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I QUATTRO RAMI DEL MABINOGI: BRANWEN

Scritto da MadameBlatt

I Quattro Rami del Mabinogi (Pedair Cainc Y Mabinogi) sono i primi racconti in prosa nella letteratura britannica, originariamente scritti in Galles.
Quest’opera si divide in 4 parti o, appunto, ‘Rami’ i cui racconti correlati possono essere letti come mitologia, temi politici, romanzi o fantasie magiche.
Essi si rivolgono a un’ampia gamma di lettori, dai bambini piccoli agli adulti più sofisticati ed appaiono come libri, spettacoli teatrali, film e continuano a ispirare molte rivisitazioni nelle opere d’arte e nella narrativa moderna.
All’inizio nell’XI secolo, erano in forma verbale, in seguito, sono sopravvissuti nelle biblioteche private di famiglia tramite manoscritti medievoli, spesso in frammenti.


Negli anni ‘70, salvati e restaurati, i racconti sono stati riconosciuti come una letteratura secolare complessa, contenente elementi della mitologia gallese, con personaggi fortemente descritti, temi politici, etici e di genere, nonché fantasie elaborate.
Lo stile di scrittura è ammirato per la sua semplicità ingannevole e il potere delle parole controllato, paragonato a volte allo stile celtico.
Il mondo racconto all’interno del Mabinogi si estende attraverso il Galles, l’Irlanda e l’Inghilterra, narrando di una Gran Bretagna leggendaria, come una terra unita sotto un re, ma con potenti principati separati, in cui la legge gallese è unita alla magia ed al romanticismo.
Ogni Ramo è composto da diversi episodi ed è intitolato con il nome del protagonista principale: Pwyll, Branwen, Manawydane, Math.

Branwen by Christopher Williams

Secondo Ramo:

Branwen

Branwen era una figlia di Llŷr (il Re di tutti i britannici) e Penarddun, ed era sposata con Matholwch, Re d’Irlanda, ma il loro matrimonio non portava pace.
Considerata da molti la fanciulla più bella del mondo, ella era anche la sorella di Bendigeidfran, che in gallese significa “Bran the Blessed“, ovvero “Corvo benedetto“.
Nella mitologia gallese, egli era un famoso Re gigante della Gran Bretagna.
Ma Branwen aveva anche un fratellastro malizioso e malvagio, di nome Efnisien.
Un giorno, Re Bendigeidfran, chiamato anche Bran, era seduto in cima ad alcune scogliere, vicino al suo castello ad Harlech, con suo fratello Manawydan e due fratellastri, Nisien ed Efnisien.
Egli vide avvicinarsi alcune navi guidate da Matholwch, Re d’Irlanda, con uno scudo innalzato in alto sulla nave di testa, in segno di pace.
Matholwch era venuto a chiedere la mano di sua sorella Branwen in matrimonio, ed a concludere un’alleanza tra Gran Bretagna e Irlanda.

Ph. National Library of Wales Blog

I due Re accettarono l’accordo e la cerimonia ebbe luogo, con un banchetto sotto un grande baldacchino di seta in cui Bendigeidfran, essendo un gigante, poteva entrare.
Arrabbiato per non essere stato consultato sul matrimonio con la sua sorellastra Branwen, Efnisien si vendicò dei cavalli di Matholwch e li mutilò con la sua spada.
Dopo aver appreso cosa aveva fatto Efnisien, il Re Matholwch si ritenne gravemente insultato e decise di tornare in Irlanda.
Ma prima che potesse andarsene, Bendigeidfran si offrì di sostituire ciascuno dei cavalli con dei nuovi, ed offrì anche una verga d’argento, spessa quanto il mignolo di Matholwch e una placca d’oro, grande quanto la sua faccia.
Matholwch accettò le offerte, anche se si sentiva ancora ferito dall’insulto.
Bendigeidfran offrì, quindi, un ulteriore dono, consistente in un calderone magico che poteva curare i feriti e resuscitare i morti ma, coloro che erano stati nel calderone, non sarebbero più stati in grado di parlare.


Matholwch ne fu soddisfatto ed accettò i doni.
Il giorno successivo, Branwen e Matholwch si recarono in Irlanda e, quando arrivarono, ricevettero un caloroso benvenuto dalle persone, che regalarono alla fanciulla molti bei gioielli.
Entro l’anno, Branwen rimase incinta e diede alla luce un figlio, di nome Gwern.
Non passò molto tempo dopo la nascita, tuttavia, che i consiglieri di Matholwch vennero a conoscenza dell’orribile atto compiuto da Efnisien contro il Re irlandese.
Essi non potevano dimenticare o perdonare l’insulto e chiesero al loro Re di vendicarsi.
Cedendo alle richieste della sua gente, Matholwch mandò Branwen nelle cucine del castello, dove doveva lavorare e dormire, costringendola a preparare e servire i pasti per la corte e, spesso, veniva anche picchiata dal macellaio.
Per impedire che questa punizione potesse arrivare alle orecchie della famiglia di Branwen, qualsiasi viaggio tra l’Irlanda e il Galles fu proibito.
Anche i visitatori gallesi dovevano essere imprigionati, in modo da non poter raccontare a Bendigeidfran del triste destino di sua sorella.
Le sofferenze della povera Branwen durarono per molti anni, finché un giorno un uccello, uno storno, volò in cucina e si appoggiò vicino a lei.

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La fanciulla offrì da mangiare all’uccello, e così ogni giorno, stringendo amicizia con lui ed insegnandoli dove viveva suo fratello Bendigeidfran.
Alla fine, consegnò all’uccello una lettera da portare a suo fratello, per fargli sapere di essere trattata con crudeltà dal Re Matholwch.
Lo storno volò in Galles e riuscì a trovare Bendigeidfran, al quale dette il messaggio.
Dopo aver finito di leggere la lettera di sua sorella, Bendigeidfran radunò un esercito, per prendere il controllo dell’Irlanda e salvare Branwen.
La flotta del suo esercito navigò per attraversare il canale, mentre Bendigeidfran, essendo d’altezza massiccia, era in grado di guadare.
I soldati irlandesi riferirono a Matholwch, di aver visto alberi sul mare e una montagna con un’alta cresta, più un lago su ciascun lato, che si muovevano attraverso il mare, verso di loro.

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Matholwch ed i suoi soldati chiesero a Branwen di questo spettacolo, la quale rispose, che la foresta era l’albero maestro delle navi e la montagna era la testa di Bendigeidfran, poiché non c’era una nave abbastanza grande da contenerlo.
La sua testa era inclinata all’indietro, in modo da poter respirare, la cresta era il suo naso, le grotte le sue narici ed i laghi azzurri erano i suoi occhi.
Dopo aver sentito questo, Matholwch ed i soldati decisero di ritirarsi dall’altra parte del fiume Shannon e distruggere l’unico ponte, che lo attraversava.
Quando Bendigeidfran ed i suoi uomini giunsero al ponte distrutto, i soldati chiesero al loro Re cosa dovessero fare, il quale rispose:
“Chi guida, farà da ponte”.
Quindi, Bendigeidfran si sdraiò e si allungò attraverso il fiume, in modo che i suoi soldati potessero attraversarlo, camminando sulle sue spalle.
Matholwch lo vide e mandò i suoi messaggeri a fare un’offerta di pace, offrendo a Bendigeidfran la consegna dell’Irlanda al figlio di Branwen, Gwern, e la costruzione di una grande casa appositamente per il Re gigante.
Bendigeidfran accettò la tregua.


Tuttavia, una volta terminata la casa, in ciascuno dei suoi cento pilastri era appesa una grande borsa di pelle, in cui era nascosto un uomo completamente armato.
Efnisien, pieno di rabbia, fu in grado di scoprire il piano dei soldati irlandesi e schiacciò ogni borsa a mani nude.
Quella notte fu tenuto un colloquio di pace tra Gran Bretagna e Irlanda ed i possedimenti di quest’ultima furono ceduti a Gwern.
Gwern andò casa per incontrare Bendigeidfran ed i suoi zii, ma Efnisien, incapace di contenere la sua rabbia, lo gettò nel fuoco.
Branwen cercò di salvare suo figlio andandogli dietro, ma venne trattenuta da Bendigeidfran.
Con la possibilità di pace ora rovinata, scoppiò un’enorme battaglia.
Durante il combattimento, i soldati irlandesi usarono il calderone magico, per curare e far rivivere i loro uomini.

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Efnisien vide tutto ciò e, sapendo che i soldati gallesi non potevano vincere contro gli Irlandesi e il calderone magico, si finse morto e venne gettato nel calderone.
Ma i soldati già nel calderone, non potevano avvertire quelli fuori della presenza di Efnisien, poiché non erano più in grado di parlare, quindi egli usò tutta la sua forza e ruppe in mille pezzi il calderone, cosa che però gli spezzò il cuore nello sforzo.
Il suo atto eroico portò i soldati gallesi alla vittoria, anche se ne sopravvissero solo sette.
Bendigeidfean era stato colpito con una lancia velenosa al piede e, prima di morire, ordinò ai suoi soldati di tagliargli la testa e portarla a Londra, per essere seppellita.
Una volta lì, i soldati seppellirono la sua testa di fronte alla Francia, la quale così avrebbe visto, che la Gran Bretagna rimaneva al sicuro e non l’avrebbero mai invasa dal mare.


Questo è il motivo per cui ci sono corvi sulla Torre di Londra, ricordandoti che il nome di Bendigeidfean, significa “Corvo benedetto”.
Branwen, dopo tutto ciò che aveva dovuto sopportare, non potendo sopravvivere alla devastazione e alla tristezza che aveva visto e causato, morì di crepacuore e fu sepolta sulla riva di Anglesey.

Ma non finisce qui…

Statua equestre di Bendigeidfran ad Harlek

Tornati a casa ad Harlech, con la testa ancora viva, i soldati festeggiarono per sette anni, quindi viaggiarono verso l’isola di Gwales e rimasero in un altro castello, per altri otto anni.
La testa di Bendigeidfean sarebbe rimasta in vita, fino a quando non avrebbero aperto una porta chiusa che guardava verso la Cornovaglia ed Aber Henfelen, l’attuale Canale di Bristol, tra il Galles e Cronwall.
Un soldato curioso, però, aprì la porta per vedere dall’altra parte e, così, tutti gli uomini ricordarono il loro compito, partirono per Londra per seppellire la testa di Bendigeidfean.
In Irlanda, tutti erano stati uccisi, tranne cinque donne incinte che erano state nascoste in una grotta.
Queste donne dettero alla luce cinque figli che, una volta divenuti adulti, scelsero ognuno una delle madri degli altri, come moglie per avere più figli e salvare la popolazione irlandese.
Così, l’Irlanda fu divisa tra i cinque figli, che costituivano i cinque Distretti dell’Irlanda.

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“La speranza è il tappeto magico che ci trasporta dal momento presente nel regno delle infinite possibilità” (H. J. Brown)

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