RUCOLA, UN NOME PER GENERI DIVERSI
Comunemente, siamo abituati ad usare la parola Rucola, per indicare la pianta di cui utilizziamo le foglie, come accompagnamento alle insalate ma, in realtà, questo nome volgare è utilizzato per 2 diversi generi appartenenti entrambi alla famiglia delle Brassicaceae.
Originario della Macaronesia e dell’Europa meridionale, il genere Diplotaxis comprende una quarantina di specie, di cui la più famosa è la Diplotaxis tenuifolia, conosciuta comunemente come: Rucola selvatica, Ruchetta selvatica, Rughetta selvatica, Aruca, Ricola, Ruchitta, Rucola muraiola.
E’ presente in tutta Italia.
Un’altra specie conosciuta è la Diplotaxis erucoides, comunemente conosciuta come Ruchetta violacea, Rucola bianca, Senape pazza, Salapune, Sanapi, Ciuriddi, Ambulazza, Cime de ciucciu, Apullo, Rucoletta.
Può essere anche usata cruda per insaporire insalate, o lessata e condita con olio e limone, come condimento di pastasciutte e ripieni.
Originario del bacino del Mediterraneo, il genere Eruca comprende 3 specie tra cui, la più conosciuta è l’Eruca vesicaria (sinonimo di Eruca sativa), conosciuta popolarmente come Rucola, Erba ruga, Arucola, Arigola, Ruca, Rugatta, Ricola, ecc.
Oltre alle foglie, i fiori, i baccelli giovani ed i semi maturi sono tutti commestibili.
“et Venerem revocans eruca morantem”
Nel periodo del Rinascimento, la Rucola era considerata un grande afrodisiaco ed addirittura si narra, che alcuni monaci, dopo aver bevuto un liquore a base di Rucola, abbandonassero il voto di castità.
In Esoterismo, la Rucola è una delle “droghe dell’amore” storicamente conosciute e, per le sue potenti qualità afrodisiache, nell’antichità era uno degli ingredienti principali di varie “pozioni d’amore”, insieme ad altre erbe come lavanda, cicoria e lattuga romana.
INCANTESIMO PER IL RISVEGLIO DEI SENSI
PIANETA: Marte
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