acqua. La forma creata dal metallo viene esaminata per determinare il futuro. Se non riesci a trovare un kit di piombo, puoi anche usare le candele, versando la cera di candela nell’acqua e poi interpretando le forme nella cera. Assicurati di fare un’offerta a Freyja per ringraziarla della sua assistenza. Ricorda che le piacciono lo champagne, le fragole, il cioccolato, l’incenso ambrato e i fiori.
~ Undicesima notte di Yule
30 dicembre – Iðunn e Bragi
Oggi onore a Iðunn e suo marito Bragi, bevendo “wassail” e cantando per la fertilità di un albero da frutto e per buona fortuna, per il prossimo anno.
Celebrazione:
Il Wassail è una bevanda brulé che tradizionalmente si beveva l’11^ notte, ma anche durante i 12 giorni di Yule in Inghilterra. Il rituale del Wassailing era svolto per pregare per un buon raccolto di mele. Si auspicava che tutti avrebbero circondato il più grande albero di mele, cantato una canzone tradizionale e posto pezzi di pane tostato imbevuti di wassail sui rami per gli uccelli (e gli spiriti). Se hai un albero da frutto a casa tua, puoi pregare il tuo albero, chiedendo la sua fecondità nel prossimo anno. Se non possiedi un albero da frutto, puoi trovare un albero del genere in un parco o in natura, oppure andare da un amico a cui piacerebbe che il suo albero fosse benedetto. Offri all’albero e agli spiriti (e agli uccelli!) pezzi di pane tostato immersi nel wassail, lasciato sui rami dell’albero.
~ Dodicesima notte di Yule
31 dicembre – 12 ° Notte: Þórr e Sif
Stasera onorerai Þórr e Sif, oltre a benedire la tua casa per la protezione e scacciare gli ultimi spiriti vaganti di Yule, che sono ancora tra i mondi. Era tradizione terminare i festeggiamenti di Yule “cacciando fuori”.
Celebrazione:
Oggi, purifica spiritualmente e fisicamente la tua casa. Un modo per ottenere ciò, è bruciare le erbe che erano tradizionalmente associate all’eliminazione delle energie malvagie (vale a dire Artemisia e Ginepro nelle tradizioni settentrionali) e fumigare la casa, partendo dal retro della casa e procedendo verso la parte anteriore e fuori dalla porta d’ingresso. Si credeva anche che il fuoco e il ferro scacciassero gli spiriti maligni, e si poteva portare fuoco o ferro attraverso la casa con preghiere per l’aiuto di Þórr. Prendi le ceneri che hai salvato dal tuo ceppo di Yule e spargile lungo le porte per proteggerti.
Quando la mezzanotte colpirà la vigilia di Capodanno, batti pentole e padelle, per creare una cacofonia , un modo tradizionale per scacciare gli ultimi spiriti persistenti di Yule, che potrebbero causare problemi nel prossimo anno, se non torneranno al loro corretto posto. Potresti considerare di cantare una canzone rumorosa e turbolenta per Þórr a mezzanotte, assicurando un nuovo inizio in casa.
Per buon augurio, in questi giorni, potremmo preparare il ceppo di Natale, il famoso “Bûche de Noël”.
La ricetta è una tradizione francese, che celebra il ceppo di Natale sotto forma di un dessert fantasia, fatto di sottile foglio di pan di spagna, spalmati con glassa di burro e poi arrotolati a formare un tronco.
Il Bûche de Noël viene quindi decorato con corteccia di glassa al cioccolato, foglie di agrifoglio candito e funghi meringati.
Ingredienti
Per il ripieno:
200 gr di zucchero a velo
115 gr di burro, a temperatura ambiente
1 cucchiaio e mezzo di cacao amaro in polvere
1 pizzico di sale
2 cucchiai di liquore al caffè
100 gr di mascarpone
Per il Pan di Spagna:
2 cucchiai di burro fuso
60 gr di cacao amaro in polvere
½ cucchiaino di sale
2 cucchiai di farina 00
5 uova grandi, a temperatura ambiente
140 gr di zucchero bianco
½ cucchiaino di vaniglia
2 cucchiai di zucchero a velo o secondo necessità
Per la ganache:
250 gr di panna, bollente
250 gr di gocce di cioccolato fondente
Decorazioni varie natalizie.
Monta zucchero a velo, burro, cacao in polvere, sale e liquore al caffè insieme nella ciotola. Trasferisci la crema al burro in una ciotola separata e aggiungi il mascarpone. Mescola e metti al fresco.
Preriscalda il forno a 200 gradi C. Spennella un po’ di burro fuso su una teglia da forno bordata di 35×45 cm. Fodera la teglia con carta da forno e spennella sopra il burro fuso rimasto.
Setaccia ed unisci il cacao in polvere, il sale e la farina insieme in una ciotola.
Metti le uova nella ciotola. Aggiungi lo zucchero e monta fino a ottenere un composto morbido, denso e molto chiaro. Aggiungi 1/2 della miscela di cacao in polvere e l’estratto di vaniglia; mescola per pochi secondi. Incorpora il restante composto di cacao a fuoco lento per alcuni secondi. Mescola la pastella fino a quando non si sarà amalgamata uniformemente.
Versa la pastella nella teglia preparata e stendi con una spatola, lasciando un po’ di spazio sui bordi.
Cuoci nel forno preriscaldato fino a quando la parte superiore è asciutta e i bordi iniziano a staccarsi dai lati, da 8 a 10 minuti.
Spolvera un canovaccio pulito con zucchero a velo sufficiente a coprire un’area leggermente più grande del pan di spagna. Togli la torta dal forno. Fai scorrere un coltello lungo i bordi della teglia. Cospargi un po’ di zucchero a velo sopra. Passa una spatola sotto la carta forno, per assicurarti che non si attacchi alla teglia.
Capovolgi rapidamente la teglia sopra l’area zuccherata. Rimuovi la carta forno e spolvera la torta con altro zucchero a velo. Arrotola delicatamente la torta all’interno dell’asciugamano; lascia raffreddare per 15 minuti.
Srotola la torta e aggiungi una cucchiaiata di crema al burro, riservandone un po’ per dopo. Distribuisci la glassa sui bordi. Arrotola la torta sopra la glassa, usando l’asciugamano per sollevarla se necessario. Cospargi più zucchero a velo sopra. Avvolgi il ceppo nella pellicola. Metti in frigorifero fino a quando non si solidifica, circa 2 ore.
Unisci le gocce di cioccolato e la panna calda in una ciotola. Lascia riposare per 1 minuto. Sbatti fino a quando il cioccolato si scioglie.
Fai un taglio ad angolo di 7 cm da un’estremità del tronco. Metti il ceppo su una teglia rivestita di carta forno. Applica un po’ di crema al burro sulla fetta ad angolo e fissala su un lato. Distribuisci uno strato di ganache su tutta la torta. Metti in frigorifero per 15 minuti per rassodare la ganache.
Incidi delle linee nella ganache, usando la punta di un coltello per creare l’aspetto della corteccia degli alberi. Metti in frigorifero fino a completo raffreddamento prima di servire. Spolvera con cacao in polvere e zucchero a velo.
Guarnisci a piacere, con fantasia.
I Celti distinguevano due cicli di festività, solare e lunare, ed a ciascuno di essi corrispondevano specifiche festività.
Il Ciclo Solare era associato alla Croce a bracci ortogonali e simmetrici, il Ciclo Lunare era invece associato alla Croce di Sant’Andrea.
Le 4 feste solari, erano: Yule, solstizio d’inverno, Oestara, equinozio di primavera, Lithà, solstizio, Mabon, equinozio d’autunno.
Le 4 feste lunari: Beltaine, festa di primavera del primo maggio, Imbolc, 1 febbraio, Lughnasad, festa d’estate il primo agosto, Samhain, festa dei morti celebrata l’1 di novembre, che dai Celti era considerato il primo giorno dell’anno.
Oggi parliamo di Samhain.
Mentre milioni di persone, nella notte del 31 ottobre festeggiano Halloween, pochi sono a conoscenza delle sue antiche radici celtiche nel festival di Samhain (Samain).
Nell’Irlanda celtica circa 2.000 anni fa, Samhain era la divisione dell’anno tra la metà più chiara (estate) e la metà più scura (inverno).
A Samhain la divisione tra questo mondo e “l’altromondo” era molto sottile, consentendo agli spiriti di passare.
I defunti della famiglia erano invitati in casa, mentre gli spiriti nocivi venivano allontanati.
Le persone indossavano costumi e maschere per camuffarsi da spiriti nocivi.
I falò ed il cibo avevano un ruolo importante nei festeggiamenti.
Gli ossi del bestiame macellato erano gettate in un fuoco comune, creando grandi falò.
Il cibo veniva preparato per i vivi e per i morti, e quello per i defunti, che naturalmente non erano in grado di mangiare, era ritualmente condiviso con i meno abbienti.
Il Cristianesimo incorporò l’onorare i morti nel calendario cristiano con “Tutti i Santi”, il 1 ° novembre, seguito dal “Giorno dei Morti” il 2 novembre.
L’uso di costumi e maschere per allontanare gli spiriti nocivi sopravvisse come usanza di Halloween.
Gli Irlandesi emigrarono in America in gran numero, durante il XIX secolo, specialmente nel periodo della carestia in Irlanda del 1840.
Essi portarono le loro tradizioni di Halloween in America, dove oggi è una delle principali festività dell’anno.
Nel tempo, altre tradizioni si sono fuse in Halloween, ad esempio la tradizione americana del raccolto di zucche da intagliare.
Nella valle del Boyne (valle fluviale culla della civiltà irlandese, dove si trovano alcuni dei più imponenti monumenti preistorici d’ Europa), furono associate due colline a Samhain nell’Irlanda celtica, Tlachtga e Tara. Tlachtga è la location del Great Fire Festival, che inizia alla vigilia di Samhain (Halloween).
Anche Tara era associata a Samhain, tuttavia sotto questo aspetto era secondaria a Tlachtga.
Tornando alle origini di Samhain, essa è in realtà una festa molto bella, che ci collega a coloro che amiamo e che sono morti (come approccio positivo per affrontare il dolore), e celebra il raccolto e la fine dell’estate.
Il nome letteralmente significa “Fine dell’estate”.
Era una festa agricola e un momento di “inventario” prima dell’inverno.
Samhain era anche un periodo di “intensità soprannaturale”, in cui si diceva che la forza dell’oscurità e del decadimento si trovassero all’esterno, fuoriuscendo dai sidh, gli antichi tumuli di campagna.
Durante questo periodo, l’obiettivo era eliminare il vecchio ed abbracciare il nuovo.
Era un momento per riflettere sul passare del tempo e sul nostro viaggio nella vita.
Era il momento di perdonare ed andare avanti.
Ed era un momento per visitare e onorare i propri cari (sia vivi che morti).
La tradizione celtica pagana sosteneva, che Samhain era il periodo dell’anno in cui il sipario tra questo mondo e l’Altromondo era più sottile.
Era il momento ideale per gli spiriti di coloro che erano trapassati, per essere di nuovo con i vivi.
Gli antichi Celti credevano che il 31 ottobre gli spiriti buoni dei morti potessero tornare sulla terra, spesso sotto forma di un gatto nero, per ricongiungersi ai propri cari.
Durante questo periodo dell’anno, i fuochi del focolare nelle case delle famiglie venivano lasciati bruciare, mentre avveniva il raccolto.
Dopo che il raccolto era completato, i celebranti si univano ai sacerdoti druidi, per accendere un fuoco comunitario, usando una ruota che avrebbe causato attrito e scintille.
La ruota era considerata una rappresentazione del sole ed intorno ad essa si pregava.
Il bestiame è stato sacrificato ed i partecipanti, dopo la festa, riaccendevano i fuochi nelle loro case con il sacro falò per proteggerle, oltre a tenerle al caldo durante i mesi invernali.
Antichi testi presentano Samhain come una celebrazione obbligatoria della durata di tre giorni e tre notti, in cui la comunità era tenuta a mostrarsi ai re o capi tribù locali.
Si credeva che la mancata partecipazione avesse come conseguenza la punizione degli dei, di solito malattia o morte.
C’era anche un aspetto militare a Samhain in Irlanda: chiunque commettesse un crimine o usasse le proprie armi durante la celebrazione, era condannato a morte.
Alcuni documenti antichi menzionano sei giorni di consumo eccessivo di alcol, tipicamente idromele o birra, insieme a banchetti golosi.
Per i pagani, la morte non era una cosa da temere.
La vecchiaia era apprezzata per la sua saggezza e la morte era accettata come parte della vita, in quanto necessaria per una rinascita.
Quindi le persone care morte venivano ricordate ed il loro spirito spesso era invitato ad unirsi ai vivi nella festa celebrativa, conosciuta come la Festa dei Morti.
Poiché i Celti credevano che la barriera tra i mondi fosse violabile durante Samhain, preparavano offerte, che venivano lasciate fuori dai villaggi e dai campi per le fate, o Sidh.
Ci si aspettava che i propri antenati defunti potessero varcare la soglia durante questo periodo, e quindi i Celti si vestivano da animali e mostri, in modo che le fate non fossero tentate di rapirli.
Alcuni mostri specifici erano associati alla mitologia che circonda Samhain, inclusa una creatura mutaforma chiamata Pukah, che riceveva offerte di raccolto dal campo.
C’era Lady Gwyn, una donna senza testa vestita di bianco, che inseguiva i vagabondi notturni ed era accompagnata da un maiale nero.
A volte apparivano i Dullahan (persona scura), uomini senza testa, che cavalcavano cavalli dagli occhi di fiamma, e il loro aspetto era un presagio di morte per chiunque li incontrasse.
Un gruppo di cacciatori noto come Faery Host poteva anche palesarsi per rapire le persone.
Simili a loro erano gli Sluagh, che venivano da ovest, per entrare nelle case e rubare anime.
Una leggenda irlandese riferisce, che tutte le persone morte l’anno precedente tornassero sulla terra in cerca di nuovi corpi da possedere per l’anno venturo.
Così nei villaggi si spegnava ogni focolare per evitare che gli spiriti maligni soggiornassero nel villaggio: il rito consisteva appunto nello spegnere il Fuoco Sacro sull’altare e riaccendere il Nuovo Fuoco il mattino seguente.
Questo simbolizzava l’arrivo del Nuovo Anno.
Quando il mattino giungeva, i Druidi portavano le ceneri ardenti del fuoco presso ogni famiglia che provvedeva a riaccendere il focolare domestico.
Ci sono antiche usanze di Samhain, che si tramandano.
Ancora oggi esiste la tradizione della “cena muta”, in cui il cibo viene consumato dai celebranti, ma solo dopo aver invitato gli antenati defunti ad unirsi, dando alle famiglie la possibilità di interagire con gli spiriti, fino a quando non se ne vanno dopo la cena.
I bambini giocano per intrattenere i morti, mentre gli adulti aggiornano i defunti sulle notizie dell’anno passato.
Quella notte, le porte e le finestre devono essere lasciate aperte, perché i morti possano entrare e mangiare le torte, che sono state lasciate per loro.
L’idea che le anime tornino a casa in un certo giorno dell’anno, si ripete in molte culture in tutto il mondo.
Día de Muertos, o il Giorno dei Morti, è una festa simile in Messico, che celebra e onora i membri della famiglia che sono morti.
Allo stesso modo, questa cade tra il 31 ottobre e il 1 novembre di ogni anno.
Nel XII secolo, nei giorni sacri obbligatori in tutta Europa coinvolgevano banditori vestiti di nero, che suonavano campane lamentose ed invitavano i Cristiani a ricordare le povere anime dei morti.
Speciali “torte dell’anima” sarebbero state preparate e condivise.
Questa usanza era condivisa in Inghilterra, Germania, Belgio, Austria ed Italia, e si pensa che sia il precursore iniziale del “dolcetto o scherzetto”.
Probabilmente, il travestimento usato andando di porta in porta sotto mentite spoglie, in cambio di cibo, deriva dalle antiche usanze di fare “scherzi”, per confondere gli spiriti maligni.
Gli scherzi di Samhain risalgono al 1736 in Scozia e in Irlanda, e questo portò Samhain a essere soprannominata “Notte di malizia”.
Anche nel sud Italia, ancora oggi, è usanza lasciare la tavola apparecchiata per i defunti, nella notte dell’ultimo giorno di ottobre.
E’ un modo per rinnovare il loro amore verso chi non c’è più.
Ed ora, 5 idee per rituali dedicati a Samhain:
-Onora i defunti: A Samhain il sipario tra il nostro mondo e l’Altromondo è sottile. Onora i defunti, che verranno da te mentre il passaggio è sottile, mettendo un piatto in più per la cena, in un modo che richiami il suo spirito.
-Accendi una candela: Durante Samhain, iniziamo ad avventurarci nella metà buia dell’anno, quando il tempo si raffredda. Accendi una candela, per aggiungere calore magico al tuo focolare ed alla tua casa.
-Pasto Magico Samhain: Samhain è l’ultima festa del raccolto, prima dell’arrivo delle gelate invernali. Onora la magia di questo raccolto con un pasto, che includa prodotti tradizionali come le zucche.
-Rilascia la vecchia energia: questa transizione stagionale offre un’opportunità perfetta, per rilasciare energia o atteggiamenti che non ti servono più. Prenditi un momento per visualizzarli e poi lasciarli andare.
-Respira l’aria autunnale: con l’avvicinarsi di Samhain, il clima diventa sempre più fresco. Trascorri del tempo all’aperto immergendoti nella stagione. Prendi consapevolezza notando le foglie che cambiano, gli alberi che potrebbero essere già spogli e la freschezza nell’aria mentre le stagioni passano.
Halloween è una festa celebrata ogni anno il 31 ottobre.
La tradizione ha avuto origine dall’antica festa celtica di Samhain, quando le persone accendevano falò ed indossavano costumi per allontanare i fantasmi.
Nel VIII secolo, Papa Gregorio III designò il 1 novembre, come un momento per onorare tutti i Santi.
Ben presto, il giorno di Ognissanti incorporò alcune delle tradizioni di Samhain.
La sera della vigilia era conosciuta come All Hallows Eve, che successivamente divenne Halloween.
Nel tempo, Halloween si è evoluto in una giornata di attività come “dolcetto o scherzetto”, intaglio di Jack-o-lantern (zucca), riunioni festive, indossare costumi e mangiare dolcetti.
Tornando alle origini, Samhain, i Celti vissero 2.000 anni fa, principalmente nell’area che ora è l’Irlanda, il Regno Unito e la Francia settentrionale, e festeggiavano il loro nuovo anno il 1 ° novembre.
Questo giorno segnava la fine dell’estate, il raccolto e l’inizio del buio e freddo inverno; un periodo dell’anno che era spesso associato alla morte umana. I Celti credevano che la notte della vigilia del nuovo anno, il confine tra il mondo dei vivi e quello dei morti diventasse più sottile.
Quindi nella notte del 31 ottobre celebravano Samhain, credendo che i fantasmi dei morti tornassero sulla terra.
Oltre a causare problemi e danneggiare i raccolti, i Celti pensavano che la presenza degli spiriti ultraterreni rendesse più facile per i Druidi (sacerdoti celtici) fare previsioni sul futuro.
E, per un popolo completamente dipendente dal volubile mondo naturale, queste profezie erano un’importante fonte di conforto, durante il lungo e buio inverno.
Per commemorare l’evento, i Druidi costruivano enormi falò sacri, dove le persone si riunirono per bruciare raccolti e animali, come sacrifici alle divinità celtiche.
Durante la celebrazione, i Celti indossavano costumi, tipicamente costituiti da teste e pelli di animali, e cercavano di raccontarsi vicende.
Al termine della celebrazione, con il sacro falò riaccendevano i fuochi del focolare in casa, che avevano spento la sera prima, per essere protetti durante l’inverno.
Nel 43 d.C., l’Impero Romano aveva conquistato la maggior parte del territorio celtico.
Nel corso dei 400 anni di governo delle terre celtiche, due feste di origine romana furono combinate con la tradizionale celebrazione celtica di Samhain.
Il primo fu Feralia, un giorno di fine ottobre, in cui i Romani tradizionalmente commemoravano la morte dei morti.
Il secondo fu un giorno per onorare Pomona, la dea romana della frutta e degli alberi. Il simbolo di Pomona era la mela e l’incorporazione di questa celebrazione a Samhain, spiega probabilmente la tradizione del “bobbing” (pesca delle mele), che viene praticata oggi ad Halloween.
Il 13 maggio 609 d.C., Papa Bonifacio IV dedicò il Pantheon a Roma in onore di tutti i martiri cristiani, e nella chiesa occidentale fu istituita la festa cattolica di Tutti i Martiri.
Papa Gregorio III, in seguito, ampliò la festa per includere tutti i Santi e tutti i martiri e spostò l’osservanza dal 13 maggio al 1 novembre.
Nel IX secolo, l’influenza del Cristianesimo si era diffusa nelle terre celtiche, dove gradualmente si mescolò e soppiantò i riti celtici più antichi. Nel 1000 d.C., la chiesa stabilì il 2 novembre il Giorno dei Morti, giorno per onorare i defunti.
Oggi è opinione diffusa, che la Chiesa stesse tentando di sostituire la festa celtica dei morti con una festività correlata ed autorizzata dalla chiesa.
Il Giorno dei morti. Quindi, era celebrato in modo simile a Samhain, con grandi falò, sfilate e travestimenti in costumi da santi, angeli e diavoli.
La celebrazione del giorno di Ognissanti era anche chiamata “All-hallows” o “All-hallowmas” (dall’inglese medio “Alholowmesse” che significa Ognissanti) e la notte prima, la tradizionale notte di Samhain nella religione celtica, iniziò a essere chiamata “All-Hallows Eve” ed infine, “Halloween”.
La celebrazione di Halloween era estremamente limitata nel New England coloniale, a causa dei rigidi sistemi di credenze protestanti.
Halloween era molto più comune nel Maryland e nelle colonie meridionali.
Mentre le credenze e le usanze dei diversi gruppi etnici europei e degli indiani d’America si mescolavano, iniziò ad emergere una versione distintamente americana di Halloween.
Le prime celebrazioni includevano “feste di gioco”, che erano eventi pubblici tenuti per celebrare il raccolto.
Le persone condividevano le storie dei morti, si raccontavano le vicende, ballavano e cantavano.
Le festività coloniali di Halloween erano caratterizzate dal racconto di storie di fantasmi e malizie di ogni tipo.
Entro la metà del XIX secolo, le festività autunnali annuali erano comuni, ma Halloween non era ancora celebrato in tutto il Paese.
Nella seconda metà del XIX secolo, l’America fu inondata di nuovi immigrati. Questi nuovi immigrati, in particolare milioni di Irlandesi in fuga dalla fame del loro Paese, contribuirono a rendere popolare la celebrazione di Halloween a livello nazionale.
Prendendo in prestito dalle tradizioni europee, gli Americani iniziarono a vestirsi con costumi e andare di casa in casa chiedendo cibo o denaro, una pratica che alla fine divenne la tradizione odierna del “dolcetto o scherzetto”. Le giovani donne credevano, che ad Halloween avrebbero potuto indovinare il nome o l’aspetto del loro futuro marito, facendo trucchi con filo, bucce di mele o specchi.
Alla fine del 1800 in America, Halloween si trasformò in una festa più incentrata sulla comunità e le riunioni di vicinato, che su fantasmi, scherzi e stregoneria.
All’inizio del secolo, le feste di Halloween per bambini e adulti diventarono il modo più comune per celebrare la giornata.
Feste incentrate su giochi, cibi di stagione e costumi festivi.
Negli anni ’20 e ’30, Halloween diventò una festa secolare, ma incentrata sulla comunità, con sfilate e feste di Halloween in tutta la città come intrattenimento in primo piano.
Tra il 1920 e il 1950 fu ripresa anche la secolare pratica del “dolcetto o scherzetto”. Questo era un modo, relativamente economico, per un’intera comunità di condividere la celebrazione di Halloween.
In teoria, le famiglie potevano impedire che gli venissero giocati degli scherzi, fornendo ai bambini del vicinato piccoli dolcetti.
Così nacque una nuova tradizione americana, che ha continuato a crescere.
Oggi, gli Americani spendono circa 6 miliardi di dollari all’anno per Halloween, rendendola la seconda festa commerciale più grande del Paese dopo Natale.
Parlando di successo commerciale, sono stati realizzati numerosi film spaventosi di Halloween.
I film classici di questa ricorrenza includono “Halloween”, basato sul film originale del 1978 diretto da John Carpenter ed interpretato da Donald Pleasance, Nick Castle, Jamie Lee Curtis e Tony Moran.
Da non dimenticare anche “Scream”, “Nightmare on Elm Street”, “Friday the 13”, “Hocus Pocus”, “L’incubo prima di Natale”, “Beetlejuice” e “È la grande zucca, Charlie Brown”.
Tornando alla tradizione americana di “dolcetto o scherzetto di Halloween”, essa risale probabilmente alle prime sfilate del Giorno dei morti in Inghilterra. Durante i festeggiamenti, i cittadini poveri chiedevano cibo e le famiglie più abbienti davano loro pasticcini chiamati “dolci dell’anima” (Soul Cake), in cambio della loro promessa di pregare per i parenti morti della famiglia.
La distribuzione dei dolci dell’anima fu incoraggiata dalla Chiesa, come un modo per sostituire l’antica pratica di lasciare cibo e vino agli spiriti vaganti.
La pratica, che è stata definita “andare in giro”, è stata alla fine adottata dai bambini, che visitavano le case del loro quartiere e ricevevano birra, cibo e denaro.
La tradizione di vestirsi in costume per Halloween ha radici sia europee che celtiche.
Centinaia di anni fa, l’inverno era un periodo incerto e spaventoso.
Le scorte di cibo spesso scarseggiavano e, per le molte persone che avevano paura del buio, le brevi giornate invernali erano piene di costante preoccupazione.
Ad Halloween, quando si credeva che i fantasmi tornassero nel mondo terreno, le persone pensavano che avrebbero incontrato i fantasmi, se avessero lasciato le loro case.
Per evitare di essere riconosciuti da questi fantasmi, le persone indossavano maschere quando uscivano dopo il tramonto, in modo che i fantasmi li scambiassero per spiriti simili a loro.
Ad Halloween, per tenere i fantasmi lontani dalle loro case, le persone posizionavano ciotole di cibo fuori dalle loro case, per placare i fantasmi e impedire loro di tentare di entrare.
Halloween è sempre stata una festa piena di mistero, magia e superstizione, ma anticamente si pensava che gli spiriti fossero abbastanza amichevoli.
I fantasmi di Halloween di oggi sono spesso descritti come più spaventosi e malevoli, ed anche le nostre usanze e superstizioni sono più spaventose.
Evitiamo di incrociare i sentieri con i gatti neri, temendo che possano portarci sfortuna.
Questa idea ha le sue radici nel Medioevo, quando molte persone credevano che le streghe evitassero di essere riconosciute, trasformandosi in gatti neri.
Cerchiamo di non camminare sotto le scale per lo stesso motivo.
Questa superstizione potrebbe provenire dagli antichi Egizi, che credevano che i triangoli fossero sacri (potrebbe anche avere qualcosa a che fare con il fatto, che camminare sotto una scala inclinata tenda ad essere abbastanza pericoloso).
E intorno ad Halloween, in particolare, cerchiamo di evitare di rompere gli specchi, di calpestare le crepe della strada o di versare il sale.
Le popolazioni celtiche avevano la tradizione importantissima di celebrare la “Notte delle Ombre“, o “Notte Nera”.
Essi onoravano il passaggio dalla stagione autunnale a quella invernale, con la festività di Samhain, come il loro Principe delle Tenebre.
Le leggende raccontano anche, che in questa notte magica la natura interagiva con gli esseri umani e, per esempio, gli animali acquistavano voci comprensibili.
Infatti, origliando alle porte delle stalle, i contadini potevano ascoltare i discorsi dei cavalli, delle capre e degli altri animali.
Anche se spesso evitavano, temendo di sentire cose che li avrebbero fatti impazzire dalla paura.
La Notte delle Ombre era anche l’unico momento in cui Satana poteva venire consultato a scopi divinatori, perché la divinazione era un altro elemento della magia di Halloween.
Naturalmente l’animo umano e la sua naturale propensione a sfruttare a proprio vantaggio ogni momento di magia, ha sempre cercato di utilizzare a proprio piacimento ogni sentore magico di questo particolare mese dell’anno.
Durante la notte di Halloween, occorre evocare le vibrazioni che proteggono dalle energie negative, per allontanarle e poterle dominare durante i dodici mesi successivi.
Le piante dedicate alla Notte delle Ombre sono l’Assenzio, per richiamo degli spiriti e per indurre la mente alla rilassatezza sino alla veggenza, e la corteccia di Sandalo, che allontana gli influssi negativi, per la meditazione e le invocazioni.
Di seguito, alcuni incantesimi da effettuare intorno alla mezzanotte del 31 ottobre.
INCANTESIMO PER ACQUISIRE MAGGIORE SICUREZZA IN SE STESSI E FORTUNA
Accendere una candela verde.
Mettere alcune foglie di salvia in un piattino di terracotta sopra un tavolo, coperto con un panno bianco pulito.
Aggiungere un pizzico di lavanda ed un pizzico di sale grosso ripetendo per tre volte questa formula:
“Alla sorgente di ogni potere naturale
io chiedo di illuminarmi;
la mia offerta è questa
il mio cuore è puro;
Arrivi a me ciò di cui ho bisogno
vada via da me ciò che mi opprime!”
Spegnere la candela con due dita e buttarla via, insieme con salvia e sale in acqua corrente.
INCANTESIMO PER OTTENERE UNA RISPOSTA AD UN QUESITO CHE STA MOLTO A CUORE
Prendere una foglia ed incidervi la domanda.
Sotterrarla in un vaso e mettere una candela arancione accesa.
Pronunciare:
“Spiriti della terra che custodite i tesori delle miniere.
Gnomi laboriosi e nascosti,
spiriti dell’aria che aleggiate fra le chiome degli alberi.
Silfi trasparenti e leggeri,
spiriti dell’acqua che nuotate negli oceani infiniti.
Ondine dalle chiome di luna,
spiriti del fuoco che danzate nella fiamma ardente.
Salamandre custodi del fuoco sacro,
io vi invoco accanto a me e dentro di me,
che la sentenza sia giusta, che la sentenza sia vera,
che la via sia sgombra e l’ora propizia”.
Dopodiché richiudere la finestra e lasciare che la candela si consumi, senza spegnerla.
La mattina dopo guardare la foglia: se è intatta, la risposta è positiva, se è rovinata, si avvera ma in tempi lunghi, se è accartocciata o totalmente rovinata la risposta è negativa.
INCANTESIMO PER PROPOSTA DI MATRIMONIO
Se si è fidanzate ed in attesa impaziente della fatidica proposta di matrimonio, che non arriva mai, prendere un piccolo quarzo rosa e stringerlo nella propria mano sinistra, pensando intensamente al futuro matrimonio.
Portare il quarzo in tasca o tenerlo con sé per circa sette giorni (iniziando il 31 ottobre), poi nasconderlo sotto il materasso del proprio fidanzato.
Entro tre mesi, la proposta arriverà.
INCANTESIMO PER “TROVARE” MARITO
Prendere una candela arancione, posarla davanti a uno specchio nella propria camera da letto. Qualche minuto prima di mezzanotte, al buio, accendere la candela, sedendosi davanti alla fiamma riflessa nello specchio.
Concentrarsi attentamente, immaginandosi vestita da sposa.
Spegnere poi la candela, aspettando almeno qualche minuto.
Entro e non oltre l’inverno, si troverà l’uomo da portare all’altare.
INCANTESIMO PER CONOSCERE IL VOLTO DELL’UOMO COL QUALE SPOSARSI
Nella notte di Halloween, recarsi in un posto in cui la luna sia ben visibile, volgerle le spalle in modo tale che la sua luce si rifletta in uno specchio che si avrà in mano.
Accendere una candela verde e metterla davanti a sè, in modo tale da vedersi nello specchio e vedere anche la luna dietro di sè.
Sulla propria spalla sinistra apparirà nello specchio il volto dell’uomo che si sposerà.
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“Nell’ore solitarie dello spirito è bello camminare al sole lungo i gialli muri dell’estate”
“In the lonely hours of the spirit is nice to walk in the sun along the yellow walls of the summer”
(Georg Trakl)
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Oggi, 20 giugno 2020 alle ore 23:43, inizia l’estate con il Solstizio d’Estate ed è anche il giorno più lungo dell’anno, per tutte le zone a nord dell’Equatore, mentre sarà il giorno più breve per le aree della Terra a sud dell’Equatore, dove rappresenterà il Solstizio d’Inverno.
Il Solstizio (dal latino solstĭtĭum, composto da sōl, «Sole», e sistĕre, «fermarsi») è in astronomia il momento in cui il Sole raggiunge, nel suo moto apparente lungo l’eclittica, il punto di declinazione massima o minima.
Il Solstizio d’Estate ricorre due volte, a giugno (quando il Sole raggiunge il valore massimo di declinazione positiva, segnando l’inizio dell’Estate boreale e dell’Inverno australe) e a dicembre (quando il Sole raggiunge il valore massimo di declinazione negativa, con l’inizio dell’Inverno boreale e dell’Estate australe).
Ma si dice anche, che sia la “notte più corta dell’anno”, visto che la giornata prevede ben 15 ore di luce.
La data del Solstizio d’Estate non cade sempre lo stesso giorno, ma oscilla tra il 20 e il 22 giugno, perché dipende dal calendario e in particolare degli anni bisestili.
Il Solstizio d’Estate è collegato a vari tipi di festeggiamenti o riti ad esso dedicati.
Per esempio, in Finlandia c’è una festa chiamata “Juhannus”, in cui le persone si godono appieno il Sole, perché per troppi mesi ne hanno avuto pochissimo, addirittura niente in Lapponia. Si organizzano falò “kokko”, che scacciano gli spiriti maligni, saune, barbecue, pranzi all’aperto ed escursioni. E quando arriva la notte, secondo una leggenda popolare, se una ragazza mette sette fiori sotto il cuscino prima di addormentarsi, vedrà in sogno l’uomo da sposare.
In Polonia, Russia, Bielorussia, Lituania e Ucraina, troviamo il “Giorno di Ivan Kupala”, durante il quale le donne, secondo la tradizione, mettono nelle acque del fiume delle candele galleggianti accese, mentre gli uomini salutano il sole di mezzanotte con un bagno nel lago.
A Stonehenge, nel Regno Unito, migliaia di persone si radunano presso il sito, per ammirare i raggi di sole che filtrano tra i monoliti circondati dai Druidi che, indossando dei costumi tradizionali, si riuniscono attorno alle pietre, per dare il benvenuto ai primi raggi di sole di questo lunghissimo giorno.
In Spagna, si fanno coincidere i festeggiamenti per la “Notte di San Giovanni” o “Notte di mezza estate” (24 giugno) con il Solstizio d’Estate. Si accendono grandi falò alimentati da vecchi mobili e libri, per bruciare il vecchio, come segno di rinascita.
In Cina, si celebra la festività della “Dea della Luce” e, purtroppo sono sconvolta nello scriverlo, c’è anche un tristissimo appuntamento annuale.
E’ il “Lychee and Dog Meat Festival” (o Yulin Dog Meat Festival ), una celebrazione annuale che si tiene a Yulin, Guangxi, in Cina, durante la quale i frequentatori del festival mangiano “carne di cane e litchi”. Il festival è iniziato nel 2009 e dura una decina di giorni durante i quali, secondo quanto riferito, vengono consumati migliaia di cani….
Ci sono varie usanze e tradizioni attuate durante il Solstizio d’Estate:
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Falò: forse il rito più famoso fra quelli del Solstizio d’Estate. Si accendono grandi fuochi che purificano e che, con la loro fiamma brillante, allontanano il buio invernale il più a lungo possibile.
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Bruciare le erbe: si buttano direttamente nel falò o nel camino. Si ardono le erbe secche, per gettarsi alle spalle le difficoltà dell’anno appena trascorso e sentirsi rinnovati. Inoltre, si bruciano le erbe vecchie e se ne raccolgono di nuove, come buon auspicio del nuovo anno che verrà.
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Mazzetto divinatorio: il giorno prima della notte del Solstizio d’Estate, si raccolgono fiori ed erbe fresche, facendone un mazzetto chiuso con un nastro. Si sistema il mazzetto sotto il cuscino, per stimolare un sogno divinatorio, capace di predire il proprio futuro. La tradizione, che riprende un’usanza della notte di San Giovanni, vorrebbe che le erbe fossero 7.
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Rugiada magica: se si ha la possibilità di poter andare in un prato, giardino o campo, raccogliere la rugiada che si troverà la mattina del Solstizio e berla, perché si dice che purifichi e allontani il malocchio. Ci si può anche sdraiare nel prato ancora umido, per propiziare la fertilità.
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Uovo magico: mettere solo l’albume dell’uovo in un contenitore con l’acqua e lasciarlo esposto per tutta la notte alla luna, in modo che la rugiada vi si depositi. Prima di metterlo sotto i raggi lunari, pensare ad una domanda sul proprio futuro, per la quale si vorrebbe ottenere una risposta. La mattina dopo, guardare l’albume che avrà assunto una forma particolare, per capire cosa accadrà.
Una menzione particolare va a “Litha”, una delle più celebri feste pagane, una degli otto Sabbat che si celebra al Solstizio d’Estate.
Questa festività è il momento ideale per raccogliere piante da essiccare, per confezionare amuleti, oppure per raccogliere frutti per preparare liquori e, ancora è il momento più adatto per procurarsi acqua medicamentosa.
La pianta dedicata a Litha è l’Iperico: essiccata ed appesa alle porte delle case, le protegge. Oppure, con essa si può preparare un amuleto, mettendola in un semplice sacchettino, da portare con sé come protezione. Ma si possono raccogliere anche la lavanda, la felce, il sambuco, il timo, la verbena (portatrice di prosperità), l’edera e la rosa.
Esotericamente, il Solstizio d’Estate è collegato alla vittoria della luce sulle tenebre, all’agognato momento di godere dei frutti delle proprie fatiche, dopo i difficili mesi invernali e l’impegno nelle coltivazioni primaverili.
Infatti, esso corrisponde all’inizio della stagione del raccolto, e quindi di massima intensità energetica, quando la natura, rinata nel periodo primaverile, esplode in tutta la sua bellezza e ricchezza ed offre agli uomini i suoi frutti.
Anche per gli uomini è il momento di raccogliere ciò che hanno seminato nei mesi invernali, e di propiziarsi un futuro sereno.
Celebrando il Solstizio d’estate, si ha in mano il Pugnale Supremo del Comando, per dirigere gli eventi e controllare i poteri lunari dell’inconscio e dell’invisibile.
In questo momento, la Luna si tinge simbolicamente di rosso, in quanto l’Acqua, simbolo dell’Invisibile e dell’Inconscio, passa sotto il controllo del Sole (cioè della ragione cosciente), diventando così strumento di potere e non di destabilizzazione.
E’ un momento di transizione: mai come oggi il Mondo attraversa una grande crisi, in cui il passaggio da un “modus vivendi” all’altro è alquanto difficile e doloroso.
Parlando di Numerologia, sommando 20/06/2020, avremo come risultato il numero 3.