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SANTOREGGIA, L’ERBA DEI SATIRI

Scritto da MadameBlatt

Satureja (Santoreggia) è un genere di piante originaria del bacino Mediterraneo, comprendente circa una cinquantina di specie ed appartenente alla famiglia delle Lamiaceae.
Satureja ha un’etimologia incerta, potrebbe derivare dal latino “satura” = “sazio” per le proprietà digestive dei succhi delle piante di questo genere; oppure da “salsa”, per indicare le sue proprietà aromatizzanti in cucina; o dall’arabo “sattur” = “erba culinaria”.
L’etimologia più interessante è senza dubbio derivante da quella dello scrittore romano Plinio, ovvero “Erba dei satiri”, anche perché la sua coltivazione era vietata nei monasteri, in quanto si diceva stimolasse la lussuria.
In epoca moderna, la Santoreggia ebbe il suo periodo di splendore ai tempi di Luigi XIV, più noto come il re Sole, che pare ne apprezzasse tanto il gusto quanto le virtù.

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Per la presenza di sostanze aromatiche, molte specie di Satureja sono usate in cucina come condimento, in profumeria, liquoreria e farmacia.
Le specie Satureja sono state tradizionalmente utilizzate nel trattamento di molte malattie come nausea, indigestione, crampi, diarrea, malattie infettive e dolori muscolari, grazie alla presenza di oli essenziali nelle ghiandole presenti sulla superficie fogliare.
In Italia sono presenti 6 specie, di cui due nell’arco alpino, in terreni abbastanza aridi.
Gli antichi Romani utilizzavano la Santoreggia come noi usiamo oggi il pepe, e si dice che siano stati loro ad introdurre questa spezia in Europa.
I giardini murati medievali erano piantati a Santoreggia, Issopo e Prezzemolo insieme a Fagioli, Cipolle, Porri ed Aglio.
Nel 812 d.C., la Santoreggia, insieme al Cerfoglio, al Coriandolo, all’Aneto, all’Aglio ed al Prezzemolo, era sulla lista di Carlo Magno, relativa alle 78 erbe gustose da coltivare nei suoi giardini reali.
Nel folclore dei giardini del Medioevo, una ghirlanda fatta di foglie e fiori di Santoreggia veniva indossata come corona, per rianimare chi lo indossava dalla sonnolenza.
Anche i satiri della mitologia greca erano raffigurati con indosso corone di questa pianta e questo è probabilmente il motivo del nome generico Satureja.

ATTENZIONE: Non usare in gravidanza.

Santoreggia montana by SittingCoyoteFarm on Etsy (vendita piante)

Una tra le specie più famosa è senz’altro la Santoreggia montana (Satureja montana), che può raggiungere i 50 cm di altezza, ha foglie lanceolate setolose con la superficie ricoperta di ghiandole; fiori terminali brevemente peduncolati di colore bianco-rosa.
Conosciuta comunemente come Erba pepe, Erba acciuga, Santoreggia invernale, Santoreggia di montagna, Cerea, Santorin, ecc, deve il suo epiteto “Montana” fatto che cresce ad altitudini superiori ai 1000 metri d’altezza.
Il suo nome in altre lingue: Winter Savory, Ajedrea, Winter-Bohnenkraut, Sarriette des montagnes.
La Santoreggia montana viene utilizzata in cucina come erba aromatica in varie ricette, per aromatizzare diversi piatti, soprattutto i legumi, in quanto molto gustosa, un po’ pepata e dal retrogusto leggermente affumicato.
Le foglie della pianta possono anche essere efficacemente utilizzate contro le punture di insetti.
L’olio essenziale è molto utilizzato in profumeria.
Mescolata assieme alla Salvia, alla Verbena odorosa ed al Rosmarino, ha un effetto afrodisiaco.

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Le foglie della Santoreggia montana, una volta essiccate e distribuite nei cassetti, sono utili per tenere le tarme lontane dai tessuti di lana.
Nell’agricoltura biologica, la Santoreggia spesso viene piantata vicino alle piante di fagioli, in quanto in grado di allontanare in modo naturale gli afidi che potrebbero danneggiare il raccolto.
In cosmesi, l’infuso veniva applicato su delle compresse per combattere le rughe, mentre il popolo la usava anche per disinfettare le piccole ferite.
Insieme con la Satureja hortensis, produce oli essenziali ricchi di carvacrolo (fenolo), creando un odore fresco, erbaceo, speziato con note leggermente piccanti, che ricorda l’origano, anche se un poco più aspro.
Il carvacrolo ha proprietà antibatteriche ed antimicotiche, ma in generale la pianta ha anche benefici effetti carminativi e digestivi.
La Santoreggia va raccolta durante la fioritura estiva e può essere utilizzata fresca o essiccata.
L’olio essenziale è un ingrediente di lozioni per il cuoio capelluto in caso di calvizie incipiente, ma è molto usato esternamente anche un unguento ricavato dalla pianta per alleviare i dolori delle articolazioni artritiche.
L’uso più famoso, comunque, rimane quello di afrodisiaco, ma bisogna fare attenzione: la Santoreggia montana (Satureja montana) inibisce il desiderio sessuale; è la Santoreggia annua (Satureja hortensis)  quella che lo stimola.

Santoreggia annua-Ph. Hans on Pixabay

La Santoreggia annua (Satureja hortensis) è una pianta erbacea originaria dell’Asia occidentale e diffusa nell’Europa meridionale.
In Italia è presente, spontanea o naturalizzata al Nord e al Centro, nelle zone aride.
Può crescere fino ad una trentina di cm, ha foglie lanceolate grigio-verde ghiandolose, fiori tubolari lilla.
Viene confusa spesso con la Santoreggia montana, anche se rispetto ad essa è più piccola e di colore verde meno intenso, oltre ad essere annuale, mentre la montana è perenne.
L’epiteto hortensis significa “coltivata negli orti”.
La Santoreggia annua è conosciuta come: Erba speziale, Santoreggia estiva, Erba acciuga, Cimbru, Bohnenkraut, Sarriette, Segurelha, Summer savory, Jambil, ecc.

Santoreggia annua by GardenEazy on Etsy (vendita semi)

La Santoreggia annua è un ingrediente caratteristico delle “Erbe di Provenza” e trova largo impiego anche come condimento per carni alla griglia e barbecue, oltre che in stufati e salse, ed è preferita a quella invernale per il suo aroma più dolce e delicato.
L’erborista del XVII secolo Nicholas Culpeper scrisse che la Santoreggia annua era preziosa per la sua azione riscaldante, essiccante e carminativa, che espelleva l’aria dallo stomaco e dall’intestino, oltre ad essere efficace contro l’asma ed altre affezioni del seno.
Inoltre era considerata regolatore delle mestruazioni e tonico per il sistema riproduttivo, consigliata anche come cura contro la sordità e come potente afrodisiaco.
Per quest’ultimo motivo, l’erborista francese Maurice Messegue affermava che la Santoreggia annua era “l’Erba della felicità”.

Santoreggia pugliese-Ph. MadameBlatt

Santoreggia pugliese-Ph. MadameBlatt

Santoreggia pugliese-Ph. MadameBlatt

In Puglia e Basilicata è molto facile trovare la Satureja cuneifolia, conosciuta volgarmente come Santoreggia a foglie cuneate, Santoreggia pugliese, pianta che cresce nei pascoli aridi, negli incolti, nelle campagne pietrose.
Nomi in altre lingue: Cuneate Turkish Savory, Ajedrea, Tomillo real.
E’ spesso confusa con il Timo e chiamata in alcuni paesi “Timu masculinu”, per il suo profumo intenso, ma meno raffinato del Timo arbustivo con il quale condivide spesso gli spazi.
Questa pianta può raggiungere i 40 cm. di altezza, fusto legnoso e piccole foglie con peli uncinati che le conferiscono un aspetto tomentoso, facilmente riconoscibili per la loro forma sessile, molto lanceolate e di colore verde-grigio che, strofinate, emettono un forte profumo, dovuto alla presenza di oli essenziali.
I fiori hanno un delicato colore rosa-lilla.
L’olio essenziale di Santoreggia pugliese ha proprietà antiossidanti ed antinfiammatorie.

Santoreggia annua by AgoraMarket on Etsy

In Esoterismo, la Santoreggia annua sembra essere molto più apprezzata dalla maggior parte dei praticanti magici, rispetto alla Santoreggia montana e, visto che entrambe le specie appartengono allo stesso genere, possono (e sono state) impiegate in modo intercambiabile.
Quindi parlando in generale, la Santoreggia è spesso utilizzata negli incantesimi fissativi basati sul sesso, o altrimenti trasformate in tisane o decotti, in pozioni e bevute come afrodisiaci.
Naturalmente tenendo sempre ben presente, che quella annua accende la lussuria, mentre la montana è usata come sua controparte, bevuta o consumata per suscitare apatia quando si tratta di questioni sessuali.

La Santoreggia può essere impiegata nella creazione di talismani, racchiusa in sacchetti o  borse Mojo  e portata con sé per aiutare ad alleviare la negatività, o alleviare tutti i tipi di disturbi fisici, oltre ad aiutare con la concentrazione e il miglioramento della memoria.
Quest’ultima proprietà in quanto favorisce il potere mentale.
La Santoreggia è impiegata ritualisticamente come incenso purificante, potenziante o per bandire le negatività.
Usa la Santoreggia in incantesimi di amore, connessioni spirituali, poteri mentali e purificazione.
In polvere e bruciata come incenso, questa erba viene utilizzata anche negli esorcismi.
Aggiunta al tè risveglia la passione in chi lo beve.

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Nel linguaggio dei fiori, poiché la Santoreggia è disponibile in una varietà di tonalità di colore in base alla specie, può prestarsi ad inviare messaggi diversi:
== Fiori bianchi- Il bianco simboleggia tradizionalmente l’onestà e la simpatia. Questo colore viene spesso utilizzato per inviare le condoglianze, ma viene utilizzato più felicemente anche nei bouquet nuziali. Invialo in occasioni felici e tristi.
== Fiori rosa- Il rosa è una tonalità “giocosa”, se funziona bene se proviene da amici o familiari, piuttosto che da partner romantici. La felicità e la dolcezza sono tratti distintivi del rosa, quindi invialo per stare meglio o semplicemente perché vuoi inviare un pensiero d’affetto.
== Fiori lilla- Il viola, con le sue nuances, è storicamente un colore reale. Quindi è utilmente classificato come un colore destinato a trasmettere ricchezza, buona fortuna e nuovi inizi. È un colore fantastico per l’inaugurazione della casa, un negozio, un nuovo ufficio, una carriera.
==Ma attenzione, inserita in un bouquet significa “la verità è amara”==

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PIANETA: Mercurio
ELEMENTO: Aria
SEGNO ZODIACALE ASSOCIATO: Sagittario-Gemelli
CHAKRA: 2, Svadhisthana (C. Sacrale) – 4, Anahata (C. del Cuore)

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