L’Aspraggine (Picris hieracioides) appartiene alla famiglia delle Composite.
Di origine euroasiatica, si trova dalle pianure alla zona sub-montana, nei campi, nei vigneti e oliveti, predilige terreni secchi, bordi di strade e ferrovie, lungo i filari delle viti.
Il fusto spigoloso, è ricco di peli uncinati come le foglie, e presenta fiori gialli, striati di rossiccio esternamente.

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Il nome “Picris” deriva dal termine greco e significa ‘amaro’, per il sapore del lattice bianco che sgorga dal fusto spezzato; “hyeracioides” deriva dalla somiglianza con lo Hyeracium, altra composita a fiori gialli.
Altri nomi sono: Lattaiola (in riferimento al lattice), Lingua di Falco, Erba masina, Picride, Hawkweed oxtongue, Parracas, Gewöhnliches Bitterkraut, Picride fausse épervière.
L’epiteto che si riferisce al Falco, deriva dai tempi in cui era praticata la falconeria.

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Secondo gli antichi, i falchi portavano i loro piccoli a mangiare l’Aspraggine, affinchè il suo lattice facesse loro acquisire acutezza alla vista.
Quindi, in tutta Europa le persone consumavano Aspraggine, per ottenere una vista acuta come quella dei falchi.
I Greci consideravano l’Aspraggine una pianta sacra, in quanto dedicata all’uso di un uccello, il falco, che ritenevano sacro. Inoltre, le sue foglie, oltre ad essere considerate buone per rafforzare la vista, erano ritenute efficaci contro i morsi di serpenti e scorpioni.

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L’Aspraggine è un’erba amara che, nonostante l’aspetto poco invitante per la sua scabrosità, in passato veniva consumata bollita o sott’aceto.
Anche oggi viene consumata cotta insieme ad altre erbe, ottima anche lessata insieme con le patate.
Un altro modo appetitoso di cucinarla è quello di ripassarla al tegame, una volta lessata, con aglio e olio.
Le foglie fresche si consumano in insalata.

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