Home CURIOSITA' TRADIZIONE FERI, LE COSE DELLA MAGIA…

TRADIZIONE FERI, LE COSE DELLA MAGIA…

Scritto da MadameBlatt

“La nostra Arte ha molte forme di rituali e cerimonie in tutto il mondo.
Non possiamo ignorare i principi basilari di ciò che chiamiamo magia e religione
più di quanto non possiamo ignorare le leggi della fisica e della chimica,
per quanto diversi siano il linguaggio e l’attrezzatura di laboratorio.”
—Cora Anderson–

Feri (o Faerie, Faery, Fairy) è una tradizione neopagana americana legata alla Stregoneria, fondata nella costa occidentale degli Stati Uniti tra gli anni ’50 e ’60 da Victor Henry Anderson e sua moglie Cora.
La coppia si era sposata nel 1944, affermando di essersi incontrati molte volte prima di farlo, nel Regno astrale, un luogo metafisico in cui la dimensione spirituale superiore si abbassa di livello, tramutandosi in energia psichica, in pratica una sorta di limbo situato tra il mondo dello spirito e quello terrestre.
Fin dall’infanzia, Cora era stata esposta alle pratiche di magia popolare, quindi non era neofita sull’argomento.

by martavalentinyi on Pixabay

Victor, invece raccontava che, da piccolo, aveva trovato una donna minuscola e bruna nei boschi vicino a casa sua in Oregon, seduta nuda in cerchio, circondata da diverse ciotole di ottone piene di varie erbe.
Era stato attirato fuori da casa, dal suono dei tamburi e la donna gli disse che era una strega, lo accolse nel cerchio e lui, istintivamente, si spogliò e fu iniziato sessualmente.
Dopodiché, gli fece avere una visione, in cui lui poteva vedere perfettamente nonostante fosse quasi totalmente al buio, e dove la donna divenne la Dea posta in alto in un brillante cielo tropicale pieno di stelle.
La luna era verde e lui era consapevole dei suoni e degli odori della giungla attorno a lui, dalla quale emerse un uomo bellissimo, nudo, effeminato e tuttavia potente, col suo fallo eretto, aveva le corna e una fiamma blu si irradiava dalla sua testa.
Dopo alcune comunicazioni da parte degli spiriti, la visione svanì e la donna lo istruì nell’uso rituale delle diverse erbe e tisane che li circondavano, lo lavò con burro, olio e sale e gli disse anche, che avrebbe dovuto essere paziente, perché alla fine sarebbe stato trovato da altri come lui, e poi proseguì per la sua strada.

by darksouls1 on Pixabay

Quando gli Anderson si sposarono, da subito iniziarono a praticare alcuni rituali, erigendo un altare in casa, chiamando il figlio con un nome ricevuto in sogno, dedicandosi agli Dei, ecc.
Victor, per un certo periodo di tempo, ebbe contatti con Gerald Gardner (creatore del Libro delle Ombre ed esponente della Rede Wicca) dal quale, si pensa, che egli trasse una sorta di “guida di stile” per lo sviluppo della sua tradizione di Stregoneria neopagana.
Negli anni ’60, gli Anderson fondarono una congrega, chiamandola Māhealani, dalla parola hawaiana “Luna piena”, avviandovi un certo numero di persone, tra cui Gwydion Pendderwen, esperto di Esoterismo.
Questi contribuì allo sviluppo di quella che divenne nota in seguito come tradizione Feri, quindi in un certo senso ne fu un cofondatore, insieme con gli Anderson.
Dopo vari tentativi, chiusure e nuove fondazioni, durante i successivi quattro decenni, gli Anderson iniziarono alla loro tradizione Feri circa trenta persone, dove lo stesso Anderson era considerato il “maestro fondatore” e la “voce seminale”.
Ma, in realtà, sembra che egli si considerasse un “Gran Maestro e un capo delle fate”.
Egli era la voce originale di Feri e diede inizio ad alcuni dei luminari pagani più influenti nel movimento della Stregoneria di oggi.
Inizialmente il nome originale di questa tradizione era Vicia ed il nome Fairy (Fata) si sovrappose ad esso in modo quasi accidentale, in quanto si usava spesso quella parola, parlando degli spiriti della natura e della magia celtica.

All’inizio, gli adepti scrivevano alternativamente il nome della tradizione come Fairy, Faery o Faerie, ma Anderson iniziò ad usare Feri durante gli anni ’90, per differenziarlo più facilmente da altre tradizioni Wiccan con nomi uguali o simili.
Sua moglie invece affermava che Feri fosse un nome originale, che significava “le cose della magia“.

by a_scarcy on Pixabay

Feri è principalmente una tradizione orale, non esiste un modo “ufficiale” di tramandarla scrivendone.
Feri è davvero paradossale, non ci sono molte regole su rituali e pratiche, non esiste quasi nemmeno un insieme di regole etiche solide ed intellettualizzate.
La tradizione Feri cerca di trasformare l’individuo attraverso pratiche di magia rituale, meditazione e lavoro energetico, traendo potere da varie culture e dai loro sistemi magici, incluso Huna, Evocazioni, Hoodoo, Voodoo, Tantra, Folclore celtico, Misticismo cristiano, Mitologia Yezidi, Gnosi greca, ecc.
Quindi integra la magia ed i misteri delle culture antiche e in evoluzione nel suo ricco arazzo spirituale, attraverso l’esperienza diretta, mentre gli aderenti includono praticanti dedicati e persone iniziate ritualmente ai suoi misteri.
I praticanti la descrivono come una tradizione estatica, che pone molta enfasi sull’esperienza sensuale e sulla consapevolezza, compreso il misticismo sessuale, che non si limita all’espressione eterosessuale.
Anche se alcune persone la confondono ancora con i Radical Faeries, non è specificamente una “tradizione gay”, in quanto vengono onorati allo stesso modo tutti i generi e gli orientamenti sessuali.
La tradizione, fondamentalmente relazionale, afferma la natura erotica dell’essere in tutte le cose, in particolare nell’ecosistema interdipendente di cui gli esseri umani fanno parte.
La forza vitale nelle sue pratiche nasce dall’amore e dal desiderio tra Sé e l’Altro, che sono parte l’uno dell’altro, riflessi di una nascita divina e santa.
Feri afferma che l’Universo non abbia avuto inizio con parole o comandamenti, bensì facendo l’amore, pertanto onora questo modo di essere non solo nelle pratiche apertamente spirituali, ma in ogni respiro e momento della vita degli adepti.

by Dieter_G on Pixabay

I principi base della Tradizione Feri sono:

1–Uguaglianza tra gli Iniziati: Nessun Iniziato Feri ha autorità su un altro. L’insegnante o un tutore possono sentirsi protettivi e desiderare guidare il nuovo Iniziato, ma ciò deve essere fatto riconoscendolo come loro pari. Ogni Iniziato è autonomo e libero, legato agli altri Iniziati solo dall’amore.

2–Rapporti reciproci e consensuali: nel mito della Creazione, la Dea delle Stelle guarda nello specchio dello spazio dicendo che, ciò che sperimentiamo è il nostro riflesso. La frase: “Fai agli altri quello che vorresti fatto a te” dimostra che la reciprocità è la base di tutte le interazioni autentiche. Inoltre mostra che l’amore per l’altro scaturisce dal sentimento d’amore interiore, che l’amore e il desiderio di unirsi all’amore sono santi. Il sesso è sacro di per sé e, naturalmente, deve essere assolutamente consensuale, altrimenti non sarà espressione di amore, ma di potere. La predazione sessuale è la peggiore forma di violazione contro l’umanità e viene condannata vigorosamente. Quando è consensuale, il sesso deve essere celebrato come un atto divino ed in tutte le sue forme.

3–Rapporti comunitari etici: Bisogna rispettare tutti i ricercatori e gli studenti, così come tutti gli Iniziati, in quanto figli della Dea delle Stelle, quindi è necessario trattare tutti i soggetti coinvolti con tatto, cortesia e cura. Insegnare richiede molto lavoro, e qualche insegnante potrebbe ritenere che gli debba spettare un compenso. Ma gli Anderson non hanno mai richiesto alcuna forma di pagamento, manodopera o altro compenso per il loro insegnamento, per cui il miglior “pagamento” che un insegnante possa ricevere, dovrebbe essere che lo studente si eserciti bene e poi si assicuri che gli insegnamenti vengano trasmessi correttamente. Questo è l’unico scambio energetico necessario per una sana relazione insegnante/studente, così da trasmettere il beneficio che è stato donato gratuitamente all’insegnante.

4–Responsabilità nell’insegnamento: L’autoritarismo non è necessariamente inerente alla gerarchia, perché facilmente può generare paura che, con il conseguente desiderio di controllare l’altro, può portare a complessi di superiorità/inferiorità, che possono interferire con relazioni sane. Nelle strutture gerarchiche della congrega, l’insegnante governa il cerchio, ma deve sempre comprendere il valore dei propri studenti, non per le loro capacità, ma per quello che sono. Se l’insegnante non riconosce il valore intrinseco dello studente fin dall’inizio della formazione, in seguito non accetterà mai pienamente la sua parità: si è tutti uguali, anche se non si posseggono uguali livelli di abilità o conoscenza.

5–Ospitalità: Il modo in cui si trattano gli altri è racchiuso nella propria ospitalità, o nella sua mancanza, per cui riflette ciò che si ha nel proprio cuore. Essere consapevoli nell’accogliere gli ospiti e nel prendersi cura delle loro esigenze aiuta a creare calore e rispetto tra tutte le persone della casa, siano esse nuove arrivate o vecchi amici, giocando anche un ruolo importante nei luoghi pubblici, fisici o elettronici.

6– Trattamento rispettoso delle opere creative: Gli Iniziati Feri ed i loro studenti hanno responsabilità nei confronti degli altri Iniziati, riguardo ai loro contributi originali alla tradizione, come rituali, poesia e liturgia. Per esempio, divulgare senza permesso del materiale ricevuto in via confidenziale da un altro adepto, equivale a rubare il lavoro creativo di questa persona. Inoltre, a causa di questa violazione della fiducia, i materiali formativi tradizionali che richiedono un contesto ed una guida individuale, diventano così di dominio pubblico, e possono essere facilmente fraintesi, sfruttati o utilizzati in modo non etico.

by NDV on Pixabay

Naturalmente questi sono solo alcuni dei principi Feri, che oggi è una tradizione mondiale, con la maggior parte dei suoi aderenti che risiede ancora sulla costa occidentale dell’America.
Essa ha avuto un enorme impatto sull’insegnamento e la visione particolarmente “aperta”, che deve aver dato ai suoi studenti.
Nonostante ciò, non tutti conoscono la Tradizione Feri, non tutti sono consapevoli delle innumerevoli sue connessioni o di quanta gratitudine possa esser scaturita da questo tesoro vivente, quanto le dovremmo tutti noi, spesso sembra una storia ai margini.

by geralt on Pixabay

Ma soprattutto, Feri è una pratica per persone ribelli, intese come insofferenti di ogni autorità, soggezione ed imposizione negativa.
Ribelli che insorgono contro gli oppressori, l’ipocrisia, l’ingiustizia e la mancanza di libertà.
Non si possono stabilire regole per i ribelli.
Si dice che gli Iniziati Feri abbiano un certo luccichio negli occhi o un profumo che li rende riconoscibili.
Potrebbe essere vero…

“Essere Feri significa essere una brava persona”
–Cora Anderson–

You may also like

MadameBlatt.it
“La speranza è il tappeto magico che ci trasporta dal momento presente nel regno delle infinite possibilità” (H. J. Brown)

Per offrirti una migliore esperienza di navigazione online questo sito web usa dei cookie, propri e di terze parti. Continuando a navigare sul sito acconsenti all’utilizzo dei cookie. Scopri di più sull’uso dei cookie e sulla possibilità di modificarne le impostazioni o negare il consenso. Accetta Maggiori informazioni