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CERCIS SILIQUASTRUM, L’ALBERO DI GIUDA

Scritto da MadameBlatt

E’ un arbusto strano, un po’ inquietante, il mediterraneo Cercis siliquastrum, o Siliquastro, così denominato da Linneo perché produce frutti a forma di grossi baccelli piatti (silique), come tutte le leguminose.
Invece Cercis deriva dal greco “kerkis” = “navetta da tessitore”, a cui Teofrasto paragonò i frutti legnosi appiattiti dell’albero.
I suoi fiori rosa-violetti, molto vistosi, simili a quelli delle ginestre, e sbucano direttamente dal tronco nudo e dai rami scuri, anche i più grossi, come fossero piccole escrescenze di carne, e molto prima che arrivino le foglie.

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Chiamato comunemente l’Albero di Giuda, è’ una pianta originaria del Mediterraneo orientale, che si è poi diffusa anche sulle coste dell’Europa meridionale.
Si chiama Albero di Giuda, in quanto si racconta che vi si sia impiccato l’apostolo traditore.
Originariamente alto e forte, con bellissimi fiori bianchi, l’Albero di Giuda si sentì in colpa per avuto parte nella sua morte, quindi i rami, un tempo eleganti, si abbassarono e i fiori arrossirono e cambiarono colore per la vergogna.

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Altri dicono che i fiori rappresenterebbero le lacrime di Cristo e il loro colore la vergogna per la perfidia di Giuda.
E’ probabile che questa fama sia nata da un equivoco: il nome deriverebbe da “Albero della Giudea”, perché nell’attuale territorio dello Stato d’Israele è molto comune.
Molti altri alberi condividono il triste privilegio di essere stati prescelti dall’apostolo suicida: la Rosa canina, i cui semi in Germania sono chiamati “bacche di Giuda”; il Fico selvatico, che sarebbe il discendente dell’albero a cui si impiccò Giuda, e che da allora non riesce a portare a maturazione i suoi frutti; il Carrubo selvatico, che i Siciliani chiamano “arvulu di Giuda” o “arvulu di Giudeo”.


Come si sarà notato, ci sono molte storie associate a questo albero.
Si racconta che i marinai, che arrivarono a Costantinopoli molto prima dei Bizantini, ne facessero bollire i petali e bevessero l’infuso per scongiurare le malattie.
È stato scritto che, quando la città di Istanbul è nata nel 1453, gli Alberi di Giuda fossero in fiore e per questo motivo hanno un posto speciale nella cultura ottomana.
Infatti, i festival per celebrare la fioritura iniziarono nel XV secolo nell’Impero ottomano, chiamati giorni o raduni “Erguvan” (Albero di Giuda).
I petali viola, lavanda e rosa dell’albero di Giuda sono anche noti, perchè in passato aggiungevano colore e sapore alle insalate nella cucina tradizionale di Istanbul.

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Sulla collina della chiesa di Mélykút , in Ungheria, c’è un Albero di Giuda piantato nel 1750 dai frati francescani di Subotica, su una collina a nord della chiesa allora in costruzione, nel paese.
È un miracolo che questo albero sia ancora vivo.
La sua fioritura primaverile è ammirata da tutti ed è diventata un simbolo del paese.
Innumerevoli piantine vivono nei giardini degli abitanti di Mélykút, collegando così il passato con il presente e l’insediamento con i suoi ex abitanti in tutto il Mondo.
Anticamente, i robusti rami dell’Albero di Giuda erano intagliati in elaborati bastoni da passeggio, da parte degli Ottomani.

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Il legno dell’Albero di Giuda è utilizzato in magia, in quanto eccellente per costruire bacchette magiche, usate per complesse guarigioni e magie mentali, specialmente quando si ha a che fare con infezioni o auto-percezione negativa.

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Inoltre, è risaputo che l’Albero di Giuda sia particolarmente infestato dalle streghe, che provano un cupo piacere nel radunarsi attorno ad esso, proprio perché il discepolo traditore vi si è impiccato.
Forse sono proprio loro, le Streghe, ad aver diffuso la tradizione, che la morte coglie chiunque abbia la sfortuna di cadere sotto uno di questi alberi.

Fate attenzione…

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