L’Arisaro comune (Arisarum vulgare) è una piccola pianta tuberosa, alta fino a 30 cm. circa, spesso confuso con l’Aro (Arum).
Di solito presenta una sola foglia sagittata ed un unico fiore bianco striato di verde, o di rosso bruno.
Originario del bacino del Mediterraneo, cresce in luoghi fertili ed umidi, nei boschi, nei pressi del mare e dei corsi d’acqua.

“Arisaro” dal greco, ‘pianta con radice a forma di oliva’.
“Vulgare” dal latino, ‘comune’.
Con le dovute attenzioni in quanto tossici, i suoi tuberi sono commestibili e di solito si consumano ridotti in farina.
Sono molto utilizzati in Nord Africa, soprattutto nei periodi di carestia.

Arisarum vulgare-Ph. Meditflora
Le altre parti della pianta sono tossiche, per la presenza di alcaloidi anche se, anticamente, veniva adoperata in decotto di foglie, come antipiretico, in caso di malattie da raffreddamento, per abbassare la febbre.

Ph. Barari.org
Il rizoma dell’Arisaro ricco di amidi avrebbe proprietà lassative, diuretiche, espettoranti, afrodisiache, vulnerarie, cicatrizzanti e un tempo seccato e macinato in farina, veniva consumato anche dall’uomo.
E’ assai ricercato dai cinghiali, che ne sono ghiotti.
L’Arisaro è conosciuto anche come: Ansareddu, Avrareja, Azareddu, Cuciandrina, Erba de pipas, Galio, Gallio, Gilico, Kalen, Cappuccio del Frate, Friar’s cowl, Arison, Árónovec obecný.

Arisarum proboscideum-Ph. Acta Plantarum
Specie assai simile è Arisarum proboscideum, che si distingue per avere la spata prolungata all’apice in una appendice filiforme e lo spadice ingrossato a clava, che non sporge dalla spata.
Giovan Battista Della Porta, poliedrico filosofo, alchimista, commediografo e scienziato italiano del ‘600, nel suo trattato ‘Della magia naturale’, spiega ‘come cacciar i parassiti dalle tavole dei principi’, ovvero gli scrocconi o ipocriti.

Arisarum proboscideum-Ph. Dorset Perennials
« Facendo così, lo potremo facilmente, spargendo la polvere sottilissima dell’Arisaro secco sopra le più delicate vivande, come se fosse cannella, o pepe, che come ne avrà tolto un boccone alla gola, brucerà con tanta violenza il palato, e la gola, e lo pungerà, e ferirà con tanta acre mordacità, che il cuoio della lingua, e del palato, si brucerà tutto, e con la bocca aperta, uscita in fuori rappresenterà a tutti un giocondo, e miserabil spettacolo, per lui solo, ne cesserà quel dolore, prima che gargarizzerà il latte o il burro. »

Ph. Pacific Bulb Society