Gli Appalachi o Appalaci, Appalachian Mountains, Appalaches, sono una catena montuosa situata nella parte orientale dell’America del Nord, che si estende da Terranova (Canada), fino a nord all’Alabama, ed a sud negli Stati Uniti.
I monti Appalachi sono una barriera per i viaggi est-ovest, in quanto formano una serie di linee di creste e valli alternate, orientate in opposizione alla maggior parte delle autostrade e ferrovie che corrono da est a ovest.
Questa barriera è stata estremamente importante nel plasmare l’espansione degli Stati Uniti nell’Era coloniale.
Il nome Appalachi nasce dal fatto che, durante l’esplorazione dell’entroterra lungo la costa settentrionale della Florida nel 1528, i membri della spedizione dell’esploratore Pánfilo de Narváez, tra cui Álvar Núñez Cabeza de Vaca, trovarono un villaggio di nativi americani vicino all’attuale Tallahassee, in Florida, il cui nome trascrissero come Apalchen o Apalachen.

Ph. donpwilsono-Pixabay
Il termine fu presto modificato dagli Spagnoli in Apalachee e utilizzato come nome per la tribù e la regione che si estendeva ben all’interno, a nord.
La spedizione di Pánfilo de Narváez entrò per la prima volta nel territorio degli Apalachee il 15 giugno 1528 ed adottò questo nome, ora scritto “Appalachian“, il quale è il quarto toponimo europeo più antico sopravvissuto negli Stati Uniti.
La regione degli Appalachi fu colonizzata in modo significativo da coloni scoto-irlandesi (Scoti, popolazione celtica cristianizzata proveniente dall’Irlanda), che migrarono dall’Irlanda del Nord nel XVIII secolo.
Questi coloni, in cerca di opportunità economiche e libertà religiosa, furono attratti dalle frontiere delle montagne dove fondarono comunità, che a loro volta influenzarono fortemente la cultura della regione attraverso la loro musica, le loro tradizioni e il loro spirito indipendente.
Molti governi coloniali incoraggiarono l’insediamento scoto-irlandese nei Monti Appalachi, per creare una zona cuscinetto tra gli insediamenti coloniali e le tribù dei nativi americani.

Coloni scozzesi in Nord America-Thomas Faed
Questi coloni immigrati provenienti dall’Irlanda ebbero un impatto significativo sulla regione degli Appalachi, compresa la Carolina del Nord occidentale, tanto da affermare che la “cultura appalachiana” affonda in realtà le sue radici nella Scozia del XVII secolo.
All’epoca, re Giacomo I d’Inghilterra stava cercando di consolidare il suo dominio sull’Irlanda e di incoraggiare la diffusione del Protestantesimo in un Paese prevalentemente cattolico.
Uno dei suoi metodi per sedare la ribellione, fu quello di confiscare terre ai nativi irlandesi nella zona conosciuta come Ulster e renderle proprietà della corona britannica.
Per questo motivo, a partire dai primi anni del 1700 il gruppo, che poi sarebbe stato chiamato Scozzese-Irlandese o Scoto-Irlandese, iniziò a migrare in gran numero verso il Nord America.
Nonostante questa popolazione fosse tecnicamente scozzese, la convivenza con gli Irlandesi portò entrambi i gruppi ad influenzarsi a vicenda, al di là della comune eredità gaelica e celtica.
Molti di questi individui, alla fine, si diressero verso i Monti Appalachi.

Pixabay
Gli Appalachi sono un ecosistema pieno di vita, le rocce formano un gran numero di nicchie ecologiche con diverse altitudine, pendenza, esposizione, temperatura e precipitazioni, che sono state lentamente riempite da specie particolarmente adattate ai loro ambienti.
Camminando nei boschi e nelle zone umide, è facile scoprire specie animali e vegetali insolite di rara bellezza o fascino, come la Drosera carnivora dalle foglie rotonde, con i suoi tentacoli rossi luccicanti di nettare colloso; per non parlare dello spettacolare Albero dei Tulipani (Liriodendron), con i suoi stupendi fiori gialli e tante specie di abeti e pini.
Oppure, con un po’ di fortuna, ci si potrebbe imbattere in Cervi dalla Coda Bianca, Scoiattoli Volanti, Conigli dalla Coda di Cotone e tanto altro.
Gli Appalachi sembrano vetusti, bloccati nel tempo, anche perché gran parte è disabitata dall’uomo, e l’ammaliante foschia che aleggia sulle montagne e sugli alberi morti della catena montuosa contribuisce a creare leggende su Criptidi, mostri vari e fenomeni paranormali.
Queste antiche montagne, piene di cavità scure e profonde pieghe nella terra, sono un terreno fertile perfetto per tutti i tipi di sensazioni spettrali, perché la numerosità delle leggende è legata alla densità della natura nell’area, che è diversa da qualsiasi cosa a cui la maggior parte di noi sia abituata.
Ma entriamo nel vivo della questione…

by love4music1972-Pixabay
Tra le varie storie, di cui alcune veramente inquietanti, ce n’è una che si svolge intorno al 1700, che dovrebbe essere una storia d’amore eterno, i cui protagonisti sono una donna appartenente alla tribù Oneida ed un uomo appartenente alla tribù Lenape.
Prima che i due potessero sposarsi, la bella giovane donna morì improvvisamente ed il suo amante era convinto che fosse stata avvelenata da un’altra donna gelosa.
Ogni giorno, l’uomo visitava la sua tomba, finché anche lui non incontrò un destino terribile: mentre pescava lungo il fiume Susquehanna, fu attaccato ed ucciso da un gruppo di Scozzesi-Irlandesi, i quali lo spogliarono di tutte le pellicce e le perline e lo gettarono senza tante cerimonie nelle acque.
L’uomo, sotto forma di spirito, tornò di nuovo alla tomba della sua amata, solo per scoprire, però, che lei non era uno spirito, il suo corpo era certamente morto, e lo era da tempo, ma non aveva un fantasma.
Quindi l’uomo si ritrovò nell’impossibilità di continuare il suo viaggio verso l’aldilà senza di lei.
Aspettò per oltre un secolo.
Intorno al 1876, lo spirito dell’uomo trovò finalmente aiuto in un minatore di carbone inglese, Jack Carter il quale, da sua madre, aveva ereditato la conoscenza dell’antica stregoneria inglese, tra cui come poter risvegliare lo spirito di qualcuno che era morto.
Esattamente il tipo di incantesimo necessario per riunire gli amanti perduti.
Nella notte della vigilia di Ognissanti, una notte spettrale, lo spirito dell’uomo apparve al minatore, e gli chiese di seguirlo fino al tumulo funerario della sua donna.
Curiosamente, l’uomo lo seguì e, lungo il cammino, lo spirito raccontò la sua storia di morte e di amore perduto, finché non raggiunsero la tomba vicino a Penn’s Creek.
Nel profondo, il minatore sapeva cosa doveva fare per resuscitare i morti, almeno sotto forma di spirito.
Prese quindi una zucca, la riempì d’acqua e ci soffiò sopra poi, con cautela, tornò al tumulo e soffiò di nuovo sull’acqua, prima di versarla lentamente sulla tomba.
Una strana nebbia si levò dalla tomba, avvolgendo l’uomo e lo spirito che si trovavano lì vicino, finché la foschia si trasformò in una spirale che prese la forma di una bellissima giovane donna.
I due amanti spettrali si abbracciarono appassionatamente ed il giovane minatore li lasciò in pace, tornandosene a casa.

Una leggenda dei Cherokee parla del Popolo con gli Occhi Lunari (Moon-Eyed People), delle piccole persone dalla pelle pallida ed occhi azzurri, che vivevano nelle montagne degli Appalachi.
Essi erano particolarmente sensibili alla luce, così si nascondevano durante il giorno ed emergevano al chiaro di luna durante la notte.
Benjamin Smith Barton, botanico, naturalista e medico americano del ‘700, fa riferimento alle persone con gli occhi lunari in un libro, in cui scrive: “I Cherokee raccontano che, quando arrivarono per la prima volta nel paese che abitano, lo trovarono posseduto da un certo ‘Popolo con gli Occhi di Luna’, che durante il giorno non poteva vedere”.
Sembra anche che i Cherokee “espulsero” questa gente lunare dalla terra che avevano conquistato.

Spearfinger by Witchipedia.fandom.com
Un’altra leggenda dei Cherokee narra di Spearfinger (Dito di Lancia), il cui nome autoctono è U’tlun’tà, un mostro-strega che vaga per gli Appalachi meridionali.
U’tlun’tà in lingua cherokee significa “colei con la lancia appuntita” in quanto, secondo i racconti, ha un lungo dito affilato sulla mano destra che ricorda una lancia, da qui il nome.
Essa usa questo dito affilato, ricoperto da una “pelle simile ad una roccia”, che nessuna lancia o freccia potrebbe penetrare, per scavare il fegato delle sue vittime e mangiarle, sanguinolente e crude.
Il suo unico punto debole è proprio sulla punta del dito affilato, dove si trova il cuore ma, attenzione, U’tlun’tà è anche una mutaforma.
Quindi, potrebbe assumere la forma di qualcuno di cui ti fidi, qualcuno dall’aspetto completamente innocuo, poi attirarti e, con un colpo secco, ti ritroverai senza fegato…
Poiché è fatta di pietra, emette un suono simile ad un tuono mentre cammina tra le montagne, frantumando le rocce lungo il cammino.
E si dice che trascorra molto tempo appostata nei pressi del Monte Whiteside, nella contea meridionale di Jackson, nella Carolina del Nord.

Windigo by Віщун, Wikipedia.org
Un mostro che si potrebbe incontrare sui Monti Appalachi è il Windigo (o Wendigo, Atchen, Chenoo, Kewok, Mhuwe, Wiindigoo, Windago, Windiga, Wendego, Windagoo, Widjigo, Wiijigoo, Wijigo, Weejigo, Wìdjigò, Wintigo, Wentigo, Wehndigo, Wentiko, Windgoe, Windgo, Wintsigo), una creatura demoniaca sotto forma di spirito, che può assumere sia caratteristiche prettamente umane, che quelle di un mostro umanoide, trasformatosi da quella che una volta era una persona normale che aveva praticato il cannibalismo.*
*Oggi esiste un controverso termine medico, “psicosi windigo”, descritto da etnopsichiatri come una sindrome culturale, i cui sintomi riportano intenso desiderio di carne umana e paura di diventare cannibale.
Il Windigo è associato all’inverno e descritto come una bestia temibile, che perseguita e mangia gli esseri umani, o come uno spirito che possiede gli umani, facendoli trasformare in cannibali.
La sua figura è emaciata, di colore grigio cenere, e può essere alto fino a 4 metri, con occhi affossati o luminosi, e zanne ed artigli acuminati ed ingialliti.
Le sue labbra sono mordicchiate o del tutto mancanti, perché le ha mangiate; può essere glabro o avere pelliccia, e può avere orecchie e corna appuntite, o corna come un cervo.
Emana un odore di carne in decomposizione, così da essere immediatamente avvertito prima di essere visto, a causa del suo terribile odore.
Il Windigo ha vista, udito ed olfatto eccezionalmente acuti, nonché una forza ed una velocità pazzesche, con cui sopraffa le sue vittime, per non parlare della sua capacità di muoversi facilmente attraverso la neve profonda ed il ghiaccio.
L’unico che può sottomettere e distruggere un Windigo, utilizzando un proiettile d’argento, in acciaio o ferro, o un pugnale nel cuore, è uno Sciamano, il quale dovrà poi tagliare, o sciogliere, o bruciare l’organo nel fuoco, per poter veramente sconfiggere il suo spirito.
Altre leggende descrivono il Windigo come uno spirito malvagio che possiede gli umani, entrando dentro di essi mordendoli o attraverso un sogno.
La persona posseduta diventa cannibale, o comunque squilibrata o violenta, ma sembra che solitamente siano soggetti alla trasformazione coloro che sono avidi o ingordi, affamati o soffrono la fame o la carestia.
Nel porto 1636 Paul Le Jeune, un missionario gesuita francese che vive tra il popolo Algonchino, narrò di una donna che metteva in guardia da un Atchen (altro nome del Windigo) che aveva mangiato alcuni membri della tribù lì vicino e che “ne avrebbe mangiati molti altri se non fosse stato chiamato altrove“.
Per anni ci sono stati racconti di casi di omicidio e cannibalismo in Nord America imputati ai Windigo, come quello in cui un cacciatore e trapper Cree di nome Swift Runner affermò, che uno spirito windigo era entrato nei suoi sogni e gli aveva detto di mangiare la sua famiglia.
L’uomo fu processato per omicidio, riconosciuto colpevole ed impiccato per i suoi crimini nel 1880.
Nei primi del ‘900, lo sciamano tribale Jack Fiddler e suo fratello, Joseph Fiddler, furono accusati dell’omicidio della nuora di Joseph, che avevano strangolato per impedirle di essere posseduta da un Windigo.
Dopo il loro arresto, Jack Fiddler sfuggì alla polizia e si strangolò, mentre Joseph Fiddler morì di tubercolosi in prigione nel 1909.

Wampus cat-Ph. U458625, wikipedia.org
Ed ora parliamo di Wampus Cat (Gatto Wampus), un enorme spirito di gatto che si può sentire di notte, mentre si lamenta nei campi.
Questa creatura ha gli occhi verdi, salta in acqua e nuota come un visone, uccide il bestiame ed è dotato di poteri occulti.
E’ dotato di 6 zampe e di un incredibile avambraccio destro, che usa come un uncino pieghevole.
A volte è descritto come un temibile ibrido tra un leone di montagna ed una donna, e vaga per la natura selvaggia, emettendo suoni inquietanti che incutono terrore nei cuori di coloro che incrociano il suo cammino.
Una leggenda narra di Cervo che Corre (Running Deer), una donna Cherokee che voleva sconfiggere lo spirito malvagio Ew’ah, noto come lo Spirito della Follia.
Ella voleva vendicarsi, perché credeva che lo spirito fosse responsabile della follia di suo marito, Orso in Piedi.
Dotata di una Booger Mask (maschera tradizionale Cherokee usata nella Danza del Booger, una danza sociale per insegnare a respingere gli spiriti maligni, realizzata con zucche, pelle animale o legno di buckeye), e dello spirito di un Gatto Wampus, sorprese e sconfisse lo spirito Ew’ah, ricevette il titolo di Home Protector, diventando la Parlatrice degli Spiriti e Protettrice della Casa della tribù.
Da quel momento, lo spirito di Running Deer risiedette nel Gatto Wampus, a guardia delle terre Cherokee dalle forze oscure nascoste nelle profondità di Tanasi, insediamento di Overhill nell’attuale contea di Monroe, nel Tennessee, nel sud-est degli Stati Uniti, continuando la sua missione di proteggere la sua casa per l’eternità.
Secondo un’altra leggenda, il Gatto Wampus un tempo era una donna, che spiava una cerimonia sacra nascondendosi sotto la pelliccia di un leone di montagna.
Uno stregone punì la donna, trasformandola in una temibile entità felina: il Gatto Wampus.

Mothman by Tim Bertelink, Wikipedia.org
Terribile è l’Uomo Falena (Mothman), una creatura leggendaria metà uomo e metà falena, che nella seconda metà del’900, fu avvistata da testimoni, che la descrissero come una specie di essere umano dagli occhi rossi rifrangenti, dotato di ali e di una velocità eccezionale.
Il primo avvistamento della creatura fu il 12 novembre 1966, quando un gruppo di cinque uomini, intenti ad allestire una tomba in un cimitero vicino a Clendenin (cittadina situata nelle Montagne Appalachi del West Virginia, lungo il fiume Elk) affermò di aver visto “una figura umana di colore marrone dotata di ali” sollevarsi in aria dagli alberi vicini.
A questo avvistamento non fu data grande importanza, se non dopo alcuni giorni, quando ci furono altre segnalazioni.
Infatti, dopo circa 3 giorni, due coppie sposate di Point Pleasant (cittadina della Virginia occidentale), Roger e Linda Scarberry e Steve e Mary Mallette, mentre stavano passando in automobile nei pressi di una fabbrica in disuso dalla II Guerra mondiale, videro due strane luci rosse all’ombra di un vecchio generatore accanto al cancello.
Avvicinatisi, si resero conto che le luci erano gli occhi luccicanti di un grosso animale “dalla forma di un uomo, ma più grosso, di circa due metri d’altezza, con grandi ali ripiegate sulla schiena“.
Terrorizzati, fuggirono verso la città, seguiti per un certo tratto dalla creatura in volo, per poi raccontare l’accaduto al vicesceriffo Millard Halstead, che conosceva queste persone fin da quando erano bambini e che, per questo motivo, credette al loro racconto.
In seguito, sempre nella stessa zona, ci furono altri avvistamenti di questa creatura che un cronista della stampa locale battezzò “Mothman”, per analogia con Batman, di cui all’epoca stava andando in onda negli Stati Uniti la serie televisiva, tanto che a Point Pleasant si trova una scultura che la rappresenta, ad opera di Robert Roach, ed un museo dedicato, il Mothman Museum.
Gli ultimi avvistamenti certificati risalgono al 2017.

Un altro racconto agghiacciante riguarda The Bell Witch, la Strega dei Bell, la storia di una famiglia che cominciò a percepire strane attività come bussare, graffiare, trascinare oggetti, tirare le lenzuola, pizzicare, ecc.
♦ Se vuoi conoscere la storia completa, vai sul mio link: https://www.madameblatt.it/2020/10/10/mistero-kate-la-strega-dei-bell/
Si dice che, al funerale del patriarca John Bell, nel 1820, molti testimoni sentirono le risate agghiaccianti della strega la quale, ancora oggi, vive nella fattoria tanto che, passando vicino alla proprietà abbandonata, si sentono strani rumori e risate di bambini.

Eliza Huger Grave, Ph. Sondra Walling-www.findgrave.com
Nella chiesa Old Stone Church di Clemson, nella Carolina del Sud, ai piedi delle Blue Ridge Mountains appartenente sempre alla catena degli Appalachi, c’è una tomba stregata su cui non crescono piante, nella quale giace Eliza Huger.
I muri intorno alla sua tomba sono stati costruiti e ricostruiti a causa dei fulmini che hanno colpito ripetutamente il suo luogo di riposo.
La gente del posto dice che si può lanciare una moneta sulla sua tomba per attirare la fortuna, ma non bisogna mai prenderne una, in quanto ci si potrebbe pentire.
Eliza Huger era anche conosciuta come la Regina Strega di Clemson e, sebbene si sappia poco sulla sua vita e sulla sua morte, ci sono leggende che l’hanno resa piuttosto tristemente famosa.
Si narra, per esempio, che Eliza nacque in una famiglia benestante a Charleston, nella Carolina del Sud e sembra che fosse una bambina piuttosto selvaggia.
Scappò alla volta di New Orleanse due dei suoi fratelli si avventurarono in quella città per riportarla a casa.
Lì, la trovarono in un bordello, mentre “lavorava” con un cliente, quindi la uccisero a colpi di arma da fuoco, riportando il suo corpo a casa.
A causa delle circostanze indecorose della sua morte, Eliza non fu benvenuta a casa, quindi fu sepolta in modo che muri di mattoni fossero costruiti intorno alla sua tomba, per contenere il suo “spirito peccaminoso”.
Da quel momento, i muri intorno alla lapide vanno in frantumi continuamente, come se si trattasse di una vendetta da parte di Eliza, il cui spirito libero non riesce ad essere contenuto nemmeno dalla morte.

L’ennesimo racconto di fantasmi è ambientato in alta montagna nella Carolina del Nord, a Grandfather Mountain, la quale offre alcuni dei panorami più maestosi degli Appalachi.
Grandfather Mountain, imponente come un patriarca sopra la terra, ha ispirato i viaggiatori per secoli, tanto che molti avventurieri vengono da ogni dove, per scalare le sue alte vette, ammirare lo splendore della natura e godere dell’incredibile bellezza della zona.
Uno di questi è l’Escursionista Fantasma di Grandfather Mountain, un fantasma di un uomo anziano, rozzo e con la barba, vestito con antichi abiti da operaio.
Alcuni dicono che lo spirito sembri essere della metà del 1900 circa, col suo bastone da passeggio, uno zaino di tela, che cammina solitario lungo il sentiero.
Ed il bello è che la maggior parte delle persone non sembra rendersi conto che sia un fantasma finché non svanisce nel nulla.
Verso il tramonto, egli cammina velocemente lungo il sentiero, supera altri escursionisti senza che nessuno lo noti e poi scompare.
Molti credono che sia un escursionista che si è perso nel bosco e che, non riuscendo a trovare la via d’uscita, sia morto.
Altri pensano che sia lo spirito di un uomo che amava Grandfather Mountain e che abbia scelto di rimanere sulla montagna dopo la sua scomparsa.
Il fantasma non sembra voler fare del male, cammina soltanto lungo il sentiero di questo luogo amato.

La città di Dudley, nella zona degli Appalachi del Connecticut, ha un soprannome molto strano, il “Villaggio dei Dannati”, e sembra essere stata maledetta molto tempo fa.
Dudley fu costruita nel XVIII secolo ed abbandonata dagli abitanti nel XIX secolo, lasciando rovine ben visibili, e possiede una storia terribile, venendo così evitata da diversi escursionisti.
Fu fondata dai discendenti di Edmund Dudley, un uomo che fu decapitato da Enrico VIII per tradimento, maledicendo la terra prima di morire.
Il motivo per cui gli abitanti abbandonarono la città non è chiaro, alcuni credono che il villaggio sia stato evacuato perché i residenti che erano rimasti lì impazzirono o si suicidarono, dopo aver affermato di essere posseduti da demoni.
Ad oggi, alcuni escursionisti riferiscono di aver visto strane luci e sfere che circondano il “Villaggio dei Dannati.

Rhododendron catawbiense, Ph. DeltaWorks-Pixabay
Blood Mountain, la Montagna di Sangue, è la vetta più alta in Georgia del Sentiero degli Appalachi, comprende diverse cascate, sentieri escursionistici e segna il limite di gamma più meridionale per molte specie del Nord e degli Appalachi, in particolare per le specie vegetali.
Ci sono varie teorie sull’origine del nome del suo nome, alcuni credono che il nome della montagna derivi da una sanguinosa battaglia tra i nativi americani Cherokee e Muscogee.
Altri affermano che abbia preso il nome dal colore rossastro dei licheni e dei Rododendri di Catawba, che crescono vicino alla sua vetta.
La Montagna di Sangue è avvolta nel folklore inquietante, con i suoi sentieri tortuosi, la fitta foresta che sembra chiudersi intorno a te bloccando i raggi del sole e, nel silenzio più totale, l’unico suono dato dalla croccantezza delle foglie sotto i piedi.
In tutto ciò, è facile udire un suono lamentoso, come se ci fosse una donna piangente.
La leggenda narra di una giovane madre che impazzì, dopo aver perso il suo bambino proprio su questi sentieri decenni fa.
Le sue grida angosciate, che echeggiano attraverso le valli, ricordano il suo eterno tormento e, secondo il racconto di alcune persone, se segui i lamenti, vedrai la sua figura spettrale, eternamente alla vana ricerca del suo bimbo scomparso.

by BarBus-Pixabay
Oltre ai mostri, sugli Appalachi era praticata la Magia popolare, grazie ai Cherokee ed i Choctaw, che furono i primi a combinare la natura di questi monti con i rituali spirituali.
Dai coloni, essa era chiamata in vari modi, Lavoro sulle Radici, Stregoneria in cucina, Braucherei, Magia della Montagna, Magia della Nonna, Granny Witchcraft.
Qualsiasi nome avesse, si trattava della tradizione di usare piante autoctone in una combinazione di superstizioni, credenze, rituali e fede, per guarire e praticare la magia.
Una molto praticata era la Magia della Nonna (Granny Witchcraft), la quale era spesso l’unica fonte di aiuto per le persone abitanti in queste regioni remote e isolate.
Quando i coloni europei arrivarono nelle colonie americane durante il XVIII secolo, portarono con loro le tradizionali modalità popolari di guarigione dei loro Paesi d’origine, i concetti che avevano imparato in Scozia, Inghilterra e Irlanda.
Una volta arrivati, incontrarono i nativi americani, che gli insegnarono l’uso medicinale delle loro piante, radici e foglie indigene delle montagne degli Appalachi.
Quindi, mescolarono anche la pratica degli immigrati tedeschi, che erano arrivati in Pennsylvania, ed erano migrati a sud e ad ovest e, ben presto, iniziarono ad incorporare la conoscenza portata sulle montagne da persone di origine africana, in fuga dalla schiavitù nel Sud.
Nacque così la Granny Witchcraft, che includeva tutte queste pratiche diverse, di cui le più utilizzate erano il Dowsing, ovvero la pratica di cercare l’acqua con un bastone biforcuto, o anche di rame; oppure metodi per assistere alle nascite, o rimedi a base di erbe per causare aborto o contraccezione.
Poiché in molte aree degli Appalachi era praticamente impossibile avere accesso alle cure mediche professionali, la Strega-nonna lavorava come guaritrice, creando impacchi, talismani, tisane, smudge con proprietà curative.
Inoltre, effettuava la divinazione con i resti di caffè (Caffeomanzia) o tè (Tasseomanzia) nel fondo di una tazza.

Flatwoods monster by Tim Bertelink-Wikipedia.org
Il prossimo racconto di questo mystery tour dell’ignoto degli Appalachi salpa nella piccola città di Flatwoods, situata nel centro della Virginia occidentale.
Un giorno, alla fine dell’estate del 1952, alcuni abitanti di Flatwoods ebbero un incontro con una creatura che può essere descritta solo come extraterrestre.
Era il tramonto del 12 settembre, quando tre giovani amici, Ed May, Freddie May e Tommy Hyer, mentre erano fuori a giocare sul prato della Flatwoods Elementary School, improvvisamente videro una luce brillante e rossa che attraversava il cielo e si schiantava in una fattoria vicina.
I tre ragazzi corsero a vedere questa cosa strana, e si fermarono a riferirlo a Kathleen May, la madre di 2 dei ragazzi, lungo la strada, la quale andò con loro, portando il cane di famiglia, Richie, e chiamando il membro della Guardia Nazionale Gene Lemon, per unirsi a loro sul luogo dell’incidente.
Arrivati, videro degli occhi luminosi che brillavano in un albero, e subito si palesò una creatura enorme, alta circa 3 metri, con una testa a forma di vanga ed un vestito che sembrava di metallo. Sembrava levitare e mentre i testimoni l’osservavano, la creatura sibilò e cominciò ad avvicinarsi agli spettatori terrorizzati, che immediatamente si voltarono e corsero via.
Dopo aver incontrato la creatura, alcuni membri del gruppo iniziarono a soffrire di sintomi simili tra loro, che persistettero per un po’ di tempo, attribuiti all’essere stati esposti alla nebbia emessa dal mostro.
I sintomi includevano irritazione al naso e bruciore alla gola; Lemon soffrì di vomito e convulsioni per tutta la notte seguente all’avvistamento ed ebbe problemi alla gola per le settimane successive.
Un medico riportò i sintomi come simili a quelli provocati dal gas lacrimogeno, comuni anche in chi soffre di isteria dovuta a un evento scioccante e traumatico.

Grandfather Mountain-Ph. Cowboy wilhelm, wikipedia.org
A causa di tutti questi misteriosi eventi che riguardano gli Appalachi, esiste la famosa leggenda delle “Tende Chiuse”, che si tramanda da anni ed è nota anche ai turisti.
In realtà non si tratta di un’unica storia specifica sugli Appalachi, ma piuttosto di un insieme di avvertimenti e regole, per chi si avventura nelle regioni più remote di queste misteriose montagne, specialmente al calare della notte, sulle “antiche presenze oscure” che le “abitano”.
Ecco a voi, le regole di “sopravvivenza” negli Appalachi, per evitare pericoli:
⭕ Chiudere ermeticamente le tende la sera, soprattutto prima di dormire.
⭕ Non uscire al tramonto e non guardare fuori dalla finestra.
⭕ Fingere di non aver visto nulla, se si scorge qualcosa di strano.
⭕ Non rispondere al proprio nome se ci si sente chiamati nella foresta.
⭕ Non fischiare o cantare nel bosco, perché ciò indica alle creature dove ti trovi.
⭕ Ignorare le urla, soprattutto quelle di una donna, e non cercarne la fonte.
⭕ Mantenere un fuoco acceso tutta la notte se si dorme all’aperto.
⭕ Non guardare troppo attentamente tra gli alberi.
⭕ Seguire sempre i sentieri segnalati.

Ph. david-abbott Pixabay
Tutto ciò per evitare l’attenzione delle “cose” che si nascondono nel buio.
Un altro avvertimento da seguire è quello di non inseguire un pericolo come un urlo, una sagoma, o lasciarsi vedere da queste creature, perché ciò potrebbe portare alla propria scomparsa.
Inoltre, bisogna percorrere sempre i sentieri tracciati, e rispettare la vita del bosco e le presenze che lo abitano, per evitare di mettersi nei guai.

Ph. nikondian-Pixabay





































































