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MUTAFORMA: CHANGELING

Scritto da MadameBlatt

Nella mitologia europea, Changeling, ovvero Cangiante, è una creatura simile ad un essere umano, ma in realtà è una fata lasciata al posto di un bambino o di un neonato, rubato da altre fate.
Quando menzioniamo la parola “fata“, pensiamo ad esseri gentili e benevoli, ma questo non è certamente il caso dei Cangianti, che venivano scambiati solitamente per uno di questi tre motivi:
1) perché le fate volevano che il bambino rapito fosse un loro servitore,
2) perché volevano ricevere l’amore di un bambino umano,
3) per malizia/vendetta.
La maggior parte delle volte, lo scambio veniva effettuato con una fata anziana, in modo che potesse vivere la sua vita nel comfort di un essere umano, o in modo che potesse morire.
Di solito venivano rapiti i bambini più belli, perché le fate desideravano ed ammiravano questa peculiarità.
Spesso un bambino poteva ammalarsi o assumere uno strano aspetto, oppure una persona poteva all’improvviso diventare incapace di muovere gli arti: “colpita dalle fate” si diceva, e la gente del posto iniziava a sospettare che sotto ci fosse il loro zampino.

By PJ Linch

Nel Medioevo, si pensava che i bambini con deformità, malattie o condizioni, che all’epoca erano inspiegabili, fossero stati sostituiti da Cangianti, motivo per cui molti di loro erano abbandonati o addirittura uccisi.
Ma c’erano quelli che sospettavano, che il loro bambino fosse stato scambiato con un Mutaforma e, quindi, sentivano di doversene prendere cura ugualmente ed amarlo, per paura che le fate facessero del male al loro vero bambino o, peggio, non lo riportassero mai indietro.
Alcuni credono che l’origine del mito del Cangiante derivi da un angolo molto oscuro della mente, che si azionava quando sussisteva un problema che non si riusciva a comprendere o risolvere, a causa della mancanza di comprensione di determinate disabilità e condizioni, come l’autismo o la malattia fisica.
Per esempio, se una famiglia non si sentiva in grado di prendersi cura di un bambino, in particolare uno che riteneva non sarebbe stato utile per loro in futuro, in quanto malato o deforme, era più facile per loro “perdere” il bambino, credendo che fosse stato rapito dalle fate, piuttosto che ammettere di aver lasciato morire il proprio figlio.
Infatti nell’epoca medioevale, l’infanticidio era un aspetto orribile ma molto reale della vita rurale, ed il fatto che esistano innumerevoli racconti sui Cangianti, indica che i genitori di questi sfortunati bambini li vedessero come una minaccia per la sopravvivenza delle loro famiglie, e quindi li facevano morire, considerando che fosse l’unico modo per salvare tutti gli altri.
Una storia del genere si può trovare in un episodio della prima stagione di “Outlander”, una serie Tv ambientata in Scozia.

Maurice Sendak

Nelle leggende irlandesi e scozzesi, un bambino fatato appariva malaticcio e non cresceva di dimensioni come un bambino normale, e poteva anche avere caratteristiche fisiche notevoli, come barba o denti lunghi.
Era descritto con un’intelligenza superiore ai suoi anni apparenti, oltre a possedere una pungente intuizione.
Inoltre un Cangiante poteva mostrare un comportamento insolito quando pensava di essere solo, come saltare, ballare o suonare uno strumento.
Ma alcune storie raccontano addirittura che il Cangiante doveva essere torturato per rivelarsi, il che portò a molti casi reali di abusi sui minori.
Solo in rare occasioni i genitori furono ritenuti responsabili di questi abusi.
Uno di questi casi ebbe luogo nel 1690 a Gotland, in Svezia, dove una coppia fu processata dopo aver lasciato il proprio bambino di 10 anni su un mucchio di letame, durante la notte della vigilia di Natale.
Il bambino era malato e non cresceva correttamente e la coppia, credendo che fosse un Cangiante sperava che, lasciandolo in un posto simile gli elfi, che presumibilmente avevano rubato il loro bambino originale, li avrebbero scambiati di nuovo.
Invece, il bambino morì per esposizione al gelo.
In alcune storie, come il racconto islandese “The Changeling Who Stretched“, che racconta di un ragazzo che crebbe rapidamente fino a diventare adulto, i Cangianti non erano affatto bambini fatati, ma piuttosto fate adulte che assumevano la forma di un bambino, per poter convincere i genitori che il loro bambino fosse un Cangiante, e quindi a temerlo.
Nel 1826, ci fu un caso inquietante di un’anziana donna irlandese di nome Ann Roche, la quale si stava prendendo cura del nipote di quattro anni, Michael Leahy, che non era in grado di camminare o dormire ma, all’improvviso, lo annegò in un fiume, presumibilmente credendo che l bambino fosse “incantato dalle fate“.
Al processo per il suo omicidio, la donna disse di aver annegato il bambino “per mettere fuori gioco la fata“, credendo che lo avrebbe curato e…fu dichiarata NON COLPEVOLE.

The Changeling by Arthur Rackham

Nel folklore scozzese, i bambini rapiti potevano sostituire i Cangianti nel tributo dovuto dalle fate al diavolo ogni sette anni, come narrato nella ballata Tam Lin e in quella di Thomas the Rhymer.
Secondo altri miti scozzesi, un bambino nato con un “caul” ovvero con una parte della membrana amniotica sul viso, era un Cangiante di nascita fatata e presto sarebbe morto.
Altre storie affermano, che il latte umano era necessario per la sopravvivenza dei bambini fatati, quindi o il bambino umano appena nato veniva scambiato con un bambino fatato per essere allattato dalla madre umana, oppure la madre umana veniva portata nel mondo delle fate, per allattare i piccoli fatati.
Ma, si racconta, che anche le ostetriche umane fossero necessarie per mettere al mondo i bambini delle fate.
Si narra, inoltre di Cangianti che dimenticavano di non essere umani e continuavano a vivere una vita umana, oppure che non dimenticavano, tuttavia, tornavano alla loro famiglia fatata, abbandonando quella umana senza preavviso.
Nel Medioevo, in Scandinavia si diceva che la bellezza nei bambini umani e nelle giovani donne, in particolare i tratti che evocano luminosità o riflessi, come i capelli biondi e gli occhi azzurri o argentati, attirassero le fate, poiché forse trovano preziosità in questi tratti.

Mên-an-Tol-Ph. Logga Wiggler on Pixabay

In Cornovaglia, ci sono alcune pietre chiamate Mên-an-Tol, le quali hanno un guardiano fatato o un folletto, che può praticare cure miracolose.
Si racconta che un bambino Cangiante sia stato fatto passare attraverso una di quelle pietre, affinché restituisse alla madre il suo vero figlio, che i folletti malvagi avevano scambiato, in quanto solo le pietre erano in grado di invertire il loro incantesimo.
In Germania, i Cangianti si chiamavano Wechselbalg, Wechselkind, Kielkopf o Dickkopf (in riferimento agli enormi colli e teste di questi Mutaforma).
Qui esistevano diversi metodi per identificare un Cangiante e quindi farsi restituire il bambino reale:
confondere il Cangiante cuocendo o preparando la birra nei gusci d’uovo.
Questo costringeva il Mutaforma a parlare, rivendicando la sua vera età, rivelando la sua provenienza;

tentare di bruciare il Cangiante nel forno, cercando di fargli dire la verità;
colpirlo o frustarlo.
Una volta scoperta la sua reale natura fatata, l’essere doveva  essere nutrito con il latte di una donna, prima di sostituire i bambini.
Nel folklore tedesco, inoltre, si parla anche di diversi possibili genitori, noti per i cangianti:
il diavolo, credenza condivisa da Martin Lutero che, per questo motivo, sosteneva l’uccisione dei Cangianti;
una nana femmina;
uno Spirito dell’acqua;
una Roggenmuhme o Roggenmutter (donna demoniaca che vive nei campi di grano e ruba bambini umani).

Arthur Rackham

In Polonia c’era il Mamuna o Boginki, uno spirito che scambiava i bambini nella culla.
Questi Cangianti avevano un addome anormalmente grande, una testa insolitamente piccola o grande, una gobba, braccia e gambe sottili, un corpo peloso e lunghi artigli.
Inoltre, i Cangianti Mamuna mettevano la loro prima serie di denti prematuramente rispetto a un bambino umano.
Le madri, per proteggere il proprio figlio dal rapimento della Mamuna, legavano un nastro rosso attorno al polso del bambino, gli metteva un cappello rosso in testa e lo teneva lontano dalla luce della luna.
Altri metodi preventivi includevano il non lavare i pannolini dopo il tramonto, e il non voltare mai la testa dal bambino mentre dormiva.
Tuttavia, se un bambino veniva rapito dalla Mamuna, si poteva costringerla a restituirlo, portando il Cangiante in un letamaio, frustandolo con un bastoncino di Betulla e versandogli sopra dell’acqua da un guscio d’uovo, il tutto gridando:
Prendi il tuo; restituiscimi il mio“.
In genere, il Mamuna si dispiaceva per il proprio figlio e lo restituiva alla madre.

Mamuna

In Galles, il bambino Cangiante inizialmente assomigliava a quello umano sostituito, ma gradualmente diventava più brutto nell’aspetto e nel comportamento: malformato, con un cattivo carattere, che urlava e mordeva.
Poteva anche essere meno intelligente del solito, oppure essere ugualmente identificabile per via della sua saggezza ed astuzia tipica di un adulto.
Il modo più comune impiegato per identificare un Cangiante era cucinare un pasto in un guscio d’uovo, cosa che avrebbe fatto esclamare al bambino: “Ho visto la ghianda prima della quercia, ma non ho mai visto qualcosa di simile” e poi sarebbe svanito, per essere sostituito dal bambino umano originale.
In alternativa, o in seguito a questa identificazione, sarebbe stato necessario maltrattare il Cangiante mettendolo in un forno caldo, tenendolo in una pala sopra un fuoco caldo, o bagnandolo in una soluzione di Digitale.
In Irlanda, guardare un bambino con invidia, ovvero “guardare oltre il bambino“, era pericoloso, poiché metteva in pericolo il piccolo, che allora era in potere delle fate.
Così come era pericoloso anche ammirare o invidiare una donna (soprattutto neo sposa o neo mamma) o un uomo, naturalmente belli, a meno che la persona non aggiungesse una benedizione.
Varie leggende descrivono modi per sventare un’aspirante fata rapitrice, per esempio gridando: “Gairim agus coisricim thú” (Ti benedico) o “Dio ti benedica“, che avrebbe indotto la fata ad abbandonare il bambino che stava cercando di rubare.
Un’altra possibile tattica era quella di inserirsi in una discussione su chi avrebbe tenuto il bambino, urlando alla fata: “a me“, cosa che l’avrebbe indotta a restituire il bambino umano.
I Cangianti, in alcuni casi, non erano considerati bambini fatati sostituti, ma piuttosto vecchie fate portate nel mondo umano per morire.
Il nome Siofra, dato oggi alle ragazze irlandesi, significa “bambino elfico o cangiante”, e deriva da Síobhra che significa fata .
La credenza nei Cangianti resistette in alcune parti dell’Irlanda fino al 1895, quando Bridget Cleary fu uccisa dal marito che la credeva una Cangiante, per costringere le fate a restituire la sua “vera” moglie.

Leggenda di S. Stefano by Martino di Bartolomeo, in cui il diavolo rapisce un bambino e lascia al suo posto un Cangiante

In generale, esistevano dei modi per tenere lontane le fate dalle culle dei neonati, come un cappotto rovesciato o forbici di ferro aperte, lasciate dove dormiva il bambino, che si pensava le allontanasse; altre misure includevano una costante sorveglianza sul piccolo.
Ma quando veniva rapito un adulto al posto di un bambino, al posto dell’umano rubato veniva lasciato un oggetto, come un tronco incantato con le sembianze della persona rapita.
Quest’oggetto al posto dell’umano poteva ammalarsi e morire, essere sepolto dalla famiglia umana, mentre l’umano vivente continuava a vivere tra le fate.


Vi lascio con una bella leggenda sui Mutaforma, raccontata dai Fratelli Grimm.
Nel 1580, in un campo vicino a Breslavia, in Germania, c’era un nobile che, ogni estate, richiedeva ai suoi sudditi di raccogliere il suo grande raccolto di fieno.
Nessuno era esentato da questo lavoro manuale, nemmeno una neomamma, che aveva partorito il suo primo figlio appena una settimana prima.
Non potendo fare altrimenti, la giovane madre portò con sé il neonato nel campo del nobile e si mise al lavoro, deponendo il bambino in un piccolo fazzoletto d’erba.
Quando più tardi tornò ad allattare il bambino, questi iniziò a ululare in modo disumano e le morse il seno con tanta forza e avidità, che la donna gridò di dolore.
Il piccolo non assomigliava per niente al bambino che conosceva, ma la mamma tornò a casa e lo tenne con sé per diversi giorni, tollerando nel frattempo il suo comportamento disgustoso, finché non riuscì più a sopportarlo.
Si rivolse al nobile per chiedere aiuto, e lui le disse: “Donna, se pensi che questo non sia tuo figlio, allora fai questa cosa. Portalo nel prato dove hai lasciato il tuo bambino precedente e battilo forte con un bastoncino di Betulla. Allora sarai testimone di un miracolo”.
La donna fece come le era stato detto e picchiò il bambino con un bastoncino, finché non iniziò ad urlare.
Fu allora che le apparve il Diavolo, tenendo in braccio il suo bambino rubato, e le disse: “Ecco, ce l’hai!”
E portò via il suo demoniaco figlio.

Fate attenzione…

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