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CARDO SELVATICO, L’ANTIDOTO A TUTTI I MALI

Scritto da MadameBlatt

Quand’anche si piantassero in paradiso, i cardi non porterebbero rose”.
-Proverbio italiano-

Cynara, ovvero il Cardo, è un genere di piante appartenente alla famiglia delle Asteraceae, che conta oltre 23.000 specie, di cui 10 distribuite nell’area mediterranea, e tre presenti spontaneamente sul territorio italiano.
Queste piante sono annuali o perenni, con portamenti spinosi e corpulenti, hanno altezze che variano dai 50 ai 250 cm.
I fusti eretti, semplici o ramificati, hanno sia foglie basali che cauline, molto spinose e tomentose.
Le infiorescenze sono larghi e globosi capolini terminali, o raccolti in ombrelle, formati da un involucro ovoide, composto da squame all’interno delle quali, ci sono i fiori tubulosi di colore rosa, porpora o violetto.
Il nome Cynara, per gli antichi Greci e Romani, indicava diverse piante spinose (tipo cardi selvatici non meglio identificati).
Il nome Cardo deriva dal greco “ardis” = “punta dello strale”, alludendo con ciò alle numerose spine che ha la pianta.

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Molto noto è il Cardo selvatico, Cynara cardunculus, il cui epiteto significa “simile ad un piccolo cardo”.
E’ un ortaggio simile al carciofo, chiamato anche Carciofo selvatico, Caglio, Cardo spinoso.
Un tempo molto apprezzato nella medicina popolare,
esso è ricco di virtù terapeutiche, che lo rendono prezioso, in particolare nelle disfunzioni epatiche.
Vari decenni fa, furono scoperti in Germania la silibinina e altri componenti del complesso della silimarina, contenuti nel Cardo, benefici nel trattare malattie epatiche.
Per esempio, il Cardo selvatico è stato utilizzato a lungo per riparare i danni causati dall’ingestione di un fungo, l’Amanita phalloides.

Amanita phalloides-Ph. 15407989 on Pixabay

Essa porta a gravi e di solito mortali danni al fegato, del quale ne distrugge le cellule.
Ed in effetti, coloro che sopravvivono all’avvelenamento da Amanita phalloides sono così danneggiati, che spesso necessitano di trapianti di fegato per sopravvivere.
La silimarina si lega alle cellule del fegato, impedendo ai veleni del fungo di legarsi loro stessi, quindi bloccando il loro effetto velenoso; è anche in grado di neutralizzare direttamente il veleno stesso, il che la rende efficace, anche se presa dopo che il veleno del fungo è stato ingerito.
Per questa ragione, l’estratto di Cardo selvatico è tenuto a portata di mano negli ospedali tedeschi, dove viene somministrato in casi di emergenza, per trattare gli avvelenamenti altresì fatali da Amanita phalloides.
Il Cardo selvatico è considerato un ottimo stimolatore del latte materno, da inserire nella dieta per le puerpere.
In passato, si pensava avesse proprietà curative contro i morsi da serpente, infatti si portava intorno al collo.
I frutti erano usati per curare l’idrofobia.

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I boccioli florali sono simili ma più piccoli di quelli del carciofo, con un sapore più delicato, un incrocio tra carciofo e sedano.
Come il carciofo, il Cardo viene raccolto appena prima che i boccioli si aprano e di solito si consumano bolliti.
Gli steli vengono spesso sbiancati accumulando terra intorno a loro o avvolgendoli con foglie.
Vengono raccolti e consumati crudi in insalata, o cotti come una sorta di sedano. In Italia, i gambi crudi e amari vengono sbucciati e immersi nell’olio d’oliva per essere mangiati.
Le foglie giovani, soprattutto le coste centrali, possono essere consumate anche crude o cotte.
Gli antichi Romani prediligevano questa pianta e ne usavano le foglie in insalata o le cucinavano come gli spinaci.
Dalle foglie si fa anche un tè anticolesterolo.
Le radici sono spesse e tenere e vengono cotte come pastinache.
I fiori essiccati possono essere usati per cagliare il latte e fare il formaggio, e sono anche molto belli da esporre essiccati, in quanto sono cardi giganteschi.
Il Cardo è una delle erbe utilizzate per aromatizzare un liquore amaro, chiamato ‘Cardamaro’ e recentemente ha attirato l’attenzione come possibile fonte di biodiesel.

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Esistono numerose leggende riguardo questa pianta. Una racconta che permetterebbe di capire se una persona ci ama, ma non ha il coraggio di dirlo.
Per capirlo, bisogna raccogliere un Cardo mariano in piena fioritura, in occasione della Festa di San Giovanni (24 giugno, preparatevi…) e, dopo averlo bruciacchiato, bisogna esporlo durante la notte della vigilia dentro un bicchiere d’acqua: se il colore del Cardo si ravviva, vuol dire che l’amore esiste.
Un’altra leggenda tedesca racconta che, in un luogo dove era stato commesso un omicidio, cresceva ogni giorno a mezzogiorno un Cardo, dalla forma che ricordava una persona e, non appena esso aveva assunto la forma umana completa con braccia, gambe e dodici teste umane, il Cardo spariva.
Un giorno, un pastore con un bastone passò a mezzogiorno nel luogo dove cresceva il Cardo ed il suo bastone si carbonizzò, mentre il braccio che reggeva il bastone si paralizzò.
Secondo alcuni, il significato di questo racconto dimostra che il Cardo simboleggia il Sole.
Una leggenda greca narra che il primo Cardo fosse inizialmente una bella donna.
Un dio invidioso era così geloso della sua bellezza, che la trasformò in un Cardo.

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In Prussia ed in Boemia, si schiacciava un fiore di Cardo per liberare il corpo degli animali dai vermi, recitando una piccola filastrocca.
Il Cardo fu dapprima il simbolo della Casa reale degli Stuart; era anche il simbolo della Scozia perché, secondo una leggenda, durante il regno di Malcom, i Danesi, giunti furtivamente di notte, mentre tentavano di attraversare il fossato per assalire il castello, lo trovarono secco e pieno di Cardi, così che le imprecazioni e le grida di dolore dei soldati punti dalla pianta fecero svegliare gli Scozzesi, i quali furono in grado di respingere gli invasori.
Inoltre, un’antica leggenda associa il Cardo al pastore siciliano Dafne, caro a Pan e Diana, alla cui morte la terra, per esprimere il suo dolore, fece nascere la pianta e le sue spine.
Nella tradizione ariana, il Cardo era sacro a Thor, dio della guerra e dei fulmini, mentre nella leggenda teutonica portava disgrazia ai malfattori.
In Estonia, si piantava del Cardo in un campo di grano, per allontanare gli spiriti maligni.
Apuleio, nel suo “De virtutibus herbarium”, diceva:

“Quando la Luna sarà in Capricorno col Sole nuovo, prendi l’erba detta Cardum sylvaticum e, fino a quando la porterai con te, non ti capiterà nulla di male”.

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In Esoterismo, il Cardo è utilizzato per la protezione, per la stimolazione sessuale, esorcismi, per affrontare le paure, per la crescita personale, coraggio e trovare il cuore del problema.
E’ anche un bel simbolo di forza e coraggio di fronte alle avversità.
Essendo un personaggio spinoso, governato da Marte, ed avendo fiori ermafroditi, quindi gli aspetti maschili e femminili, gli uomini, che portano con loro questa erba magica, dovrebbero essere amanti migliori degli alti.
Le foglie di Cardo vengono utilizzate nei bagni rituali, per alleviare e lenire i cuori infranti, oltre ad essere usate nei rituali e negli incantesimi per la purificazione e le benedizioni.
Bruciare una foglia di Cardo durante la meditazione, è un modo per aiutare ad aprire il Chakra della corona, per ottenere una connessione più forte con le energie divine.
Alcune pratiche usano le foglie di Cardo come sostituto della terra del cimitero nelle barriere e negli esagoni, e garantisce la protezione da pericoli sia noti che sconosciuti.
Mettere dei fiori di Cardo in una ciotola al centro di una stanza, rinforza lo spirito e rinnova la vitalità di chi vi entra, mentre se invece la ciotola è all’ingresso di una casa, difende i suoi abitanti dal male e, se coltivati in giardino, allontana i ladri.
Un bocciolo messo nel taschino, protegge chi lo porta, mentre bruciato nel camino allontana i fulmini.
Il Cardo può essere usato come imbottitura delle bambole rituali, oppure può essere filato per farne una maglia che scacci il Malocchio.
Gli Inglesi scelgono il Cardo più alto del campo, per farne bacchetta magica.

 

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RITUALE RISPONDITIVO COL CARDO

Se hai un problema per il quale desideri una risposta, fai bollire 7 fiori di Cardo in acqua bollente, togli la pentola dal fuoco e siediti vicino.
Appena il vapore inizierà a salire, poni la domanda ed evoca uno spirito o ascolta attentamente: avrai la tua risposta!

 

 

 

ELEMENTO: Fuoco
PIANETA: Marte
SEGNO ZODIACALE: Leone
CHAKRA: 7, Sahasrara (C. della Corona)

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“La speranza è il tappeto magico che ci trasporta dal momento presente nel regno delle infinite possibilità” (H. J. Brown)

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