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ANGURIA, IL FRUTTO DEGLI ANGELI

Scritto da MadameBlatt

“Assaggia l’anguria e capirai cosa mangiano gli angeli”
-Mark Twain-

by Prawny on Pixabay

Citrullus è un genere di piante appartenenti alla famiglia delle Cucurbitaceae, di cui conosciamo bene ed apprezziamo la specie Citrullus lanatus, ovvero il Cocomero, o Anguria, o Melone d’acqua.
Essa è una pianta a ciclo vegetativo annuale, originariamente proveniente dall’Africa tropicale, arrivata in Europa nei primi secoli dopo il 1000, al tempo delle Crociate.
Il nome Citrullus è un diminutivo moderno derivante dal latino “citrus” = “cedro”, col significato di “giallo-arancio”.
L’epiteto “lanatus” è un termine sbagliato, in quanto si riferisce alle parti lanose della pianta giovane del Melone cedro, che cresce nell’Africa meridionale, candidato popolare per l’antico antenato dell’Anguria.
Cocomero deriva dal latino “cucumis” = “cetriolo”.
Anguria invece dal greco “angoúrion” = “cetriolo selvatico”.
Melone d’acqua, dal francese “melon d’eau”, a sua volta derivante dal latino “melone”.

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Altri nomi regionali o internazionali sono: Pateca, Sarginiscu, Zipangolo, Pizzitangulu, Citrone, Sindria, Sindiyya, Sandia, Baṭīḫa, Zipangu, Watermelon.
Esistono più di 1300 cultivar di Anguria, di peso, colore e sapore variabile.
Il frutto che noi mangiamo è una falsa bacca molto massiccia, con la buccia liscia di colore verde e strisce/chiazze più chiare, o gialle o bianche.
All’interno, la polpa è rossa, ma anche gialla, arancione o bianca, con semi di colore variabile e contiene oltre il 90% di acqua.

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Anticamente, l’Anguria era solitamente deposta nelle tombe dei faraoni come mezzo di sostentamento per la vita nell’aldilà, ma ancora oggi è considerata quasi un elisir di lunga vita, per la notevole quantità di antiossidanti che contiene.
Grazie alla sua composizione, l’Anguria è un frutto fortemente ipocalorico ed è adatto alla stagione estiva per la sua capacità dissetante.
Ottima per gelati, dolci, bevande, macedonie e marmellate, questo frutto può essere utilizzato anche in cosmesi: la polpa, infatti, è ottima per preparare maschere idratanti e con il suo succo si preparano lozioni utili ad ammorbidire la pelle.

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Uno studio, condotto dagli scienziati dell’Università di Tokyo, ha recentemente provato l’efficacia del licopene contenuto nell’Anguria (il più comune pigmento rosso che si trova negli alimenti come pomodoro, anguria, albicocche, arance e pompelmo rosa, considerato precursore della vitamina A) nel proteggere i polmoni dei fumatori o di chi vive in città industriali, la cui aria è inquinata da sostanze tossiche.
I semi NON vanno ingeriti (hanno un alto potere lassativo) ma sputati.
Si può provare a graffiare via un po’ di buccia con un’unghia: se si stacca facilmente, il Cocomero è maturo al punto giusto.
In alcune culture, si ritiene che l’Anguria abbia proprietà che aumentano la fertilità, grazie al suo alto contenuto d’acqua, che aumenta la quantità di liquido amniotico nelle donne in gravidanza; mentre il suo alto contenuto nutrizionale sostiene lo sviluppo del feto.
Inoltre, i semi vengono tostati e mangiati per aumentare la fertilità e la potenza sessuale degli uomini.
Sull’Anguria esistono diverse leggende tra cui una vietnamita, che spiega l’origine di questo frutto e sostiene la virtù dell’indipendenza, nel non fare affidamento sugli altri.
È una virtù necessaria e preziosa per ogni essere umano e dovrebbe essere ancora rispettata nella società moderna.

Leggenda di Mai An Tiem

La leggenda dell’Anguria in Vietnam
Tanto tempo fa, durante il diciottesimo periodo di re Hung, c’era un uomo di nome Mai An Tiem, il quale era agile, intraprendente e laborioso, quindi era amato dal re e riceveva da lui molte cose buone e particolari.
Di solito, quando le persone ricevevano doni dal re, tutti lo amavano e lodavano, ma An Tiem disse:
– Ciò che guadagniamo è prezioso, ciò che qualcuno ci dà è debito.
L’uomo lavorava sempre sodo e non si aspettava, né desiderava, di ricevere l’aiuto del re.
Malevoli funzionari riportarono al re le parole di Mai An Tiem, e il sovrano si arrabbiò tantissimo, pensando che Mai An Tiem fosse una persona orgogliosa ed ingrata.
Disse: “Voglio vedere, se egli dipenderà solo dalle sue forze, sopravviverà?”.
Quindi disse ai soldati di arrestare Mai An Tiem, per poi deportarlo con tutta la sua famiglia su un’isola deserta.
Durante il viaggio, l’intera famiglia di Mai An Tiem galleggiava nel mare giorno dopo giorno, ed alla fine si fermò su una strana isola.
La moglie di Mai An Tiem pianse e gridò: Perché sono così infelice? Non avremmo dovuto far arrabbiare il re!
Mai An Tiem confortò sua moglie: Dio ci ha generati, per vivere e morire facendo affidamento su lui e su noi stessi. Solo con queste mani, non avremo paura della fame.
L’uomo, dopo qualche giorno scoprì uno stormo di uccelli provenienti da ovest, atterrati sulla riva dell’isola, che stavano mangiando una specie di seme nero.
Mai An Tiem pensava: “Se gli uccelli possono mangiare questi semi, anche gli esseri umani possono mangiarli!”.
Quindi, raccolse immediatamente tutti i semi e li piantò nel terreno.
Giorno dopo giorno, Mai An Tiem cercò di fertilizzare il suo giardino, il quale ben presto divenne rigoglioso.
Le piante fiorirono e fruttificarono bene e, al momento del raccolto, Mai An Tiem, sua moglie ed i suoi figli portarono a casa tutti i frutti maturi.
Essi erano di colore verde scuro e, quando venivano spaccati, l’interno era rosso vivo, succoso ed aveva anche semi neri.
An Tiem provò ad assaggiarne uno, sentendo che era dolce e fresco.
Un giorno, una barca incontrò una tempesta ed andò sull’isola di An Tiem per trovare riparo.
Tutti gli uomini scesero a terra, videro molti frutti strani, che sembravano deliziosi, e si affrettarono a scambiare il loro cibo con la famiglia di An Tiem.
Da lì si sparse la voce che su quell’isola ci fosse un frutto molto delizioso e le navi mercantili si fermavano alacremente per scambiare cibo con la famiglia An Tiem, per assaggiare questo meraviglioso frutto.
Grazie a ciò, la piccola famiglia di An Tiem divenne sempre più ricca.
Un giorno, qualcuno offrì al re uno strano frutto e il sovrano, dopo averlo assaggiato, chiese informazioni sulla sua origine, venendo a sapere che era stato coltivato da An Tiem sull’isola deserta.
Il re, capendo di essersi sbagliato sulle qualità dell’uomo, mandò immediatamente una barca per far tornare la famiglia di An Tiem. L’uomo e sua moglie si rallegrarono, raccolsero tutte le Angurie mature ed i semi da portare a casa, che vennero poi distribuiti agli abitanti del regno, insegnandogli come piantarli.
Oggi le Angurie sono associate al capodanno in Vietnam, chiamato il festival del Tet, in cui la gente mangia semi di Anguria arrostiti.

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La leggenda dell’Anguria nelle Filippine
Gli Spagnoli rimasero nelle Filippine per circa trecento anni, con l’intenzione di conquistare queste terre.
Per fare ciò, gli Spagnoli utilizzavano lo strumento del Cattolicesimo, e la prima messa fu celebrata a Limasawa, da un prete spagnolo di nome Padre Novelles.
Egli cercò di convertire i nativi alla religione cattolica, ma prima studiò il loro dialetto per comunicare bene.
Poiché gli indigeni adoravano le loro divinità da molto tempo, fu difficile per Padre Novelles convincerli ma, imperterrito, divenne più diligente nell’insegnare la vita e gli insegnamenti di Cristo.
Questo prete missionario fu talmente bravo, che molti si convertirono al Cattolicesimo.
Ma, anche se molti avevano già iniziato a seguire i suoi insegnamenti, c’era ancora una città che era cieca e sorda che adorava ancora le divinità, soprattutto la città governata da Diliwariw.
Questo sovrano tribale non voleva seguire gli insegnamenti del Cattolicesimo e, poiché era tanto furioso, chiese al suo popolo di catturare il missionario che predicava.
Padre Novelles fu catturato, dovette portare una croce, così come predicava parlando della sua religione,e fu inchiodato su di essa sui monti Caraballo.
Ciò spezzò il cuore agli indigeni convertiti, soprattutto quando, con il calore sfrigolante del sole, il missionario perse la sua umile vita.
Proprio come con Cristo, sul sacerdote veniva usata una lancia appuntita, facendo scorrere abbondantemente il sangue dal suo petto fino al suolo, dove si trovava la base della croce.
In seguito, dopo la morte di padre Novelles, il re Diliwariw iniziò a sentirsi a disagio, e ricordò la parte degli insegnamenti del missionario, secondo cui Cristo tornò in vita il terzo giorno.
Quindi, per rassicurarsi, il terzo giorno Diliwariw tornò sul posto con il suo soldato più fidato, rimanendo scioccato in quanto il corpo senza vita, che avevano lasciato inchiodato sulla croce, non c’era più. Diliwariw con il suo soldato cadde in ginocchio, chiedendo sinceramente perdono.
E, mentre chinavano il capo con gli occhi pieni di lacrime, notarono un germoglio che cresceva a terra, esattamente nel punto in cui sgorgava il sangue del devoto sacerdote. La suddetta pianta portava un frutto liscio e tondo, che per loro era proprio come la testa del prete missionario.
Quando si aprì, il frutto aveva una polpa acquosa rossa, che sembrava il sangue del missionario.
Da allora, Diliwariw, ormai cattolico convertito, visitò sempre la montagna dove era morto il sacerdote missionario, facendo un vero e proprio voto.
E con quel voto arrivò l’accettazione di qualsiasi punizione per il suo più grande peccato, l’uccisione del sacerdote.
Naturalmente, quel frutto rosso era l’Anguria.

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La leggenda delle Zucche ed Angurie-vampiro
Secondo una particolare credenza popolare documentata da Tatomir Vukanovic in Kosovo a metà del 1900, zucche ed Angurie si animano durante le notti di Luna piena, dando vita a macabre danze che culminano con dispetti verso la popolazione. Tale trasformazione sarebbe evidenziata dalla comparsa di alcune particolari macchie simili al sangue, all’interno delle quali si troverebbero una sorta di piccoli vermi bianchi.
La trasformazione avviene se questi frutti vengono conservati per più di 10 giorni; a quel punto le zucche/anguria si avvicinano ed iniziano a scuotersi tra loro, emettendo suoni come “brrr, brrr”.
A questo punto vanno in giro per le case, cercando di fare del male alle persone, ma la gente non le teme particolarmente, perché sa che il danno che può ricevere è relativo.
Infatti, per sconfiggerle basta bollirle e ridurle in poltiglia, quindi spazzare i resti con una scopa e bruciarli.

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Spiritualmente, in molte culture l’Anguria è simbolo di abbondanza e fertilità, associate alla polpa dolce e succosa.
Si ritiene, che mangiare Anguria possa portare fortuna e prosperità.
Grazie al suo effetto rinfrescante, è anche legata al ristoro ed al ringiovanimento, in quanto si pensa che rinnovi corpo, mente ed anima.
Mangiare Anguria aumenta il desiderio e la passione, quindi è da consumare in occasioni romantiche, come San Valentino.
Essendo un frutto ricco di acqua, in molte culture è associata alla purificazione ed alla pulizia, in quanto elimina le tossine, le impurità e promuove la salute spirituale e fisica.
Il significato spirituale dell’Anguria è anche legato alla trasformazione ed al cambiamento, proprio per i suoi semi, che rappresentano il potenziale per una nuova vita.
Essi sono spesso usati nei rituali per simboleggiare la trasformazione della propria vita in positivo.

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In Esoterismo, l’Anguria è utilizzata soprattutto nelle culture africane, dove si ritiene che abbia proprietà curative e protettive, soprattutto nei semi che vengono usati nelle pratiche divinatorie.
L’Anguria allontana gli spiriti maligni e protegge la casa dall’energia negativa.
Infatti viene spesso collocata all’ingresso delle abitazioni o appesa alle pareti, per fornire protezione spirituale.
Come pratica divinatoria, i semi vengono gettati su una stuoia o su un tavolo ed interpretati in base alla loro posizione e disposizione.
Essi forniscono informazioni sul futuro ed aiutano le persone a prendere decisioni importanti.
L’Anguria può essere usata anche come strumento per la pratica della consapevolezza, la quale implica di essere pienamente presenti nel momento e prestare attenzione ai propri pensieri e sentimenti, senza pregiudizio.

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Nei sogni è spesso associata ad abbondanza, fertilità e prosperità.
Se sogni di mangiare Anguria, potrebbe rappresentare un bisogno di nutrimento o soddisfazione emotiva.
Se sogni di coltivarla o di raccoglierla, potrebbe indicare un periodo di crescita ed abbondanza nella tua vita.

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ELEMENTO: Acqua
PIANETA: Luna
SEGNO ZODIACALE ASSOCIATO: Cancro
CHAKRA: 4, Anahata (C. del Cuore)

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