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“… quest’erba è particolarmente buona contro la pestilenza e tutte le altre debolezze velenose…”
– Jacob Theodor Tabernaemontanus, biologo e m⌈edico del ‘500-
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Il Cardo santo (Cnicus benedictus o Centaurea benedicta) è una pianta appartenente alla famiglia delle Asteraceae, comune lungo le strade e nei luoghi incolti e sassosi d’Europa (Italia centromeridionale e insulare, coste marittime, isole), in terreni sabbiosi, aridi e soleggiati.
E’ ricoperto di peluria, ha foglie spinose, frastagliate, fiori giallo-arancione con riflessi violacei e può raggiungere i 40 cm. di altezza.
Il nome “centaurea” deriva dal greco col significato di “pungolo”, “sprone, per la forma del bocciolo.
Altri dicono che derivi dal centauro Chirone, una figura mitologica metà uomo e metà cavallo che, a differenza degli altri suoi simili, aveva un’indole pacifica e generosa.
Egli era esperto nella medicina e nelle scienze, considerato il maestro di Esculapio e di altri eroi mitologici.
“Benedicta/benedictus” deriva dal latino, “benedetto”, in relazione alle sue proprietà terapeutiche.
Annoverato fra gli ortaggi pregiati, fin dai tempi antichissimi, germogli e semi di Cardo santo servivano per produrre il caglio dei formaggi.
Il Cardo santo divenne pianta popolare a partire dal sec. XVI, soprattutto in Italia dove venne considerato una panacea universale.
Per le sue proprietà amaro-toniche e digestive il Cardo santo viene utilizzato per la preparazione di amari digestivi e vermouth.
Si producono decotti ed infusi sia per uso interno sia per quello esterno.
Il Cardo benedetto, spesso confuso col Cardo Mariano, contiene tannini, utili contro diarrea, tosse e gonfiore.
E’ usato anche per le indigestioni, infezioni, ferite ed antifiammatorio.
Il Cardo santo è il simbolo che identifica maggiormente gli Scozzesi (oltre al Tartan), e oggi si usa per contraddistinguere come scozzesi una serie di prodotti, servizi ed organizzazioni.
Una leggenda racconta, che un manipolo di guerrieri scozzesi stava per essere sorpreso nel sonno da un gruppo di Vichinghi invasori, e si salvò solo perché uno degli attaccanti mise un piede nudo sopra un Cardo santo.
Le sue grida diedero l’allarme e gli Scozzesi, risvegliati, sconfissero come di dovere i Vichinghi.
In segno di ringraziamento, la pianta fu chiamata Guardian Thistle (Cardo protettore) e venne adottata come simbolo della Scozia.
Altri nomi con cui è conosciuto il Cardo santo sono: Blessed thistle, Chardon Béni, Holy Thistle, Safran Sauvage, Spotted Thistle, St. Benedict Thistle, Cardo benedetto.
In Esoterismo, il Cardo benedetto ha lunga e gloriosa storia, che risale all’epoca greca e romana.
Era una delle erbe più conosciute ed utilizzate nel Medioevo, ed alcune credenze popolari affermavano che i Cardi santi proteggessero da irritazioni, irrequietezza, spiriti maligni e streghe.
Gli antichi Greci e Romani usavano il Cardo santo per lanciare maledizioni, come le ortiche e le spine.
La gente riconosceva in questa pianta il seme del male che cresceva sulle tombe.
Inoltre si portavano sue offerte a particolari divinità, per proteggere i campi da spine e cardi.
Martin Lutero, un sostenitore della medicina naturale, ha elogiato il Cardo benedetto per la sua capacità sotto forma di thè, di lenire i dolori ai fianchi di cui, dopo la cura, non ebbe più sintomi per anni.
Ma si usava anche contro la pestilenza ed altre debolezze velenose.
Tra le varie pratiche, bruciare il Cardo santo produce l’effetto di allontanare le negatività.
Questa pianta, per la sua forte capacità di purificazione, è tradizionalmente aggiunta ai bagni corporali e ai bagni cerimoniali, per eliminare i blocchi spirituali.
Piantare un Cardo santo sotto le proprie finestre rende più difficile l’entrata al “male”.
Indossare il fiore, magari messo in un sacchettino, permette di usare spiritualmente le sue spine.
Nicholas Culpeper, medico, astrologo e botanico del ‘600, notò il dominio del Cardo santo da parte di Marte, concludendo che poteva curare eventuali morsi di animali velenosi, foruncoli o piaghe della peste, poiché anche questi cadevano sotto Marte.
Esso funziona sulla base della “simpatia”, proprio come la Dottrina delle segnature, in cui si credeva che una pianta con sembianze di un organo o parte del corpo umana, curasse proprio quella parte del corpo.
La Magia simpatica funziona più o meno allo stesso modo, quindi una pianta governata da Marte potrebbe curare disturbi anch’essi governati da Marte.
Il Cardo santo è eccellente per bandire il male, nella magia di purificazione, nella magia del sesso (per aumentare il desiderio sessuale), per rompere gli incantesimi posti su persone, oggetti o luoghi, ed è molto usato negli esorcismi.
Posto sull’altare in una ciotola, mescolato con Yerba Santa, radice di Angelica, Cascara Sagrada, Basilico santo (o qualsiasi altra erba “santa” conosciuta), porta aiuto spirituale in casa.
Per proteggere la tua abitazione, puoi anche preparare un the con il Cardo santo e sale benedetto: la bevanda poi si deve spruzzare dentro e fuori casa per proteggerla dal male.
Indossare abiti fatti di Cardo santo rompe qualsiasi incantesimo.
Oppure puoi imbottire delle bambole per il medesimo scopo.
Anche il Cardo santo può essere usato, così come il Cardo mariano, negli incantesimi curativi e per la depressione.
Sognare un Cardo santo indica buone notizie in arrivo ma, se ne sei circondato, porta fortuna.
Per poterlo utilizzare al meglio, quando le corolle giallo-arancione del Cardo santo sono in piena fioritura, recidile e falle seccare a testa in giù, avvolte in carta di giornale: manterrà intatte tutte le sue proprietà.
Poi, potrai metterlo in sacchetti mojo di protezione, bruciarlo con incenso o Smudge, indossarlo come amuleto od utilizzarlo come un talismano da invocare durante i rituali.
ELEMENTO: Fuoco
PIANETA: Marte
SEGNO ZODIACALE: Capricorno (Segno esaltato in Marte)
CHAKRA: 3, Manipura (C. del Plesso solare)
“Il simile produce il simile”
-Sir George James Frazer-
La maggior parte delle culture del Mondo crede, che i poteri soprannaturali possano essere costretti, o almeno influenzati, ad agire in certi modi per scopi buoni o cattivi, usando formule rituali.
Queste formule sono, in un certo senso, magiche.
Eseguendo certi atti magici in un modo particolare, i raccolti potrebbero essere migliorati, le mandrie di selvaggina ricostituite, le malattie curate o evitate, gli animali e le persone rese fertili, ecc.
Un modo, per ottenere qualcosa in maniera ultraterrena, è la Magia Simpatica.
Essenzialmente, il termine ‘simpatia” indica l’impulso e la capacità di entrare nello stato mentale di un’altra persona o creatura, che sia quello di un uomo o di un animale, e provare sia un’affinità che una compassione per la loro esistenza.
Quindi, la Magia Simpatica si basa sulla connessione di un’immagine, alla cosa o alla persona che rappresenta.
Nel 1189, l’antropologo inglese Sir James George Frazer ha delineato per primo i principi alla base della Magia Simpatica nel suo libro “The Golden Bough”, supponendo che essa si basasse su due principi fondamentali: Legge di Somiglianza e Legge di Contagio (o Contatto).
Il grafico esplicativo era il seguente:
La Legge di Somiglianza dice, che “il simile produce il simile e che l’effetto somiglia alla causa”.
Ci sono due modi in cui possiamo usare questa idea nella magia.
In primo luogo, se desideriamo effettuare un cambiamento, possiamo realizzarlo pre-producendolo attraverso un’azione simbolica come, per esempio, le danze della pioggia di alcune tribù indiane, o quelle eseguite dalle comunità di cacciatori, prima di una grande battuta di caccia.
Nei tempi odierni, potrebbe essere che una “strega” con un talento artistico, che desideri acquistare la casa dei suoi sogni, si metta a cantare o a meditare in uno stato di trance, dipingendo poi un’immagine della casa con se stessa in piedi sulla soglia sorridente.
L’altra regola della Legge di Somiglianza è che cose, che assomigliano ad altre cose, possono produrre effetti simili a quelle cose.
In sintesi, per esempio il fiordaliso, avendo i fiori blu, si riferisce gli occhi di quel colore, oppure la noce ha effetti sul cervello; in realtà concetti che si ritrovano anche nella “Dottrina delle Segnature”.
La Legge del Contagio, invece, afferma che le cose, che una volta erano in contatto, rimangono connesse dopo la separazione e che qualunque cosa influenzi l’una, può ancora influenzare l’altra, e qualunque energia fosse nell’originale rimane nella parte rimossa.
Mentre generalmente si crede che un oggetto, che una volta era in realtà una parte di un oggetto più grande, sia collegato più saldamente di uno che era solo periferico (diciamo un’unghia del piede contro una vecchia scarpa), qualsiasi oggetto, che è entrato in contatto con l’originale, può ancora essere utilizzato in questo modo.
Ci sono due modi principali in cui questi oggetti possono essere usati.
1) Come talismano protettivo, per esempio il dente o l’artiglio di un animale pericoloso.
2) In maniera simbolica: per esempio, un capo di abbigliamento viene immerso in un bagno caldo profumato con erbe curative, per aiutare a guarire il proprietario che è lontano.
Spesso quando si eseguono magie a distanza, vengono utilizzate sia la Legge di Somiglianza che la Legge di Contagio e può essere creato un oggetto, che assomigli a ciò che si vuole ottenere.
La Magia Simpatica è anche la base per l’uso delle bambole Voodoo nella tradizione popolare di Haiti.
Se qualcuno infila uno spillo nello stomaco della bambola, ci si aspetta che la persona che rappresenta, provi un dolore simultaneo allo stomaco.
Si può ferire o distruggere un nemico, ferendo o distruggendo una sua immagine, nella convinzione che, proprio ciò che succede all’immagine, accada all’uomo.
Gli Indiani peruviani modellavano immagini di grasso misto a grano, per imitare le persone che detestavano o temevano, e poi bruciavano l’effigie sulla strada in cui doveva passare la vittima designata.
Questo era chiamato “bruciare la sua anima”.
Una malìa malese dello stesso tipo è la seguente:
Prendi ritagli di unghie, capelli, sopracciglia, saliva e così via della tua vittima designata, abbastanza da rappresentare ogni parte della sua persona, e poi rendili a sua somiglianza con la cera di un favo d’api abbandonato.
Brucia lentamente la figura, tenendola sopra una lampada ogni notte per sette notti e dì:
“Non è la cera che sto bruciando,
è il fegato, il cuore e la milza del Tal dei tali che brucio”.