Vicia è un genere di piante appartenente alla famiglia delle Fabaceae, che comprende oltre 200 specie, di cui le più famose sono Vicia lens (Lenticchia) e Vicia faba (Fava).
Molto comune nei campi di tutta l’Italia, è la Veccia dolce (Vicia sativa), che presenta steli cavi, quadrangolari, da glabri a scarsamente pelosi, che possono raggiungere i due metri di lunghezza; piccole foglie lanceolate con punte aghiformi e fiori zigomorfi di colore rosa-lilla e violetto, raramente bianchi.
La Veccia dolce, dopo la fioritura, produce un baccello oblungo e compreso, che contiene i semi con margini cigliati, leggermente compressi e lisci, di colore bruno-scuro o nerastri a maturazione.
Essi sono molto amati dagli uccelli.
Vicia: dal latino “vincire” = “legare”, con riferimento ai viticci.
Sativa: dal latino “satum” = “seminato, piantato”.

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Altri nomi: Veccia comune, Farchio, Cesarella, Vece, Tara, Rudia, Vessia, Vizia, Vesce cultivée, Poisette, Futter-Wicke, Vetch, Common vetch, Garden vetch, Tare, Veza, Alverja, Garrobilla.
Naturalizzata in tutto il Mondo, tranne nell’Artico e in Antartide, è coltivata a causa della sua tolleranza alla siccità, in alcune zone come Australia, Cina ed Etiopia come concime verde, foraggio per il bestiame o coltura di rotazione.
La Veccia comune fa parte da tempo della dieta umana, come attestano i resti carbonizzati rinvenuti nei primi siti neolitici in Siria, Turchia, Bulgaria, Ungheria e Slovacchia.
È stata segnalata anche in siti predinastici dell’antico Egitto e in diversi siti dell’Età del bronzo in Turkmenia e Slovacchia.
Tuttavia, prove certe della successiva coltivazione della Veccia sono disponibili solo per l’epoca romana.
Columella, uno scienziato e scrittore dell’antica Roma del I secolo a.C, citava l’uso della Veccia dolce per l’alimentazione del pollame (galline e piccioni) e come foraggio e concime verde, insieme ad altri legumi come l’Erba medica ed il Fieno greco.

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Nello stesso periodo, Plinio il Vecchio affermava che l’utilizzo della Veccia avrebbe migliorato la fertilità del suolo, dando indicazioni sui tempi di semina in funzione dell’utilizzo finale, compreso l’utilizzo a maggese, in quanto miglior mangime per i buoi.
Nel XVI secolo, Juan de Járava, medico e scrittore spagnolo, scrisse che questa specie si trovava tra i cereali e che poteva essere mangiata come lenticchie, anche se non aveva un buon sapore.
In questo secolo la Veccia viaggiò verso il Nuovo Mondo e, nel XIX secolo, fu introdotta in Argentina da immigrati italiani (coloni) che la resero un noto foraggio.
In tempi di carestia, la Veccia comune è stata utilizzata come componente della farina per fare il pane.
I semi della Veccia contengono una neurotossina, con effetti gravemente tossici se eventualmente consumati crudi.
La farina di semi e l’estratto vegetale sono tradizionalmente utilizzati come antiveleni ed antisettici, come antiasmatici e stimolanti respiratori nella bronchite, come trattamento reumatico ed antipiretico, antiacne ed antibatterica.

Vicia cracca-Ph. LittleThought on Pixabay
Una specie molto bella è la Veccia montanina (Vicia cracca), anch’essa presente in tutta Italia, negli incolti, lungo scarpate o nelle siepi, dal livello del mare alla fascia montana.
Cracca: è il nome specifico usato dagli antichi Romani per piante di questo genere.
E’ conosciuta anche come: Cracca, Vessa, Zizzania, Tufted vetch, Cow vetch, Bird vetch, Blue vetch, Boreal vetch, Vogel-Wicke, Vesce craque, Arveja silvestre, Algarrobilla de monte.
E’ una pianta con steli rampicanti che crescono fino a 150 cm e foglie pennate dalle cui punte crescono viticci ramificati simili a cappi che, quando entrano in contatto con un’altra pianta si fissano saldamente, causando spesso lo strangolamento di quelle più piccole.
Durante il periodo di fioritura, dalla tarda primavera alla fine dell’estate, la Veccia montanina produce dall’ascella delle foglie, racemi fioriti unilaterali, che ricadono a cascata a forma di fiore di pisello di colore dal porpora al viola.
I fiori sono per lo più visitati dai bombi e, quando cadono, iniziano a formarsi minuscoli baccelli verde brillante, che contengono semi simili a quelli del pisello.
La Veccia montanina è ampiamente utilizzata come coltura foraggera per il bestiame, ed è benefica per altre piante perché, come altre leguminose, arricchisce il terreno in cui cresce con le sue proprietà fissative dell’azoto.
La pianta può essere utilizzata anche per frenare l’erosione.
I proprietari di uccelli domestici, come i pappagallini, spesso usano la Veccia montanina come alimento nutriente.

Vicia peregrina-Ph. Krzysztof Ziarnek, Kenraiz-Wikipedia
La Veccia smussata (Vicia peregrina) è una pianta alta fino a 60 cm. di origine asiatica, e cresce nelle macchie, nei boschi, nei prati sassosi in tutta Italia.
Presenta piccole e sottili foglie verdi, fiori violacei o bianchi (raramente) e semi racchiusi in baccelli.
“Peregrina” dal latino, “pellegrina, straniera”.
Altri nomi: Filu niuru, Vezzol, Vesce voyageuse, Wandering vetch.

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Nel «Linguaggio vittoriano dei fiori», questa pianta significa “Successo per te“.
Nel XVIII-XIX secolo, la Veccia veniva offerta a persone di successo legate all’arte, a coloro che erano veramente alla ricerca di riconoscimento.
Il colore viola intenso del fiore rappresenta la spiritualità, l’aura e l’anima e riflette un’arte romantica, poiché è alla ricerca di un significato alla vita, ma allo stesso tempo cerca un perfetto equilibrio tra spiritualità e successo nella carriera, oltre al riconoscimento nelle arti.
Nel Feng shui, la Veccia è dominata dall’elemento “Legno”, e incarna resistenza ed adattamento, aiutandoti a superare le avversità della vita con forza incrollabile.
La Veccia favorisce la crescita in tutte le dimensioni della tua vita.
Come manifestazione dello “Zhen Qi”, rivitalizza l’energia stagnante, per promuovere lo sviluppo.

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